sabato, Novembre 2, 2024

Hamilton – Russell: un film già visto?

F1 – Si studiano, si annusano come fanno i predatori quando la loro comfort zone viene minacciata da un rivale. Poi, in relazione alla entità della pericolo, decidono se lasciar perdere o tirare fuori gli artigli per attaccare. In Formula 1 quando i predatori dominanti iniziano a mandare segnali, a volte subliminali, probabilmente qualcosa sta per cambiare nelle gerarchie.

Nel ring delle interviste post gara del gran premio d’Australia, l’epta-campione del mondo, solitamente prodigo di lodi verso le performance dei colleghi, Valtteri Bottas puo’ ampiamente confermare, ha dichiarato di aver preferito alzare il piede per un riscaldamento al motore, motivo per il quale ha rinunciato ad insidiare il team mate rispedendo al mittente la presunta superiorità del giovane compagno di squadra di King’s Lynn.

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George Russell in passerella dopo il terzo posto ottenuto nel GP d’Australia 2022

L’attuale competitività della W13 giustifica un comportamento prudente in pista, volto a massimizzare il risultato complessivo del team, che proprio nell’affidabilità del mezzo ha uno dei suoi pochi punti di forza.

E’ nella natura delle cose che l’ingaggio di Russell rappresenti per la Mercedes, l’opportunità di gestire il futuro ritiro di Re Lewis assicurandosi le prestazioni di uno dei piloti più talentuosi della next-generation.

E’ altrettanto evidente che la fase di transizione, appena iniziata, sarebbe stata molto meno indolore se la Mercedes avesse sviluppato un progetto vincente, in grado di consacrare definitivamente l’anglo-caraibico come il più grande di tutti i tempi, almeno negli almanacchi, e consentire al giovane scudiero di raggiungere la maturità agonistica necessaria per conquistare le prime vittorie di tappa.

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George Russell poco prima di tagliare il traguardo del Gp d’Australia 2022 per il suo primo podio in Mercedes

Al momento la W13 non è una degna erede delle precedenti frecce d’argento al punto da ottimizzare il deficit prestazionale attraverso strategia votata al collettivismo in luogo dell’individualismo, sebbene sia avvalorato da una bacheca, quella di Lewis, ricca di trofei e titoli.

Nel recente passato questa fisiologica dinamica è deflagrata in casa Ferrari con l’arrivo di Charles Leclerc al fianco del quattro volte campione del mondo Sebastian Vettel, che non aveva ancora smaltito le scorie di una stagione 2018 molto promettente ma inesorabilmente compromessa da diversi errori da parte del tedesco.

Il giovane Charles si era messo in mostra nelle categorie inferiori, cogliendo consecutivamente il titolo di F3 e F2, proprio come Russell…, per poi approdare, nel 2018, in F1 nel team Alfa Romeo.

Il debutto del giovane monegasco fu talmente convincente, in termini di velocità e maturità, da aprirgli le porte di Maranello al fianco di Seb.

La SF90 non era una monoposto in grado di rivaleggiare con la Mercedes, e le consolidate gerarchie fermamente sostenute da Binotto, almeno a parole, durante le prime fasi della stagione iniziarono a vacillare sotto i colpi del talento e delle prestazioni fornite da Leclerc.

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Charles Leclerc e Sebastian Vettel (Scuderia Ferrari) si scambiano i caschi al termine della stagione 2020. Il tedesco lascerà una dedica molto bella all’ormai ex compagno di squadra nell’occasione.

La gestione della transizione in casa Ferrari, molto dolorosa per il pluricampione del mondo di Heppenheim, non implica necessariamente che la stessa dinamica si possa verificare in casa Mercedes per la semplice proprietà transitiva.

Tuttavia la comunanza di diversi fattori non esclude a priori che si possa assistere a un film già visto.

Hamilton è un pilota certamente logorato nella psiche dall’estenuante duello della scorsa stagione con Max Verstappen e dalle controverse modalità che lo hanno privato dell’ottava corona iridata proprio sul filo di lana.

Le performance della sua monoposto in questo avvio di stagione non alimentano l’ambizione di uno dei cannibali da corsa più grandi di tutti i tempi amplificando la frustrazione di chi sa di non avere più nulla da dimostrare al mondo se non soddisfare la propria sete di vittoria.

In poche parole, per Hamilton in questa fase della carriera non c’è altro risultato che la vittoria, il resto sono briciole inaccettabili, a differenza del team mate che, dopo tre anni di gavetta in Williams, per quelle briciole è disposto a tutto.

E poi c’è la freschezza e la leggerezza del talento emergente che da sempre affascina gli addetti ai lavori, dal team principal fino all’ultimo dei meccanici, effetto di cui giovò proprio Lewis ammaliando il Team McLaren nel suo anno del debutto e facendo impazzire il campione del mondo in carica, nonché compagno di squadra Fernando Alonso prima guida designata ai nastri di partenza della stagione 2007.

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George Russell visibilmente commosso dopo il podio ottenuto nel Gp d’Australia 2022

Per quanto dimostrato nell’arco della sua brillante carriera, a Lewis vanno concesse tutte le attenuanti del caso e se la Mercedes sarà in grado di colmare almeno in parte il gap su Ferrari e Red Bull potrebbe essere la stagione più importante della carriera indipendentemente dalla corsa al titolo.

Forse l’ultimo vero traguardo di Lewis è quello di essere universalmente considerato il “Re” anche senza corona. Se il fuoriclasse di Stevenage comprenderà l’importanza di essere il più grande aldilà delle vittorie, vedremo la migliore espressione del suo talento.


F1-Autore: Roberto Cecere@robertofunoat

Foto: F1, Mercedes AMG F1, Scuderia Ferrari

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