I primi due appuntamenti del mondiale di F1 2022 non hanno certamente deluso le aspettative dei fan che, sulla scorta dell’adrenalinico quanto discusso finale della scorsa stagione, desideravano assistere a una maggiore azione in pista e a un rimescolamento delle gerarchie tra i team grazie al nuovo regolamento tecnico dei nuovi bolidi a effetto suolo.
Uno dei potenziali fattori di successo non riguarda la pista bensì l’attenta gestione delle risorse economiche nell’ambito del budget cap, ovvero il tetto massimo di spesa imposta dalla FIA pari a 140 milioni di dollari. E’ evidente come i team che hanno interpretato al meglio la rivoluzione tecnica imposta dai nuovi regolamenti hanno maggiore possibilità di produrre più sviluppi evolutivi, a differenza delle scuderie i cui primi up-date saranno mirati a modificare le carenze delle rispettive monoposto.
In questo complesso equilibrio tra limitata disponibilità economica e la necessità di liberare maggiore performance, gli imprevisti dovuti alla scarsa affidabilità e agli errori di guida possono ridurre sensibilmente il programma di sviluppo delle monoposto. Il terribile schianto di Mick Schumacher a oltre 240 km/h contro le barriere della pista di Jeddah ad esempio, fortunatamente incruento per il pilota della Haas, ha evidenziato prepotentemente la criticità del fattore budget cap.
Secondo quanto affermato da Günther Steiner, team principal della Haas, il telaio della vettura sembrerebbe intatto e le prime verifiche da parte della Ferrari su power unit e pacco batterie non avrebbero evidenziato danni sostanziali. Le buone notizie finiscono qui però, viso che tutto il resto della monoposto è da “buttare” e conseguentemente il conto è salatissimo per le casse del team statunitense: si quantifica tra i 500 mila/1 milione di dollari.
L’altoatesino ha specificato che nel piano economico stilato a inizio anno è prevista una riserva di gestione che costituisce una componente del budget dei costi utilizzata per gestire tutte quelle situazioni sulle quali non è stato possibile valutare analiticamente la faccenda in fase di pianificazione.
In relazione all’incidente di Mick Schumacher, inoltre, è interessante riportare una dichiarazione del team principal Mercedes Toto Wolff. L’austriaco rivela la possibilità concessa dalla FIA di sostituire il telaio di una monoposto nel caso in cui sia irreparabilmente danneggiato, il tutto senza gravare sul tetto spese.
Tale deroga sarebbe alquanto singolare nonché osteggiata da alcuni team come McLaren che, a Gennaio, attraverso le dichiarazioni del CEO Zack Brown, aveva rivelato che un paio di squadre stavano cercando di far aumentare il tetto del budget cup per gli ingenti danni subiti nel primo giro dei Gran Premi del 2021.
La mente non può che volare alla nefasta partenza di Ungheria 2021, dove le manovre sconsiderate di Bottas e Stroll costarono molto caro ad entrami i piloti Red Bull e alla Ferrari di Leclerc. Conoscendo l’abilità strategica di Toto Wolff, le parole spese per Haas non appaiano una mano caritatevole tesa verso un team dalle risorse limitate, ma l’espressione di una necessità di poter derogare dal budget cap in presenza di circostanze eccezionali.
L’efficienza finanziaria si traduce in performance e tre milioni di euro risparmiati grazie ad un’oculata gestione dei costi, di conseguenza, permette di realizzare uno step evolutivo in più. In questo scenario risulta più che evidente come l’ente regolatore dovrà essere in grado di controllare minuziosamente ogni spesa rendicontata nel limite del budget cap, e allo stesso tempo prestare molta attenzione alle “non-F1 activities”, ossia le attività svolte dal personale dei team non direttamente collegate al programma F1.
L’auspicio di tutti gli appassionati è che il budget cap non sia per la massima categoria el motorsport ciò che il fair play finanziario rappresenta per il calcio, una regola eticamente corretta ma ricca di insidie e zone grigie che di fatto non consentono il rispetto totale delle norme…
F1-Autore: Roberto Cecere – @robertofunoat