F1 – Tutto ebbe inizio il 5 maggio 2012, all’International Circuit Val d’Argenton, durante la prefinale del secondo round del campionato WSK Euro Series. Sull’asfalto reso viscido dalla pioggia battente due ragazzini si davano battaglia per la prima posizione, uno dal cognome illustre e l’altro dallo sguardo impertinente. Entrambi accomunati dalla spasmodica necessità di vincere.
Nel decennio successivo, Max Verstappen e Charles Leclerc hanno sviluppato le loro carriere in modo completamente diverso. Il campione del mondo olandese, grazie al supporto Red Bull e al fiuto di Helmut Marko, ha debuttato in F1 nel 2015 alla tenera età di diciassette anni sulla Toro Rosso strabiliando il Circus per la sua velocità e facendo ricredere chi pensava che il suo debutto fosse troppo precoce.
La carriera di Leclerc ha seguito la classifica trafila delle categorie a ruote scoperte propedeutiche alla F1 che il giovane monegasco ha letteralmente dominato, laureandosi campione della GP3 nel 2016 e della Formula 2 l’anno successivo. Sequenza di successi che gli hanno spalancato le porte della Formula 1 nel 2018 nel team Alfa Romeo sotto lo sguardo vigile della Ferrari Driver Accademy che ne ha supportato la carriera.
Attualmente Max e Charles rappresentano la massima espressione della new generation dei driver alla quale appartengono anche Lando Norris, George Russell e forse in un prossimo futuro Oscar Piastri.
Il precoce ingresso di Verstappen Jr nel circus ha dato la possibilità all’olandese di crescere, stupire e sbagliare ad un’età in cui la maggior parte dei suoi colleghi sgomitano nelle categorie inferiori grazie anche alle evidenti stimmate tipiche dei fuoriclasse, basti pensare al vittorioso debutto in Red Bull nel gran premio di Barcellona del 2016.
Max all’eta di 24 anni è un giovane veterano della categoria alla sua ottava stagione in Formula 1 con 144 gran premi disputati e un titolo mondiale appena conquistato contro sua maestà Lewis Hamilton.
Charles, nonostante la medesima età dell’eterno rivale olandese, ha una minore esperienza e un palmares più povero nella massima Formula, frutto della scarsa competitività della Ferrari nel biennio 2020/2021.
Tuttavia la stagione 2022 è iniziata sotto i migliori auspici e il monegasco si trova per la prima volta in carriera a competere per il titolo mondiale. In queste settimane si stanno sprecando paragoni tra i due giovani talenti, per la prima volta in lotta per la massima posta in palio, e un interessante punto di vista è quello del Brand Ambassador della Scuderia Ferrari Marc Genè:
“Il vantaggio di Leclerc sta nei compagni che ha avuto. Lui è conseguenza di quello che ha imparato, oltre al talento. Avere un compagno come Vettel, o Sainz, è qualcosa che Max non ha avuto. Aiuta ad alzare l’asticella”.
L’autorevole opinione di Genè è discutibile in relazione alla fedele ricostruzione storica degli eventi menzionati.
Max Verstappen ha sfidato e battuto Carlos Sainz nella stagione del debutto in Toro Rosso e nelle prime quattro gare del 2016 prima di essere promosso in Red Bull nella vittoriosa tappa di Barcellona. Il campione del mondo olandese ha retto il confronto con Daniel Ricciardo all’apice della carriera dell’australiano per poi ridicolizzare ottimi piloti come Gasly e Albon.
Per onestà intellettuale, è doveroso sottolineare che la Red Bull una volta scelto il cavallo su cui puntare, non ha molto a cuore il destino della seconda guida, per ragguagli su tale modus operandi si potrebbero chiedere lumi a vittime illustri come Sebastian Vettel nella stagione 2014 e Daniel Ricciardo nel 2017.
Per quanto riguarda Charles, bisogna riconoscere che l’impatto nel mondo Ferrari è stato devastante e che il confronto con Sebastian Vettel è stato spesso imbarazzante per il quattro volte campione del mondo. Tuttavia Vettel era ormai di un campione sul viale del tramonto e scaricato dal management della storica scuderia italiana, come ampiamente dimostrato dal goffo quanto inelegante appiedamento del campione Heppenheim nelle prime fasi del mondiale 2020.
Nel dualismo Verstappen/Leclerc si intravedono invece inequivocabili analogie con la rivalità Schumacher/Hakkinen. Il tedesco e il finlandese erano praticamente coetanei ed erano stati protagonisti di incontri ravvicinati nelle categorie inferiori come la clamorosa collisione a Macao nel 1990.
Il tedesco ha avuto successo precocemente, mentre il finnico, complice monoposto poco competitive e il terribile incidente di Adelaide nel 1995 ha dovuto pazientare molto prima di metter in mostra la propria eccezionale velocità.
La velocità sul giro secco di Mika, abilità universalmente riconosciuta in Charles, mandò su tutte e furie un certo Ayrton Senna, quando il giovane finlandese, al debutto in McLaren, riuscì a sopravanzare il fuoriclasse brasiliano nelle qualifiche del gran premio del Portogallo 1993 e a precisa richiesta su come avesse fatto a trovare quel giro perfetto, Hakkinen rispose al carioca in modo genuino e irriverente dicendo che si trattava solo di una questione attributi.
Come cattiveria agonistica e condotta di guida al di là di ogni regola, Verstappen rappresenta il naturale erede di Michael Schumacher che nella sua irripetibile carriera molte volte si è reso protagonista di azioni “senza un domani”. L’auspicio è che Max e Charles possano riproporre per molti anni in F1 lo spettacolare dualismo assistito tra Schumacher e Hakkinen di cui ne raccolgono l’eredità tecnica e temperamentale.
F1-Autore: Roberto Cecere – @robertofunoat
Foto: F1, Scuderia Ferrari, Oracle Red Bull Racing