F1 – Il Circus Iridato si avvia verso gli Stati Uniti dove, tra due domeniche, si correrà l’inedito GP di Miami (clicca qui per tutte le informazioni). Con Imola si è archiviato il primo dei tre appuntamenti stagionali contenenti la gara sprint. Un format che continua a far discutere e che divide drasticamente chi lo apprezza e chi vorrebbe che la tradizione fosse preservata. Nel calendario a 23 gare (22 se non sarà trovata una location sostitutiva per Sochi) dovevano essere sei gli appuntamenti che includevano questa formula. Questi almeno i desideri di Liberty Media che si sono scontrati con le posizioni dei team che si sono dimostrati molto rigidi sulla questione.
Inutile dirlo, al centro del discorso c’erano i soldi. Alcune realtà domandavano denaro extra per ratificare lo svolgimento delle sei gare brevi. Mercedes, Ferrari e Red Bull spingevano affinché limite di spesa fosse incrementato sensibilmente. Questo a titolo di risarcimento per eventuali spese maggiori a fronte di danni o incidenti vari. Questa è la linea che alla fine ha vinto anche perché serviva una maggioranza di otto team su dieci per dare il placet alla mezza dozzina di gare da 100 km. Numeri che evidentemente mancavano perché, oltre alle suddette compagini, c’erano posizioni dubbiose anche in squadre del midfield.
Diverso è lo scenario che va configurandosi in chiave 2023. Per l’anno venturo, infatti, serviranno solo sei voti per ratificare l’esecuzione di altrettante gare sprint. Una maggioranza assolutamente più semplice da racimolare in un contesto, quello della F1, in cui le alleanze cambiano col mutare del vento. A conferma di questa volatilità c’è la posizione della Ferrari che, da scettica, si pone ora su una visione opposta. Ma non è la sola equipe che ha mutato le proprie convinzioni.
La F1 Commission si è riunita oggi a Londra per discutere, tra le altre cose, proprio del format Sprint che sarà replicato in Austria e in Brasile. Mattia Binotto, su un eventuale raddoppio del numero degli eventi, si è espresso in questo termini: “Vogliamo che il numero di Sprint Race aumenti a sei il prossimo anno. In Ferrari siamo favorevoli perché pensiamo che questo formato offra buone opportunità di intrattenimento e anche introiti per il futuro. Ritento pertanto che sia una buona idea supportare questa linea“.
In realtà i voti necessari saranno 25 su 30 perché nel processo decisionale, come normale che sia, non interverranno solo le scuderie ma anche altri soggetti. Tra questi i membri della FIA e della FOM che arrivano ad un totale di 20 preferenze esprimibili. Le indicazioni sembrano positive e lo lascia intendere ancora una volta il team principal della Ferrari: “Abbiamo già discusso la questione dei costi. Sappiamo che ne vale la pena anche con budget limitato“.
Come mai Maranello si è spostata su questa posizione nel breve volgere di qualche mese? Ross Brawn ha confermato che le scuderie di F1 riceveranno un compenso finanziario per ogni Sprint aggiunta al calendario. Ecco il grimaldello che potrebbe definitivamente sbloccare il lucchetto della questione. Chiaramente sul piatto restano questioni “filosofiche” che probabilmente rimarranno irrisolte.
Non a caso potete osservare una foto nella quale sono stati immortalati George Russell e Ross Brawn. I due sono stati protagonisti a distanza di una sorta di battibecco sull’efficacia della gara da 100 km. L’inglese, rimasto incagliato a centro gruppo anche a causa di una Mercedes W13 inabile a sviluppare velocità di punta utile per sorpassare, si è detto scettico sull’utilità di un mini GP nel quale le gomme non hanno il tempo di consumarsi (domandare a Charles Leclerc cosa ne pensa). Russell, senza troppi giri di parole e forse dimentico di essere un portavoce della GPDA, non è stato tenero nel cassare l’evento imolese.
Brawn si è sentito punto nel vivo ed ha replicato in maniera piuttosto dura e forse poco opportuna, specie quando ha alluso alla maggiore importanza che meritano i piloti che occupano le posizioni d’avanguardia. Una polemica che, ad onor del vero, è morta nel momento stesso in cui è nata ma che è sintomatica di un a sorta di disagio che le vetture di nuova generazione non hanno saputo superare al di là di ciò che è stato detto, scritto e promesso in fase di definizione delle regole. Queste auto continuano ad avere problemi nel sopravanzarsi ed il DRS è tutt’oggi uno strumento imprescindibile.
Ecco che con questa realtà qualche ulteriore modifica al format potrebbe rendere il tutto più fluido. Già l’aver ridato dignità al giro singolo considerando poleman chi fa la tornata veloce al sabato è una decisione accolta con favore. Positivo è anche che siano i primi otto a guadagnare punti e non solo tre. Cosa che rende l’azione più competitiva. Il prossimo step, ciò che Russell indirettamente auspicava, è l’introduzione di qualche variabile in più che potrebbe configurarsi in un aumento nel numero dei giri e nell’imposizione di un pit stop. Elementi che andrebbero a rimescolare ulteriormente le carte conferendo ulteriore dignità sportiva alla manifestazione. A vantaggio dello spettacolo e della susseguente vendita dei diritti di trasmissione.
Chiaramente per arrivare a ciò servirebbe il benestare di altri soggetti come la Pirelli. Ma anche la possibilità di poter ulteriormente accrescere i vincoli del tetto di spesa magari permettendo anche l’introduzione di una quarta power unit stagionale visto che tre, con ogni probabilità, non basteranno per completare le 23 gare in calendario. Ma siamo nel campo delle ipotesi ad oggi irrealistiche. Al momento è solo in ballo la conferma delle sei gare. Stasera, o al più domani, ne sapremo di più.
F1 – Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Scuderia Ferrari, Oracle Red Bull Racing F1 Team