Il rinnovo contrattuale di Sainz fino al termine della stagione 2024 di F1 ha diverse chiavi interpretative. In primo luogo, il team di Maranello ha apprezzato le qualità del pilota madrileño che, al debutto in rosso, ha dimostrato di avere eccellenti qualità di adattamento alla monoposto SF21. Unitamente a un approccio collaborativo che ha contribuito a creare un ottimo feeling con il compagno di squadra.
Alla fine della scorsa stagione anche i numeri hanno sorriso allo spagnolo che attraverso la costanza di rendimento è riuscito a sopravanzare Charles Leclerc nella classifica piloti e conseguire un maggior numero di piazzamenti a podio. Il prolungamento del rapporto tra Carlos e la Ferrari, tuttavia, può essere considerato funzionale alla definitiva consacrazione del compagno di squadra monegasco. Da tutti considerato l’uomo della provvidenza intorno al quale i vertici del Cavallino rampante intendono costruire i successi sportivi per gli anni a venire.
Non è un caso che l’annuncio così precoce coincida con il periodo più difficile della breve esperienza dell’iberico in rosso, segnale di rinnovata fiducia nonostante la forbice prestazionale con il team mate non sia stata mai così ampia. La sensazione che questo rinnovo certifichi lo status di scudiero è tangibile, basti pensare ai reiterati rinnovi annuali di Valtteri Bottas con Mercedes che venivano siglati proprio nelle fasi della stagione in cui il suo contributo era funzionale ai successi di Lewis Hamilton.
Dinamica simile per la storica scuderia italiana durante il regno di Michael Schumacher, con Rubens Barrichello tante volte sacrificato sull’altare del bene supremo compensato con lauti rinnovi contrattuali. Un’ulteriore chiave di lettura potrebbe essere il deludente rendimento di Mick Schumacher in avvio di stagione, dove cui il giovane tedesco è stato ridimensionato dal rientrante Kevin Magnussen dopo un anno lontano dal Circus e con sole tre giornate di test in Bahrain per prendere le misure con le nuove monoposto ad effetto suolo.
Nonostante le attenuanti del noviziato Mick è incline all’errore, come sottolineato dal team principal angloamericano Gunter Steiner già durante la scorsa stagione, propensione che è costata 4.212.500 euro di danni per gli incidenti sulla monoposto del giovane pilota tedesco:
“Nelle ultime cinque gare Mick ha avuto un bel po’ di grossi incidenti. Sono tanti soldi senza una buona ragione. Stanno diventando un troppo frequenti e troppo pesanti”.
Senza dimenticare il terribile botto durante le qualifiche di Jeddah che lo ha costretto a saltare il Gran Premio dell’Arabia Saudita a scopo precauzionale dopo i necessari controlli medici.
Il contratto di Sainz chiude di fatto le porte di Maranello al figlio dell’indimenticato fuoriclasse di Kerpen almeno fino alla stagione 2024. Se nel recente passato la gestione della sua crescita professionale poteva essere gestita attraverso un eventuale passaggio alla più competitiva Alfa Romeo, allo stato attuale delle cose Ferrari non ha più alcun potere di veto sui sedili delle monoposto di Hinwil, come dimostrato dall’appiedamento di Giovinazzi.
E’ evidente che le ambizioni del tedesco devono essere supportate da prestazioni convincenti, perché il blasonato cognome rischia di diventare un enorme fardello. Pertanto, i desideri di Schumacher dovranno essere coltivati fuori dalla sfera di influenza Ferrari come dichiarato dal team principal dell’Alpha Tauri Franz Tost:
“Mick deve guidare da qualche altra parte per altri tre anni. La F1 è estremamente complicata oggi. Un pilota ha bisogno di almeno tre stagioni per imparare a guidare ai massimi livelli. Anche George Russell e Charles Leclerc hanno avuto bisogno di quel tempo. Per prima cosa deve battere costantemente Kevin Magnussen alla Haas e cercare di fare bene con loro. Questo è il suo lavoro ora e nient’altro”.
Per la massima categoria del motorsport 23 anni rappresentano una età in cui il talento è già manifesto indipendentemente dal potenziale del mezzo, come ampiamente dimostrato dalle eccellenti prestazioni di Russell su Williams, spesso costretto a combattere nelle retrovie in relazione allo scarso potenziale della sua monoposto. La notizia della conferma di Sainz non ha colto di sorpresa l’ex campione della F2, aprendo a scenari fuori dall’orbita Ferrari:
“Penso che fosse previsto in molti modi. Certo, Carlos ha fatto un lavoro enorme l’anno scorso quindi se lo merita. Per me non significa niente di diverso dal solito. Svolgo il mio lavoro qui alla Haas facendo del mio meglio. Le opportunità arriveranno”.
Allo stato attuale del cose, la ricomposizione del binomio Schumacher/Ferrari resta una suggestiva ipotesi che perde quota da entrambi le parti in causa…
F1-Autore: Roberto Cecere – @robertofunoat
Foto: Scuderia Ferrari