domenica, Dicembre 22, 2024

F1 2022: cambiare tutto per non cambiare nulla?

F1 – Il 31 ottobre 2019 doveva essere una data storica per la massima categoria automobilistica, in relazione alla rivoluzione regolamentare più ampia mai vista in questo sport, come cita testualmente la pagina ancora consultabile del sito ufficiale della Formula Uno (leggi qui).

Gli obiettivi fissati da Liberty Media e FIA, suddivisi in dieci punti, miravano a rendere le gare meno prevedibili, più spettacolari e colmare il divario tra le squadre.Una sorta di dieci comandamenti, per restituire entusiasmo al popolo eletto dei fan delle monoposto a ruote scoperte.

Lo spettacolo offerto nei primi tre round del mondiale legittima la parola rivoluzione? In senso più ampio, quali dei dieci obiettivi fissati sono stati realisticamente raggiunti Il primo goal sembra centrato in quanto le monoposto 2022, nonostante un regolamento tecnico molto vincolante, sono visivamente molto “sexy” e differenti nella interpretazione aerodinamica adottata dai team.

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Modello monoposto 2022 testata nella galleria del vento

Il secondo target, relativo a corse più ravvicinate grazie a un maggior flusso di aria pulita verso chi insegue, sembra miseramente fallito nonostante il Chief Technical Officer della F1, Pat Symonds, avesse entusiasticamente dichiarato che i risultati prodotti dalla galleria del vento fossero eccezionali.

Molto interessante in tal senso è il parere del pilota Haas, Kevin Magnussen, che, in linea con quanto riscontrato da altri colleghi, ha confermato che le nuove monoposto consentono di rimanere in scia a chi le precede in modo più agevole rispetto alle vetture della precedente generazione fino a una certa distanza oltre la quale si ha una perdita di carico superiore al recente passato:

Se sei a una macchina di distanza da chi è davanti, allora seguire le monoposto è molto meglio rispetto a quanto avveniva con le monoposto di precedente generazione, ma se la distanza dalla macchina che è davanti è molto più piccola, allora è molto peggio. In pratica perdi deportanza all’anteriore. Nelle prime due gare della stagione non avevo sperimentato un problema del genere (visto poi a Melbourne). Ero proprio attaccato a una monoposto in Curva 9 e quando ho frenato ho bloccato entrambe le gomme anteriori ad alta velocità. E non è una cosa normale“.

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AlphaTauri AT03

Per non parlare del terzo ambizioso obiettivo, più possibilità per squadre diverse di salire sul podio.

Se la power unit Ferrari non fosse tornata al vertice probabilmente si sarebbe parlato di gap addirittura aumentato tra i top team e il midfield. Non dimentichiamo che i vetusti regolamenti hanno comunque consentito nelle ultime due stagioni di assistere a vittorie di outsider come Gasly, Ocon e Ricciardo con monoposto del pacchetto di mischia.

Il quarto punto rivendicava la centralità del pilota nel rapporto uomo/macchina, e se in parte il traguardo sembra centrato grazie alla differente capacità di adattamento dei piloti alle nuove monoposto e ai nuovi pneumatici da 18 pollici, la paventata eliminazione del DRS e la sua frettolosa reintroduzione, certificano che la F1 nonostante abbia cercato di cambiare pelle ha ancora disperato bisogno di questo dispositivo.

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McLaren MCL36

Il minor tempo in galleria del vento a disposizione dei team, punto cinque, avrebbe dovuto compattare il gruppo favorendo i team con minori disponibilità economiche e dare un nuovo significato alle FP1 e FP2 come sessioni di cruciale importanza per testare gli sviluppi delle monoposto, obiettivo tutto sommato raggiunto.

Uno degli obiettivi fondamentali è descritto nel punto sette, e riguarda il budget cap per la gestione della intera stagione sportiva da parte dei team. E’ troppo presto per trarre delle conclusioni, ma fino a qualche stagione fa, Red Bull o Mercedes avrebbero potuto rivoltare come un calzino i rispettivi progetti tecnici senza badare a spese mentre oggi.

Nonostante alcune zone grigie del regolamento, risulta assai difficile recuperare gap sulla concorrenza senza l’ausilio di supporti economici praticamente illimitati. E’ necessario tuttavia sottolineare che molti team di bassa classifica non arrivano nemmeno a sfiorare il budget cap che oscilla tra 140/145 milioni di dollari.

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George Russell, Mercedes AMG F1

I punti otto, nove e dieci sono ininfluenti dal punto di vista squisitamente tecnico. E’ innegabile che il principale bacino d’utenza della F1, in termini di seguito nel mondo, sia rappresentato dai fan della Ferrari, e che il ritorno a posizioni più consone a uno dei marchi più conosciuti del pianeta terra abbia avuto un effetto positivo sul sistema Formula Uno, tuttavia è lecito chiedersi se si è cambiato tutto per non cambiare nulla.

Con la Mercedes al posto della Ferrari, questa rivoluzione non avrebbe il sapore di un flop clamoroso?

E’ doveroso comunque valutare gli effetti di questi cambiamenti radicali su un arco di tempo più ampio, anche se i primi gran premi rappresentano storicamente il momento più favorevole per i team più deboli di poter ambire a risultati prestigiosi prima di essere inevitabilmente relegati nella parte bassa dello schieramento e in tal senso le regressione della Haas nei primi tre round è emblematica.


F1-Autore: Roberto Cecere – @robertofunoat

Foto: F1, AlphaTauri, Mercedes AMG F1, Ferrari

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