giovedì, Novembre 21, 2024

Imola mette a nudo i problemi del regolamento tecnico 2022

La prima tappa europea del mondiale di F1, nella splendida cornice di Imola, ha offerto tanti spunti di riflessione: il battesimo del nuovo format “sprint race weekend”, il comportamento delle nuove monoposto a effetto suolo sul bagnato e non ultimo l’evoluzione delle prestazioni delle monoposto in relazione al programma di sviluppo stilato dalle varie scuderie.

Tutto estremamente interessante, ma la gara di ieri ha avuto un protagonista dietro le quinte, autentica croce e delizia della Formula 1, di cui tutti vorrebbero fare a meno, ma che anche le nuove monoposto hanno disperato bisogno per propiziare quasi tutti i sorpassi in pista, il Drag Reduction System meglio conosciuto come DRS.

Le nuove wing car avrebbero dovuto diminuire la perdita di carico della monoposto che insegue dal 35% della precedente generazione al 4% a una distanza di circa 20 metri, facilitando la guida in scia in maniera evidente.

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La Ferrari F1-75 in azione durante i test invernali di Barcellona

Nonostante l’indubbio miglioramento dell’handling di chi insegue, confermato dagli stessi piloti in queste prime quattro gare del mondiale, il DRS è rimasto un dispositivo fondamentale per l’esecuzione della manovra che è l’essenza stessa del motorsport, il sorpasso.

Premessa d’obbligo, il layout di Imola nonostante la rimozione della variante bassa è un circuito con una sede stradale molto stretta, specie per questa generazione di monoposto extralarge, e pochissimi punti di in cui sferrare un attacco, tuttavia è bastata la decisione della direzione gara di vietarne l’uso fino al trentacinquesimo giro per fare un salto di dodici anni nel passato.

In un pomeriggio di novembre dell’anno 2010, Fernando Alonso vide svanire il suo terzo titolo mondiale dopo la scriteriata strategia del muretto Ferrari che lo riportò in pista alle spalle dell’alfiere Renault Vitalij Petrov durante l’atto finale in scena ad Abu Dhabi. La storia la conosciamo tutti, con il pilota spagnolo costretto a guardare impotente i tubi di scarico della monoposto del pilota russo per due terzi di gara senza alcuna possibilità di sopravanzarlo.

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Vitaly Petrov precede Fernando Alonso e Mark Webber

La formula noia aveva bisogno di un antidepressivo per rendere le corse più avvincenti e la federazione introdusse nel 2011 un sistema di riduzione della resistenza aerodinamica basato sulla inclinazione del flap posteriore delle monoposto attivabile dai piloti se il distacco con il concorrente ingaggiato nel duello era inferiore al secondo.

Negli anni il DRS è stato un tema divisivo, da alcuni ritenuto un doping a supporto del gesto tecnico che separa i campioni da i buoni piloti, da altri considerato il male minore per non spegnere la tv dopo le prime fasi di gara. Le generazioni di piloti cresciuta con l’ausilio di questo dispositivo ne sta facendo anche un’arte nell’utilizzo, come dimostrato dai sorpassi e controsorpassi tra Max Verstappen e Charles Leclerc in Bahrain e a Jeddah.

La gara di Imola ha mostrato anche un tremendo effetto collaterale di questo antidepressivo, trenini di monoposto in processione grazie all’uso simultaneo del DRS specie se il battistrada del pacchetto ha una buona velocità di punta che vanifica gli attacchi degli inseguitori.

Dopo la gara di ieri, il sette volte campione del mondo, Lewis Hamilton siamo certi che saprà disegnare a occhi chiusi il retrotreno della Alpha Tauri di Pierre Gasly a sua volta preceduto dalla Williams di Albon velocissima nel primo settore nonostante non potesse utilizzare il DRS.

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Lewis Hamilton in scia a Pierre Gasly entrambi con ala posteriore spalancata.

Non sapremo mai come sarebbe andata a finire la battaglia tra il fuoriclasse inglese e l’alfiere dell’Alpha Tauri senza l’ausilio del tanto chiacchierato dispositivo.

La definitiva constatazione che il DRS sia indispensabile anche su monoposto di nuova generazione, mortifica parzialmente la rivoluzione tecnica fortemente voluta da Liberty Media/ FIA e conferma la dipendenza dello spettacolo rispetto a questo sistema. Allargando l’analisi su un arco temporale più ampio, la Formula 1 ben prima della sua missione eco-sostenibile, ha abbandonato i rifornimenti in gara identificati come il male primario della formula noia per dipendere da un altro artifizio che sta mostrando diverse crepe.

Perché alla fine della fiera, i piloti si avvalgono degli strumenti che gli vengono messi a disposizione e se nell’era dei rifornimenti i piloti erano remissivi verso manovre forzate in attesa di una chiamata strategica dai box, nella Formula DRS le nuove generazioni di piloti sembrano restii a gettare il cuore oltre l’ostacolo come dimostrato dai team radio di Charles Leclerc che ne implorava l’attivazione.

E se i piloti fossero assuefatti al doping DRS? Ai driver più giovani non se ne può fare una colpa dato che il sistema viene da anni utilizzato nelle formule propedeutiche alla massima serie forgiando un modo di intendere la battaglia in pista che non può prescindere da questa arma.

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Charles Leclerc supera Luca Ghiotto nella gara del Bahrain di Formula 2 edizione 2017

Nelle fasi in cui non ne è abilitato l’utilizzo, come ad esempio i primi tre giri di gara, i piloti entrano in modalità DRS quale acronimo di “devo ridurre sciocchezze”. Eppure esempi di coraggio e talento non sono mancati anche nella gara di ieri, con lo splendido sorpasso di Russell ai danni di Magnussen alla variante alta, che evoca una delle celebri frasi di Ayrton Senna: “Non esiste curva dove non si possa sorpassare”.

In conclusione, il DRS dovrebbe essere una facilitazione e non la soluzione di un problema che le nuove monoposto a effetto suolo avrebbero dovuto già risolvere e che i padroni del vapore fingono di non vedere.


F1-Autore: Roberto Cecere – @robertofunoat


Foto: F1, Scuderia Ferrari, Mercedes AMG F1

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