domenica, Dicembre 22, 2024

Charles Leclerc: una versione 2.0 per puntare al titolo iridato

F1 – Per quanto non mi piaccia parlare di preconcetti quali primo-pilota e secondo-pilota, corsi e ricorsi storici di questo sport ci insegnano che in maniera velata o meno, questo discorso prima o poi si palesa in quasi tutte le scuderie; e purtroppo, più crescono gli interessi in ballo e più potrebbero aumentare le ipotetiche frizioni. Qualche articolo fa dicevo che è facile andar d’accordo all’interno di un team in cui si corre per obiettivi minori (quali rientrare perlomeno nei primi 10 o evitare il ritiro), perché l’aria che si respira potrebbe essere quella di una vaga “rassegnazione”, come di chi meglio di così (magari per responsabilità non del tutto sue) proprio non può fare.

Diverso discorso quando la situazione complessiva inizia a cambiare: la vettura si mostra promettente e solida, la visione della gara si trasforma, ed anche l’atteggiamento dell’intero team si tramuta in qualcosa di più consapevole e competitivo. Questo è quanto sta progressivamente accadendo questa stagione al cavallino rampante, in maniera del tutto inaspettata.

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Charles Leclerc (Scuderia Ferrari)

È stato avvertito sin da subito infatti, un cambio di prospettive rispetto anche solo a qualche mese fa: se fino a dicembre 2021 (ed oramai da molto tempo) la Ferrari gareggiava con la cosiddetta aria di rassegnazione di cui parlavo poco sopra, adesso siamo già arrivati al punto che correre per conquistare “solo” secondo e terzo posto fa quasi storcere il naso ai suoi tifosi. Completamente un nuovo parametro, non c’è che dire.

Dunque la scuderia di Maranello quest’anno punta quanto più in alto possibile, e per farlo conta sulla solidità di quella che ad avviso del loro team principal Mattia Binotto sia la miglior coppia di piloti in griglia.

Nella fattispecie Marc Gené, ambassador del brand, spende parole positive su uno dei due in particolare: Charles Leclerc. Lo spagnolo infatti, descrive quasi una sorta di Leclerc edizione 2.0, come se il suo modo di essere, di guidare, di gestire la gara e molto altro, fosse migliorato in questi anni, portandolo a diventare la versione “superiore” di sé a cui assistiamo oggi; traccia quindi la descrizione psicologica di un pilota che con il suo rinnovato mindset è sicuramente molto meno emotivo rispetto agli anni precedenti.

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Charles Leclerc (Scuderia Ferrari)

Basti pensare ai successi che sta man mano collezionando già soltanto con due appuntamenti mondiali: sembrerebbe rimanere comunque con i piedi per terra, consapevole che il campionato è davvero lungo e che sono necessari continuità e nervi saldi (ed anche una vettura sempre adeguata) per poter conquistare la vetta desiderata.

Certo, sapere di essere primo sia in classifica piloti che in classifica costruttori col proprio team, sono sicura faccia un bellissimo effetto anche a Charles 2.0, altrimenti non avremmo eretto a “predestinato” quel ventunenne visibilmente emozionato che vincendo a Monza nel 2019 chiese di parlare in italiano nel post gara con Martin Brundle.

Una delle poche luci in un passato tenebroso, ma d’altronde si sa che è dalla sofferenza che arrivano le più importanti lezioni, e questo è quanto sostiene lo stesso Marc: dopo aver imparato tanto, è molto probabile che adesso stia cominciando una nuova era per Ferrari, sebbene forse non sarà così longeva come quella Mercedes.

Tuttavia a suo avviso, uno degli ingredienti principali per proseguire su questa linea di successo, è la calma (e l’equilibrio) mantenuta all’interno della scuderia oltre che da Leclerc stesso, anche attraverso Mattia Binotto (per metà svizzero, per cui nemmeno a dirlo) e Sainz (sempre molto basato, grazie alla fondamentale presenza di suo padre).

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Mattia Binotto e Charles Leclerc festeggiano dopo la doppietta rossa in Bahrain

Caro Marc, d’accordo che sono necessari “calma e sangue freddo”, ma credo che sebbene questo sia un requisito importante (e la calma l’ultima volta che la Ferrari è stata leggermente competitiva con assetto Vettel-Leclerc, andò bellamente a farsi benedire…Ricordiamo tutti come è andata a finire?!), non pensi sia stato leggermente più incisivo il fatto di aver finalmente azzeccato il progetto giusto?!

Sì, ma non diciamolo ancora troppo forte: 21 gare sono fin troppe per poter abbassare la guardia già da ora.


F1-Autore: Silvia Napoletano @silviafunoat

Foto: F1

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