F1. Atto primo: nemo propheta in patria.
Ci tocca scomodare Nostro Signore Gesù Cristo quando affermò nei vangeli sinottici: “Nessuno è profeta in patria”; anzi, per essere precisi: “Nessun profeta è gradito in patria”, frase che stigmatizzava la fredda accoglienza dei suoi conterranei a lui e alla sua predicazione. Possiamo prendere la celebre frase in senso lato per parlare anche di Ferrari.
In definitiva, si tratta pur sempre di passione per quanto quello della Rossa, si scherza eh, sia un “culto” molto viscerale e, per certi versi, pagano.
Imola 2022, inutile girarci attorno, è stata avara di soddisfazioni per Maranello. Un fine settimana, se non da incubo, certo da dimenticare in fretta. E non è la prima volta che Ferrari toppa clamorosamente “a casa nostra”, che si tratti di Monza o Imola. E suppongo che nella lunghissima e unica storia della Ferrari non sarà neanche l’ultima.
Senna a casa sua, in Brasile, ci vinse giusto due volte. Questo per rimarcare come, talvolta, la pressione faccia brutti scherzi. Il cavallino rampante ha avuto una partenza al fulmicotone in questo 2022, al di là di ogni più rosea previsione ma si è anche creato un clamoroso e, per quel che mi riguarda, ingiustificato entusiasmo.
Pareva avessimo già vinto il Mondiale. Dopo tre gare. Di 22. Diamine.
E così è arrivata, come nel più classico psicodramma del tifoso ferrarista, Imola. A ricordarci che non si è ancora vinto nessun titolo e che, forse, è meglio pensare ad ogni singola gara, un passo alla volta, per vedere poi se riesce l’impresa. Perché che la Ferrari quest’anno sia forte non v’è dubbio.
Che sia pronta a vincere il titolo… beh, questo è un altro paio di maniche.
Atto secondo: Il crollo di un Impero.
Quarantunesimo giro del gran premo di Imola. Verstappen supera in scioltezza sir Lewis Hamilton. Ma si tratta di un doppiaggio. Il numero 44 è ad un giro di distanza dal leader della gara e campione del mondo in carica. Il potere delle immagini è tale che non credo ci sia molto da aggiungere. E nessuno si sarebbe immaginato di vedere i due feroci duellanti del 2021 a distanza tale l’uno dall’altro.
E’ crisi nera per Mercedes. Crisi tecnica prima di tutto. Gli scricchiolii che avevamo visto per tutto l’anno scorso sono diventate, oggi, profonde crepe. E quando un impero crolla fa sempre tanto, tanto rumore. A tal punto che in molti, oggi, rivalutano in senso negativo (leggasi non veritiero) un dominio tecnico asfissiante e imbarazzante, cominciato nel 2014 e terminato proprio l’anno scorso con la chiacchierata sconfitta di Hamilton in terra araba.
E ovviamente c’è già chi intona il “de profundis” per il sette volte campione del mondo confrontandolo, dopo appena quattro gare, con il rendimento di Russel. Sarà pur vero che i talenti si vedono nelle difficoltà, ma non possiamo arrivare a sentenze definitive ora. Dunque, anche qui… calma e gesso. La Mercedes ha tutti gli strumenti per tornare in vetta. Resta da vendere quando. E Lewis ha tutte le qualità per tornare a duellare in alto, dove il blasone e il talento lo portano naturalmente.
Atto terzo. I voti.
Max Verstappen. Voto: 10 e lode. Mentre lo scrivo ho una fitta al cuore. No, non è un infarto…
La stampa sportiva italiana. Voto: bocciata. Come vellicano loro l’entusiasmo dei tifosi ferraristi è una cosa da studiare sui manuali di storia della comunicazione. Ah.. l’oggettività, questa chimera sconosciuta. Poi, purtroppo, arriva la realtà e ti sveglia. E allora sono dolori.
Leclerc. Voto: studiare Senna e Prost. Il ragazzo è dannatamente bravo ma, talvolta, non si applica.
Sainz. Voto: ZERO. Seppur incolpevole per l’incidente che lo ha estromesso dalla gara a poche tornate dal via (vedi Ricciardo), è la seconda gara consecutiva che porta zero punti a casa. NO BUONO.
Ferrari. Voto: 4. Fine settimana sempre a rincorrere, tornano gli errori ai pit stop.
Mercedes. Voto: “Ei fu”. E per finire sempre con il Manzoni… “Fu vera gloria? Ai posteri l’ardua sentenza!”.
Russel. Voto: 7 1/2. Guida la stessa ciofeca del compagno di squadra, ma il risultato è assai differente.
Le dichiarazioni di Toto in mondovisione a Lewis. Voto: Oscar. Visto che a causa del famigerato ceffone Will Smith è stato bandito dalla notte degli Oscar addirittura per un decennio, io credo che il TP Mercedes possa essere un suo ottimo sostituto. Potrebbe fare incetta di statuette nella categoria dell’attore non protagonista.
Bottas. Voto: rinato. Sembra davvero un altro pilota. Sente di essere al centro di un progetto. Dici poco…
Fra me e me: “Quasi quasi mi spiace per Mercedes”. Voto: sei un ipocrita.
Fra due settimane arriva Miami. Sarà già tempo di esami per la Ferrari. Soprattutto per quella che, a mio parere, sarà la chiave di volta di tutto il mondiale: la guerra degli sviluppi.
Che Dio ce la mandi buona e Michele Alboreto, da lassù, ci dia una mano.