In un clima di grande euforia, domani si riaccenderanno i motori della F1 sullo storico tracciato di Imola intitolato a Enzo e Dino Ferrari. Sarà un venerdì molto intenso in quanto il Gran Premio del Made in Italy e dell’Emilia Romagna è la prima delle tre tappe mondiali in cui si disputerà la gara Sprint del sabato (leggi qui le nuove regole). Ragion per cui alle ore 17:00 si svolgeranno le qualifiche che definiranno la griglia di partenza della Sprint Race del sabato sulla distanza di 100 Km.
Il primo round della stagione europea sarà caratterizzata da diverse variabili che potrebbero incidere in maniera significativa sul lavoro dei team, già fortemente impegnati nella fisiologica fase di comprensione delle nuove monoposto ad effetto suolo.
Nonostante i lavori di ammodernamento del circuito, i cordoli dell’Enzo e Dino Ferrari sono sensibilmente più alti che nei tracciati di ultima generazione e presentano in molte curve vari dissuasori che potrebbero rappresentare un problema per le attuali monoposto.
I piloti alla ricerca della massima performance sul giro usano abbondantemente i cordoli, alla ricerca della traiettoria ideale che massimizzi la velocità di percorrenza delle curve minimizzando contestualmente lo spazio percorso. L’uso estremo dei cordoli reso possibile da altezze irrisorie, soprattutto nei circuiti più moderni, ha obbligato la FIA a introdurre la norma dei track limits per impedire il completo superamento degli stessi da parte delle monoposto.
Imola, in tal senso, è una pista old-style e, come dimostrato da Hamilton subito dopo la partenza del Gran Premio dello scorso anno, passare sui cordoli si traduce in una significativa perdita di tempo e difficile controllo del mezzo. Scenario che potrebbe amplificarsi con le monoposto 2022, che dal fondo della vettura ricavano grossa parte del carico verticale.
Un eventuale danno al fondo dovuto al reiterato passaggio sui cordoli, oltre scomporre le auto ed inficiare negativamente sul cronometro, potrebbe avere pesanti ripercussioni sull’equilibrio complessivo delle monoposto nell’arco dell’intero week-end.
Un’altra incognita molto importante da tenere in considerazione è rappresentata dalle condizioni meteo che, al momento, prevedono buone percentuali di pioggia nelle giornate di venerdì e sabato. Ecco perchè, ovviamente, tale contesto sarà oggetto di continuo monitoraggio da parte di tutti i team per sfruttare appieno ogni sessione con un programma di lavoro adeguato.
Prove Libere 1° sessione | Qualifiche | Prove libere 2° sessione | Sprint | Gara | |
Prob. Pioggia | Alta | Media | Nulla | Nulla | Molto bassa |
Temperatura | ≈ 10 °C | ≈ 11°C | ≈ 20°C | ≈ 22°C | ≈ 21°C |
Direzione Intensità Vento | |||||
Umidità | ≈ 90% | ≈ 80% | ≈ 50% | ≈ 40% | ≈ 40% |
Il comportamento delle nuove monoposto sulla pioggia è un interrogativo comune a tutte le scuderie che “colpevolmente” non hanno sfruttato la sessione pomeridiana di test del 25 febbraio a Barcellona, in cui il tracciato venne bagnato artificialmente da sei enormi autobotti che, girando nel corso della pausa pranzo per circa un’ora, avevano inondato il Catalunya Circuit con la bellezza di 30 mila litri d’acqua ciascuna.
Solo Carlos Sainz su Ferrari e Daniel Ricciardo con la McLaren effettuarono due giri con il compound Full Wet, mentre tutti i piloti degli altri team aspettarono che la pista si asciugasse per calzare le gomme intermedie e verificare l’atteggiamento delle monoposto in tali condizioni.
Un comportamento che possiamo definire irrispettoso e da un certo punto di vista anche autolesionista verso il fornitore di pneumatici Pirelli che, ovviamente, sperava di potere racimolare importanti riscontri sulla bontà delle nuove mescole da bagnato estreme con cerchi da 18 pollici.
La ragione di tale sacrificio era sostanzialmente dovuta alla necessità di limitare al minimo la visibilità dei flussi aerodinamici in particolare nella zona delle pance, resi evidenti dai vortici d’acqua prodotti dalle vetture in piena velocità attraverso il movimento dei flussi d’aria tra le ruote anteriori e posteriori.
In sostanza, la pista bagnata rappresentava per tutte le scuderie una galleria del vento aperta al pubblico che giustificava il rischio di non raccogliere alcun parametro sul comportamento della monoposto in caso di pioggia battente pur di non concedere alcuna informazione preziosa ai rivali.
Per la cronaca, la sessione servì esclusivamente per calcolare la soglia del cross-over per il passaggio dalle gomme intermedie alle slick, in virtù anche del rapido asciugamento della traiettoria ideale.
Una rinuncia pericolosa quella messa in atto dai team, su cui la FIA avrebbe potuto intervenire per evitare di anteporre la segretezza delle soluzioni aerodinamiche alla sicurezza dei piloti. Non è fuori luogo ipotizzare che le attuali monoposto a effetto suolo, già afflitte in misura diversa dal fenomeno del porpoising, possano diventare dei cavalli imbizzarriti a certe velocità su un fondo viscido.
Nessuno tra i piloti della GPDA ha sentito il bisogno di sollevare un problema di sicurezza derivante dal comportamento imprevedibile di questi nuovi bolidi in caso di pioggia battente?
La speranza è che il fantastico impianto di Imola, finalmente gremito sulle tribune e nelle colline storiche del tifo Ferrari, possa offrire uno spettacolo degno della sua storia e di questo avvincente avvio del mondiale di F1 edizione 2022.
F1-Autore: Roberto Cecere – @robertofunoat
Foto: Oracle Red Bull Racing – Formula Uno