domenica, Dicembre 22, 2024

La F1 è disposta a mettere in discussione il dogma Monaco

F1 – Con i suoi 3.337 km complessivi per un totale di 78 giri, che nessuno tocchi l’iconico gran premio di Monaco: presente in calendario sin dal 1950, è sicuramente uno dei classici circuiti storici al pari di Monza o Silverstone. Un forte legame affettivo unisce senz’altro piloti e tifosi a questo tracciato, spesso percepito più come un evento glamour che non come un appuntamento gara effettivo.

A prescindere dalla propria nazione di origine, Monaco regala emozioni a qualsiasi pilota proprio perché perfino ai meno intenditori in materia di F1 almeno una volta nella vita è giunto qualcosa all’orecchio circa questa celebre tappa.

E adesso che manca ancora più di un mese prima che il Circus giunga lì (save the date: 29 maggio) si inizia già da ora a vociferare che questo appuntamento probabilmente possa essere l’ultimo: il circuito di Monaco, infatti, per il momento non ha ancora firmato un contratto oltre il 2022.

F1
Gp Montecarlo 2021

A supporto di questa tesi sono subentrate alcune ipotesi, quali complicazioni organizzative ancora non del tutto risolte: cominciando con una mera motivazione economica, questo gran premio in quanto storico ha sempre goduto di una sorta di diritto inviolabile, grazie al quale non aveva bisogno di contribuire economicamente per essere parte del calendario di F1.

A causa dell’abolizione di tale diritto, ad oggi è necessario che questa sorta di tassa di partecipazione sia versata per poter ospitare l’evento a fine maggio. Inoltre, per venire incontro alle reiterate richieste della federazione che insisteva sull’effetto spettacolo, erano stati progettati dei lavori atti a migliorare il layout del tracciato (pare fosse previsto un ampliamento nella zona che precede il tunnel), ma che attualmente risultano congelati proprio in virtù del fatto che al momento proprio la situazione complessiva sembra sospesa.

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Un’immagine del bellissimo circuito di Montecarlo

Questi presupposti potrebbero far preoccupare i più affezionati, tuttavia per fortuna c’è un però: il presidente dell’Automobile Club de Monaco Michel Boeri ha smentito immediatamente la notizia, dichiarando completamente false le notizie che di recente stanno circolando in proposito.

Certamente ha confermato il fatto che attualmente non ci sia ancora un contratto in vista, ma la sua ferma intenzione resta comunque quella di trovare un accordo che blindi il circuito per almeno altri tre o cinque anni; a tal proposito smentisce anche la notizia che potrebbero sorgere complicazioni logistiche per poterlo ospitare nelle stagioni avvenire, e che non si riesca a trovare economicamente un punto di incontro con Liberty Media (per dirla in soldoni, società “proprietaria” della F1) a causa dell’elevata cifra richiesta.

Insomma, un’intricata vicenda che sembra svelare un cambiamento di atteggiamento nei confronti di quello che finora veniva percepito come un circuito alla quale bene o male tutti siamo affezionati: a tal proposito l’opinione di Stefano Domenicali, CEO di F1, in merito è che l’intero campionato sia molto più importante della querelle sollevata da una singola gara. Probabilmente all’intero Circus non importa che si parli necessariamente di Monaco in termini di gran premio storico o permanente, forse quello che più conta è ottenere un nuovo contratto a condizioni migliori.

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Valtteri Bottas, Mercedes AMG F1

Ma il pensiero che possa non trovare collocazione nelle stagioni future, sarebbe un clamoroso schiaffo al passato di questo sport: lo storico circuito cittadino, sebbene sia per natura molto lento, a mio avviso mette in luce quanto un pilota sia in grado di essere preciso, attento ed affidabile (al pari di quanto si direbbe anche di una monoposto), dato che per sostenere quasi un’ottantina di giri occorre essere mentalmente solidi ed avere un’impeccabile sintonia con la propria vettura.

Ed è anche lo stesso Pierre Gasly ad augurarsi di poter continuare a vivere l’esperienza di darsi battaglia lungo questo circuito: per i piloti questa rappresenta la pista più complessa della stagione, nonché la più impegnativa.

È un dato di fatto: in una F1 sempre più protesa ad aprirsi verso la modernità e le innovazioni (vedi Las Vegas), il solo valore storico-affettivo non sarà sufficiente per mantenere un simile circuito in calendario per sempre. Ciò significa che probabilmente l’idea di una ipotetica rotazione stagionale di alcuni tracciati storici, sia l’unica alternativa possibile per non perderli del tutto. Che peccato.


F1-Autore: Silvia Napoletano@silviafunoat

Foto: F1, Mercedes AMG F1, Scuderia Ferrari

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