La F1 è uno sport di squadra o individuale? Questo interrogativo è diventato molto più pressante con l’ingresso dei grandi costruttori automobilistici nel Circus accrescendo in maniera esponenziale il valore del campionato costruttori.
Nell’immaginario collettivo dei fan, il titolo per eccellenza è il campionato piloti e la conquista del titolo mondiale di Max Verstappen nel burrascoso finale della scorsa stagione ha di fatto oscurato mediaticamente l’incredibile striscia di otto titoli costruttori consecutivi da parte del team Mercedes.
Infine c’è la prospettiva del pilota che, per indole, ambisce al successo individuale indipendentemente che il suo avversario indossi la medesima casacca che, per definizione, rappresenta l’immediato metro di paragone e pertanto il primo dei rivali.
Negli ultimi anni stiamo assistendo a un insolito spirito cooperativo tra compagni di squadra che, sacrificando le proprie velleità, collaborano per risollevare le sorti tecniche della propria scuderia.
Un recente caso di successo è stato il team working di Charles Leclerc e Carlos Sainz durante la scorsa stagione, metodo di lavoro che ha consentito al team Ferrari di rimuovere dal tavolo le individuali aspirazioni dei piloti, in favore di una cooperazione mirata alo sviluppo del progetto tecnico.
Durante la scorsa stagione spesso si è parlato di una grande empatia tra i due piloti della scuderia di Maranello, tuttavia è innegabile che questo reciproco feeling, anche se genuino, sia stato certamente favorito dall’inferiorità tecnica della Ferrari rispetto a Red Bull e Mercedes che non alimentava particolari ambizioni nei due alfieri della rossa.
Il vero banco di prova dell’idillio tra il pilota monegasco e il pilota spagnolo sarà questa stagione, in cui la storica scuderia italiana ha ritrovato la competitività ai massimi livelli e la posta in gioco sarà molto più alta rispetto alla scorsa stagione, soprattutto se il team deciderà di stabilire delle gerarchie interne.
Lo stesso spartito sembra ripetersi n questo avvio di Mondiale tra il sette volte campione del mondo Lewis Hamilton e George Russell che, scioccati dal deludente avvio di stagione figlio di un progetto tecnico non competitivo, sembrano aver capito che la strada più veloce per ritornare alla vittoria passi attraverso la momentanea sospensione di una rivalità interna al team Mercedes.
Nonostante il giovane talento di King’s Lynn sia incredibilmente secondo nella classifica piloti dopo tre tappe del mondiale, a distanza siderale da Charles Leclerc, sembra aver recepito lo spirito con cui dovrà affrontare questa stagione:
“Ovviamente tutti vogliono finire davanti al proprio compagno di squadra, ma io e Lewis non abbiamo alcun interesse a lottare per il quinto, sesto posto. Vogliamo lavorare insieme per recuperare quel divario. Non ho rancore se è davanti a me, non ha rancore se sono davanti a lui, non siamo troppo preoccupati per questo al momento. Abbiamo una veduta più ampia. La partita che dobbiamo giocare è lunga, siamo qui per vincere”.
Se le iniziali intenzioni del pilota ex Williams erano di mettere subito in difficoltà sua maestà Lewis Hamilton, prendendosi la scena come accadde nel 2019 in Ferrari tra Sebastian Vettel e Charles Leclerc, l’attuale livello di competitività della Mercedes W13 ne ha ridimensionato le ambizioni e ha capito che l’atteggiamento da tenere deve essere collaborativo per recuperare il notevole svantaggio sulla concorrenza Ferrari e Red Bull.
L’attuale stato di salute delle frecce d’argento renderebbe impopolare ancor prima che inutile mettere in pratica eventuali giochi di squadra, e la gara di Melbourne ne rappresenta l’evidenza, con Hamilton che si è accodato al giovane compagno di squadra nonostante si trattasse di conquistare un posto sul gradino più basso del podio.
Se per Russell questa stagione rappresenta comunque un progresso nella sua carriera sportiva e nelle ambizioni a medio termine, bisogna verificare se lo spirito fortemente egocentrico del sette volte campione del mondo si coniugherà con la necessità di operare esclusivamente nell’interesse del team.
La frustrazione del sette volte campione del mondo è palpabile, in quella che doveva essere nei suoi piani una stagione con ben altri obiettivi, tuttavia il fuoriclasse di Stevenage mantiene un approccio positivo e propositivo come dichiarato ai microfoni di Autosport:
“Sto facendo molte chiamate su Zoom con tutti gli sponsor e i nostri capi, cercando davvero di radunarli. Dobbiamo apportate alcuni miglioramenti e abbiamo bisogno del supporto di tutti per farlo, solo per assicurarci di non lasciare nulla di intentato. Dobbiamo assicurarci che ci sia ancora la fame e di massimizzare ogni momento“.
Un’adunata che appare un chiaro messaggio mirato a rivendicare la propria centralità nel progetto Mercedes non solo in pista.
F1-Autore: Roberto Cecere – @robertofunoat
Foto: F1, Scuderia Ferrari, Mercedes AMG F1