F1 – Uno degli aspetti più interessanti di questo scorcio di stagione è la capacità dei piloti ad adattarsi a un nuovo modo di guidare imposto dalla rivoluzione tecnica delle monoposto ad effetto suolo e dai nuovi pneumatici Pirelli con cerchi da 18 pollici. I test invernali sono stati un festival di ruote fumanti, inequivocabile sintomo della ricerca di nuovi riferimenti in staccata dettati da comportamenti indesiderati come il pompaggio verticale, dal maggiore peso e delle monoposto e dai nuovi pneumatici.
Benché i piloti abbiano avuto modo di prendere confidenza con il nuovo modo di guidare, appare evidente che alcuni driver riescano a esaltare la propria velocità anche con il nuovo pacchetto monoposto/pneumatico mentre altri guidano al di sotto del proprio limite in virtù di un fragile equilibrio tra la ricerca della prestazione e la concreta possibilità di incorrere in un errore.
In tal senso, le prestazioni offerte sinora da Carlos Sainz sono il risultato di un rapporto di diffidenza tra il pilota e la sua monoposto che, al momento, nelle mani di Charles Leclerc sta dominando questo avvio di stagione.
Chi sembra non essere entrato in sintonia con la nuova F1 è Daniel Ricciardo che, al netto delle evidenti difficoltà in casa McLaren, ha messo sinora in mostra una guida scomposta tipica del pilota passeggero della propria vettura, nonostante timidi segnali di ripresa mostrati nella gara di casa a Melbourne.
Una inattesa stoccata è arrivata dallo storico consulente Red Bull, Helmut Marko, che ha avanzato qualche perplessità sullo stile di guida del campione del mondo Max Verstappen a suo dire troppo aggressivo:
“Perez è molto più vicino a Max di quanto non fosse nel 2021 ed è molto contento dell’assetto della vettura. Max lo trova ancora più difficile. Non ha ancora trovato il giusto equilibrio e, quindi, non ha la massima fiducia nella vettura. Il suo stile di guida aggressivo non si sposa bene con le nuove vetture”.
E nelle dichiarazioni di Marko c’è del vero almeno per quanto riguarda le qualifiche, in cui il distacco medio tra Max e Sergio è di appena 21 millesimi di secondo rispetto ai ben più pesanti distacchi inflitti in qualifica al pilota messicano.
In Australia, nonostante il ritiro, Max non ha mai avuto reali chance di pedinare Charles Leclerc e la guida aggressiva a inizio gara, nel tentativo di tenere il passo del pilota monegasco lo ha portato a distruggere rapidamente il suo set di pneumatici.
Il dirigente di Gratz, storicamente non le manda a dire, e affermare che il campione del mondo in carica sia in difficoltà per il suo stile di guida che non si adatta alle nuove monoposto non è un’abile strategia per togliere pressione alle deludenti performance della RB18.
Marko rappresenta il mentore di Verstappen Jr, colui che ha convinto tutti in casa Red Bull che intorno a quel ragazzino di diciassette anni si poteva costruire un team vincente, pertanto la chiosa finale della sua dichiarazione è una constatazione più che una provocazione volta a stimolare il suo pupillo.
Interessante anche l’osservazione più ampia, del manager austriaco, in merito al comportamento delle nuove wing car: “Le nuove auto con meno carico aerodinamico si adattano meglio ad alcuni piloti e ad altri meno“.
E in tal senso la filosofia aerodinamica della RB18 unitamente ad assetti molto scarichi, come quelli adottati nel gran premio di Jeddah, sono mirati a massimizzare l’efficienza aerodinamica in luogo del carico verticale, e in questo sottile equilibrio aerodinamico le distanze tra Sergio Perez e Max Verstappen sembrano assottigliarsi come mai accaduto in precedenza.
La prossima tappa del mondiale in programma ad Imola sarà un banco di prova probante per la Red Bull e per il campione del mondo olandese, in quanto il layout del tracciato sembra sulla carta esaltare le monoposto con elevato carico aerodinamico, area in cui la Ferrari F1-75 sembra una spanna superiore alla concorrenza.
Per il talento di Hasselt, la prossima gara sulle rive del Santerno assume diversi significati, in primis la necessità di sanare l’emorragia di punti nella classifica piloti, dimostrare che la sua classe può sopperire all’incompleto processo di adattamento alla RB18 e chissà, bissare il successo dello scorso anno, primo sigillo della straordinaria cavalcata al titolo mondiale della scorsa stagione.
F1-Autore: Roberto Cecere – @robertofunoat
Foto: F1, Oracle Red Bull Racing