A Imola ci si aspettava un netto dominio Ferrari, o almeno questa era l’opinione comune. Senza perderci in troppi dettagli, la tendenza generale di questo campionato si palesa chiara ai più. La F1-75 gode, per ragioni ormai sviscerate più volte sulle nostre pagine, di un configurazione capace di trazionare al meglio in uscita dalle curve lente. Negli allunghi e nelle curve ad ampio raggio, invece, dove accresce la velocità di percorrenza, Red Bull riesce a fare una discreta differenza.
Le due monoposto, al momento, godono di riscontri cronometrici abbastanza simili. Tuttavia il tempo sul giro viene costruito in maniera differente. In Bahrain ha vinto la Ferrari. Un circuito “start and stop” dove la fase di accelerazione alla conclusione della tornata ha un peso maggiore. In Arabia Saudita, l’auto modenese aveva la pole position in tasca pur essendo un circuito che potremmo definire Red Bull. La rossa riusciva a dare una bella zampata nelle curve lente, zona della pista dove la RB18 perdeva un’eternità.
Parliamo sopratutto della prima chicane. Un cambio di direzione che ha “fatto male” alla vettura austriaca, dove in uscita si deve necessariamente scaricare a terra tutti i cavalli. La F1-75 riusciva altresì a guadagnare qualcosina nelle restanti curve ad alta velocità. In questo caso, il vantaggio nasceva grazie alle velocità di punta elevate che Ferrari è riuscita a sviluppare, utilizzando un’ala posteriore da basso carico che a conti fatti ha pagato non poco.
In terra australiana, dopo le modifiche apportate al layout, i pronostici sorridevano a Red Bull. Nella pratica così non è stato però, visto che i tratti lenti del tracciato hanno comunque inciso parecchio nell’arco del giro. La vettura di Milton Keynes era in grado di segnare tempi competitivi nel primo settore ed in quello centrale. Nel terzo, per contro, andava a perdere tutto il vantaggio specialmente nelle due ultime curve. Zona dove la trazione Ferrari ha marcato una netta differenza. Inoltre, i cambi di direzione dei primi due settori, hanno mitigato handicap suddetto dell’auto italiana.
Arrivati a Imola l’opinione comune dava come favorita la F1-75. Il tracciato romagnolo, nel T1, prevede due chicane da medio carico che si percorrono in quinta marcia, con in mezzo una piega a sinistra che si affronta in pieno. Il secondo settore prende il via con la Tosa, tratto in salita dove ancora una volta la trazione conta assai. Successivamente arriva una sequenza mista di curve da medio carico aerodinamico. Il tracciato si conclude con due curve da medio-bassa velocità, nelle quali l’auto italiana ha prodotto un certo vantaggio durante il week-end imolese.
Nell’insieme, la pista che nasce sulle rive del Santerno risulta più omogenea nelle sue caratteristiche. Melbourne, viceversa, possiede due rettilinei intervallati da pieghe che mediamente si affrontano ad una velocità più bassa. Retta principale a parte, la pista italiana è una sequenza di curve che, con le vetture di nuova generazione, si percorrono con una media decisamente più alta. Per dare qualche numero, a Imola ci sono quattro curve dove conta la trazione, mentre a Melbourne ne annotiamo ben otto. Ed è proprio questo il primo motivo per il quale Red Bull si ritrovata al livello di Ferrari. Ma andiamo con ordine…
In Australia le due RB18 cercavano di “rattoppare” la prestazione nelle curve lente del T3. Per fare ciò, i tecnici hanno cercato di ammorbidire il posteriore e aumentare il carico al retrotreno. Tale fattore ha sbilanciato aerodinamicamente la vettura riducendo il vantaggio nei tratti veloci, con un Verstappen che si è lamentato più volte di un fastidioso sottosterzo nell’arco del fine settimana. Per di più, la monoposto austriaca ha palesato una certa difficoltà relativa all’handling sulle strade di Melbourne, visto il set-up troppo puntato all’avantreno nelle curve più lente.
Ammorbidendo gli elementi sospensivi al retrotreno, infatti, il bilanciamento meccanico si sposta verso l’asse anteriore. Elemento che ha diminuito la fiducia fornita dalla vettura ai piloti. La coperta, quindi, era troppo corta. A Imola, per via della presenza più ridotta di curve lente, gli ingegneri della Red Bull hanno mantenuto il loro “naturale assetto” senza cercare di copiare la Ferrari. Ecco perché l’equilibrio aero-meccanico della macchina non è stato compromesso.
Come detto, nell’ultimo round del campionato di F1 il tempo speso nelle curve medio veloci risulta maggiore nel complesso. Nelle due chicane iniziali Max è stato complessivamente più veloce. Mentre la Ferrari, anche se non abbastanza, recuperava in trazione alla Tosa. Nel secondo settore il guadagno alla Piratella della RB18 era netto. Beneficio esteso sino al T3, dove la F1-75 riusciva a riavvicinarsi nelle ultime due curve più lente.
Un ulteriore congettura riguarda l’atteggiamento delle monoposto sui “bump“. La monoposto austriaca si è comportata decisamente meglio nell’affrontare i cordoli, fattore importante che ha favorito gli alfieri Red Bull. Prendendo in esame la curva telemetrica relativa al miglior crono in gara tra Verstappen e Leclerc, notiamo come il campione del mondo in carica è riuscito a portare una velocità maggiore all’interno della prima chicane. Altresì, va senz’altro messo in evidenza un certo miglioramento della RB18 nei cambi di direzione.
Con ogni probabilità, tale aumento di performance deriva da una diminuzione del peso totale della vettura. Sebbene la rapidità dei cambi di direzione sia in gran parte determinata dai cinematismi del sistema sospensivo, se la vettura è più leggera il trasferimento di peso in automatico sarà facilitato.
Aggiornamento importante al quale Ferrari dovrà rispondere tra Miami e Spagna. La guerra sugli up-date è iniziata. A tal proposito, riflessione trattata nello scritto fruibile a questo link, resta da capire chi tra le due scuderie in lizza per il titolo iridato sarà in grado di sviluppare maggiormente la monoposto. Fattore determinante per il proseguo del campionato mondiale di F1 edizione 2022.
F1-Autore: Niccoló Arnerich – @niccoloarnerich – Alessandro Arcari – @berrageiz
Foto: Scuderia Ferrari – Merceds AMG F1 Team