I veterani della F1, per motivi disparati, non se la stanno passando troppo bene. Lewis Hamilton, dopo un avvio confortante con una vettura immediatamente apparsa al di sotto delle attese, ha intrapreso una parabola progressivamente discendente che l’ha portato al pessimo GP di Imola (leggi per approfondire). Nelle due gare precedenti la fortuna non gli ha sorriso visto che, prima una virtual safety car e poi una reale, gli hanno sottratto punti importanti, la possibilità di mettersi alle spalle un concretissimo George Russell e un podio che in Australia sembrava in cassaforte.
La gara di ieri è stata una sofferenza conclusasi nella seconda decina e soprattutto ad una distanza siderale dal compagno di squadra, unico pilota a terminare il poker di GP iniziali del 2022 mai sotto la quinta posizione: un passista.
Fernando Alonso, per altri motivi, sta raggranellando molto meno di quanto abbia seminato. Ad oggi il suo bottino è magrissimo: soli due i punti ottenuti dall’asturiano nella gara di apertura che, paradossalmente, è stata quelle complessivamente meno convincente osservando il week end nel suo complesso. Poi una serie di difficoltà tecniche alla sua Apine A522 che l’hanno relegato in fondo alla griglia sia a Jeddah che all’Albert Park e l’hanno costretto al ritiro imolese avvenuto praticamente sul nascere dell’evento domenicale.
E poi c’è Sebastian Vettel. Uno che di esperienza ne ha da vendere pur essendo leggermente più giovane dei suddetti. Perizia ed onorificenze visto che si tratta del secondo pilota più vincente in attività. Il tedesco, dopo gli anni in Ferrari, ha abbracciato la causa della Aston Martin per provare a riassaporare l’aria dell’alta classifica. Il 2021 è stata un anno di allenamento e di adattamento in un team che ha prodotto una vettura che non è riuscita a replicare le prestazione della Racing Point RP20 da cui derivava.
E’ sul 2022 che la compagine di Silverstone aveva puntato le sue fiches per avvicinarsi concretamente alla vetta. Il nuovo regolamento tecnico era un’opportunità troppo ghiotta. Che purtroppo, ad oggi, non è stata colta. La vettura, sin dai primi vagiti, non ha impressionato per prestazioni. Dan Fallows, ingegnere di primissimo livello proveniente dalla Red Bull e quindi dalla scuola di Adrian Newey, a causa del gardening imposto da Milton Keynes, non ha potuto contribuire fattivamente alla sua nascita.
Ma potrà indirizzarne lo sviluppo. Dopo le prime tre gare in cui le difficoltà hanno quasi soverchiato la squadra, Imola ha rappresentato un primo raggio di luce. E non a caso la cosa è coincisa con il ritorno in piena forma di Sebastian Vettel che aveva dovuto saltare, causa Covid, i primi due GP. In Australia, complici uno stato fisico non ancora brillantissimo e la scarsa comprensione del mezzo tecnico, le cose sono andate piuttosto male. In Emilia Romagna, quando le condizioni meteo si sono fatte avverse, l’esperienza del quattro volte iridato ha fatto la differenza.
Inutile girarci intorno: la ripresa (parziale) della Aston Martin è stata principalmente la conseguenza di un fine settimana di primissimo “disegnato” da Vettel. La AMR22 è una vettura ancora molto sofferente. E sicuramente lo è più di auto come la Mercedes W13 n°44 che è rimasta ampiamente lontana della verde macchina n°5. Una medaglia al merito per Seb dalla quale il team deve ripartire per trovare fiducia e performance.
“Per noi è Imola è stata come una vittoria – ha spigato l’ex Red Bull dopo la gara – Ad essere onesti non siamo i più veloci in questo momento. Penso che siamo praticamente dall’altra parte del campo, ma abbiamo fatto davvero bene. Le condizioni meteo ci hanno aiutato, siamo riusciti a capitalizzare. Abbiamo fatto un ottimo lavoro nell’anticipare la sosta per mettere le gomme da asciutto, cosa che tutti gli altri credo abbiano copiato“.
In realtà Seb è stato il secondo a montare le slick poiché è stato anticipato di un soffio da Daniel Ricciardo. Ma la sostanza non muta: la lettura del momento e della pista cangiante ha fatto la differenza consentendo al tedesco di agguantare punti che altrimenti sarebbero potuti sfuggire. “Non c’era alcuna possibilità di tenere a bada Charles alla fine della gara. Era tipo quattro secondi più veloce, ma abbiamo fatto bene. Se mi avessero detto – ha chiuso scherzosamente il tedesco – che a quattro giri dalla fine avrei lottato con una Ferrari avrei riso“.
In questo momento all’equipe di Silverstone servono certezze. Sebastian Vettel è un innegabile punto di riferimento cui appigliarsi per trovarne. A fine anno il contratto che unisce il tedesco alla scuderia di Lawrence Stroll scadrà. Il quattro volte campione del mondo non è andato in Aston Martin per godere di una pensione dorata. Covava concrete velleità di alta classifica avendo sposato un progetto ambizioso che invero si sta rivelando deludente. Il team principal lussemburghese lo sa.
Infatti, recentemente, Mike Krack ha dichiarato che è la scuderia anglo-canadese che deve meritarsi il tedesco e non viceversa: “Penso che Seb sia un ragazzo intelligente e ritengo che non si concentrerà solo sulla monoposto di quest’anno. Sa che il team è in crescita e sta pensando al potenziale che riuscirà ad esprimere nei prossimi tempi. Se riusciremo a mostrargli questo penso che avremo la possibilità di tenerlo ancora con noi a lungo”.
Quello del rinnovo è un ragionamento ancora embrionale: “In tutta sincerità non è un discorso che abbiamo affrontato. Il nostro compito è quello di fornire a Sebastian il miglior pacchetto-vettura. Poi toccherà a lui decidere se restare o meno. Vettel – ha chiuso il dirigente – è molto rispettoso ed ha un’etica che condivido. Rispetto a quando l’ho incontrato l’ultima volta adesso può vantare quattro titoli iridati ed una esperienza decisamente superiore“.
Le valutazioni del tedesco sono appena all’inizio. Sulla sua scelte peserà molto la stabilizzazione che il team sta avendo e che si realizza nella creazione di una nuova galleria del vento che servirà ad affrancarsi da quella della Mercedes. Ma che passa anche attraverso l’allargamento della factory e l’assunzione di nuove figure professionali.
Stroll senior non è in F1 solo per partecipare. Ha un’ambizione alla vittoria che quasi sfocia nel maniacale. E in un momento in cui suo figlio Lance sembra faticare con le vetture di nuova generazione, Sebastian diventa una risorsa imprescindibile. Essere quindi al centro di un progetto costituito da gente affamata potrebbe dare quegli stimoli ulteriori ad un driver che si nutre di sfide come la sua carriera ben descrive.
F1 – Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Aston Martin Aramco Cognizant F1 Team