F1 – Il Gran Premio di Imola doveva segnare per la Mercedes il primo passo verso la soluzione di una serie di problematiche che stanno pesantemente limitando il potenziale della W13. In tal senso sono giunte delle migliorie che rappresentano un primo assaggio di un pacchetto più grande che dovrebbe essere completato in quel di Barcellona, tra esattamente quattro settimane.
Pertanto Lewis Hamilton e George Russell affronteranno le operazioni in pista ancora una volta per limitare i danni e per accumulare dati preziosi sul comportamento di una vettura che presenta qualche modifica marginale al cono antintrusione, alla alette sottostanti che convogliano il flusso verso la bocca dei radiatori (leggi qui l’approfondimento) e alla zona del pavimento che giace davanti alle ruote posteriore. In realtà le modifiche più consistenti sono ben celate agli occhi. La creatura di James Allison e Mike Elliott sarebbe più leggera di ben 5 kg rispetto alla versione che ha disputato le prime tre gare.
Nelle libere mattutine, su pista bagnata ed in lenta evoluzione, i feedback rilasciati dalla grigia vettura non sono stati propriamente esaltanti. Entrambe le macchine, come poi confermato da Toto Wolff, hanno fatto molta fatica a mettere gli pneumatici nella corretta finestra d’utilizzo. Dinamica verificatasi con le full wet e confermatasi con le intermedie che, va sottolineato, sono state scarsamente utilizzate, confinate agli ultimi minuti di attività per altro “macchiata” da una bandiera rossa che è alla base del diciottesimo crono finale di Hamilton.
In questa qualifica atipica gli uomini in grigio erano chiamati al riscatto rispetto al mattino sfruttando una pista non più bagnata. Anche se il freddo è stato gran protagonista. Riscatto che non è arrivato. Anzi, la situazione è addirittura peggiorata (rileggi l’analisi degli on board).
Le due W13 restano fuori dalla Q3, cosa che non accadeva da dieci anni: undicesimo Russell, tredicesimo Hamilton che rimane fuori dalla top ten per due volte in stagione dopo addirittura dodici annate! Vero è che la bandiera rossa causata da un errore di Carlos Sainz alla Rivazza non ha aiutato i due inglesi, ma il passo non era di quelli esaltanti.
L’argentea monoposto è stata incapace di portare in temperatura le gomme. I quindici gradi della pista e i dodici dell’aria sono stati una macigno sul morale degli uomini Mercedes che domani, nella gara sprint, avranno una montagna da scalare per provare a racimolare qualche punticino.
Chiaramente il tono delle dichiarazioni non è stato improntato alla piena serenità, anzi. Hamilton è parso piuttosto nervoso quando, casco in testa, ha avuto un rapido scambio di vedute in favore di telecamere con Toto Wolff che non aveva un’espressione tipicamente british. Evidentemente le parole del britannico hanno contrariato l’austriaco che non ha controllato la reazione apparsa parecchio stizzita.
Comprensibili tensioni figlie del momento e della delusione rispetto alle aspettative. Hamilton si è presentato ai microfoni spiegando cosa non è andato in un turno che non facciamo fatica a definire disastroso: “Non è stata una grande sessione – ha esordito il pilota di Stevenage – Sono deluso. Eravamo arrivati qui ad Imola con ottimismo. Stiamo lavorando tantissimo in fabbrica. Tutto quello che avremmo dovuto fare non è stato fatto. E’ una delusione a livello di team. Speriamo che domani possiamo recuperare“.
E poi il riferimento al piccolo battibecco avuto col suo team principal: “Con Toto ho parlato di questioni interne alla squadra, non voglio condividerle pubblicamente. E’ andata come è andata. Continueremo a lavorare e vedremo cosa poter fare in questo weekend“. Non una situazione di facile gestione quella di un team abituato a non navigare in difficoltà così evidenti.
Anche Russell appare provato ma, forse per l’entusiasmo connaturato ad un ventiquattrenne, cerca di vedere il lato positivo di una fase che presenta più neri che bianchi: “Non è l’ideale, ma abbiamo la possibilità di recuperare posizioni domani. Normalmente, in queste gare Sprint, non succede molto. Sarà interessante con queste vetture se riusciamo a seguire più da vicino i nostri avversari. Non credo che ci siano abbastanza giri con un’usura sufficiente per trarre vantaggio. Questa è la nostra virtù rispetto ai nostri attuali rivali che questa volta non sono i primi due (riferimento a Red Bull e Ferrari, nda). Vediamo cosa possiamo fare. Abbiamo anche domenica“.
In conclusione, le condizioni ambientali non hanno di certo giocato a favore delle Mercedes che, anche nel caldo australiano, avevano avuto bisogno di due giri di preparazione per portare le gomme in temperatura. Con pista molto fredda e scivolosa le difficoltà del progetto W13 si sono acuite fatalmente tanto da portare piloti ed ingegneri sulla strada sbagliata. Anche il timing delle bandiere rosse non è venuto incontro ai due piloti, ma è irrealistico ritenere che sarebbero entrati agevolmente in Q3.
Se osserviamo i distacchi medi nelle sessioni di qualifica fin qui disputate vediamo un procedere a passo di gambero. Dai sei decimi del Bahrain, che già sembravano un’enormità, siamo passati dal secondo e mezzo e più di oggi in Q2. In mezzo, a Jeddah e all’Albert Park, la W13 ha beccato quasi in secondo netto. Una forbice che va allargandosi in maniera inesorabile e che mostra una chiara tendenza: ci sono team che stanno allontanando la Mercedes dalla terza piazza prestazionale. Il recupero di alcune compagini del midfield è ormai evidente. E Mercedes ne sta facendo le spese.
Da Brackley trapelano voci che dicono che i problemi della “F1 a sidepod zero” sono ormai noti e chiari. A non esserlo sono le modalità con cui risolverli. Da qui il continuo rinvio di un pacchetto aerodinamico e meccanico che sta assumendo i crismi del mistero di Stato. La scuderia non è allo sbando, ma di certo non sta rispondendo puntualmente alle difficoltà che si fanno sempre più grandi.
Il tempo scorre inesorabile e ogni GP che si avvicina sa di ultima spiaggia. Di questo passo non ci vorrà molto per archiviare anzitempo un campionato che doveva, nelle intenzioni inziali, avere tutt’altro sapore. In inverno Mike Elliott era stato profetico: ci saranno alcuni team che prenderanno una via errata e pagheranno con grandi distacchi. Ovviamente sperava che non si trattasse del suo. E invece…
F1-Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Mercedes AMG F1