F1 – Concluso il controverso weekend italiano, ora testa a Miami: fortuna che dovremo attendere due settimane per approdare in America, ci sarà tempo per placare gli animi e ripartire metaforicamente da zero. Questo periodo di “decompressione” è l’ideale per diverse scuderie che attraverso la complicata Imola hanno capito che c’è ancora parecchio da fare per restare a galla, mentre alcuni al contrario hanno potuto raccogliere successi confermando il proprio valore.
Ma se ogni scuderia durante questo weekend italiano ha avuto risvolti positivi e negativi (vedi Mercedes, Alfa Romeo, McLaren), indubbiamente per la Ferrari c’è stato soltanto un unico lato oscuro: nella fattispecie, il chiacchierato incidente Ricciardo–Sainz ha fatto fin troppo rumore per poter cadere nel dimenticatoio a stretto giro.
L’impatto avvenuto in curva due, archiviato subito come incidente di gara, come oramai ben noto a tutti ha provocato l’insabbiamento del madrileno con conseguente ritiro; ironia della sorte è stata che al contrario l’australiano ha invece potuto proseguire la sua corsa. Certo non senza difficoltà e comunque con qualche danno, ma in ogni caso perlomeno ha avuto l’opportunità di recuperare una rovinosa partenza attraverso i 63 giri previsti.
Quindi successivamente all’impatto, dopo aver pascolato tra ghiaia e erba, percorso rapidamente la via di fuga ed essersi riposizionato in pista, è rientrato ai box per tutti i necessari aggiusti (sostituzione ala e gomme) ed è poi ripartito, con l’intento di migliorare la sua performance (o perlomeno renderla dignitosa). Dato il suo 18esimo piazzamento finale, deduciamo che gli sforzi profusi siano stati vani.
La qual cosa diventa ancora più pesante se si tiene in considerazione il fatto che il suo giovane compagno di squadra Lando Norris, ha piazzato la MCL36 sul terzo gradino del podio. Il karma è una brutta bestia.
Dal canto suo Daniel era convinto che al momento dell’incidente fosse stato a sua volta toccato da qualcuno, per poi rendersi conto che in realtà la dinamica è scaturita dal cordolo che lui stesso ha preso: date le condizioni bagnate della pista, ha perso il controllo della vettura che scivolando è andata ad impattare su Carlos. Quest’ultimo dal canto suo, ha dichiarato di aver lasciato tutto lo spazio necessario per evitare la collisione, ma oltre la questione della dea bendata di cui parlavo ieri, pare evidente che invece la sfortuna ci veda benissimo.
E così gara compromessa per due bravi piloti, che da questo appuntamento raccolgono entrambi uno zero: pesante macigno in ottica mondiale, specialmente per Carlos. Ma se quest’ultimo rimane tra il deluso e l’arrabbiato, Daniel sembra realmente dispiaciuto ed amareggiato: nelle interviste post gara, nel riguardare la sua partenza sembra veramente sorpreso da quanto accaduto. Difatti commenta (sembrando quasi senza parole): “Sicuramente non era questo il modo in cui volevo che andasse, e soprattutto che non influenzasse così la gara di qualcun altro”.
Inoltre sebbene questo non cambi le cose, dopo la corsa Daniel si è recato presso l’hospitality Ferrari per chiedere scusa per quanto accaduto, e qualche ora più tardi ha ribadito nuovamente il suo rammarico attraverso una story sul suo account ufficiale Instagram, dichiarando: “Gli incidenti al primo giro sono difficili da sopportare e hanno rovinato sia la mia gara che quella di Carlos”.
“Mi scuso con lui per questo, fa schifo. Ho continuato con vari danni ed ho lottato da lì”, spende poi buone parole per il suo team aggiungendo: “Ancora positivi per il fine settimana, Lando ha dimostrato che abbiamo fatto delle belle cose. Affronterò le avversità con coraggio, e non vedo l’ora di un altro tentativo a Miami. Grazie!”.
Nonostante tutto, credo sia sempre bello assistere ad un certo fair–play anche in un mondo così brutalmente competitivo ed elitario come la F1. In ogni caso, vedremo l’America quanto sarà in grado di rimescolare le carte in tavola.
F1-Autore: Silvia Napoletano – @silviafunoat
Foto: F1, Scuderia Ferrari, McLaren F1