F1 – In Australia è tutto pronto per l’inizio del weekend che segna il terzo appuntamento stagionale. In due settimane di break poco è stato possibile fare. Il lungo trasferimento in terra di canguri ha fatto sì che i team si concentrassero maggiormente sull’analisi dei dati emersi da Sakhir e Jeddah piuttosto che sulle evoluzioni delle proprie vetture che, verosimilmente, arriveranno ad Imola, quando il Circus sbarcherà finalmente in Europa.
Il bis di gare mediorientali ha detto a chiare lettere che, al netto dei problemi di affidabilità clamorosamente verificatisi sulle Red Bull RB18 di Sergio Perez e di Max Verstappen, la lotta al vertice, al momento, è una questione a due tra l’olandese campione del mondo in carica e un Charles Leclerc in versione leone che non si lascia intimorire dal blasonato rivale potendo contare su una vettura, la F1-75, dal potenziale enorme.
Come prevedibile, anche se è stato piuttosto sfortunato con il timing dell’ingresso della safety car in quel di Jeddah, Perez sta offrendo prestazioni leggermente meno consistenti di quelle di Max. La stessa cosa sta accadendo in Ferrari dove troviamo un Carlos Sainz alle prese con un processo di adattamento alle nuove regole un pelino difficoltoso. Lo ha ammesso egli stesso dopo la gara di due domeniche fa. Nonostante la vettura di cui dispone sia nata benissimo, questa non riusciva, tra i muretti del Corniche Street Circuit, a rilasciare le medesime sensazioni offerte dalla meno performante SF21.
Segno che non si tratta della consistenza del progetto Ferrari, ma di un feeling non ancora totale con effetto Venturi, gomme a spalla più bassa, sospensioni più rigide, frenate leggermente più lunghe e cambi di direzione meno reattivi se confrontati a quelli prodotti dalle auto “old-gen“. Due gran premi saranno bastati per ritrovare le sensazioni giuste, ossia quelle che fanno tenere il piede schiacciato sull’acceleratore anche quando il cervello ti suggerisce di parzializzare?
Lo sapremo presto. Già sabato mattina, dopo le qualifiche, capiremo se Carlos Jr ha iniziato a sciogliere quel nodo gordiano che rischia di farlo allontanare fatalmente dal collega di casacca mettendolo nella fastidiosissima situazione di divenire un gregario, un assistente in una corsa al titolo nella quale è spettatore e non protagonista attivo. Cosa che il madrileno intende essere.
Fatto sta che lo spagnolo, almeno a parole, è determinato: “Mi piacerebbe ottenere una vittoria, vediamo. Continuo a inseguire il mio sogno in F1, ovvero vincere la prima gara e, ovviamente, un campionato. Ma per farlo è necessario prima ottenere un gran premio. E’ l’obiettivo che inseguo; è ciò per cui mi sveglio ogni mattina o che è nella mia testa quando vado a dormire, quindi spero che accada“.
Nelle parole rilasciate e Beyond the Grid l’ex McLaren non individua un arco temporale per colmare la lacuna presente del suo personale palmares. Ma viene da sé che per cullare il sogno iridato bisogna al più presto superare la fase onirica e mettere in atto manovre concrete per erigere quel castello di trionfi necessario per fregiarsi dell’alloro mondiale.
“Per vincere un campionato del mondo – ha proseguito il figlio d’arte – servono vittorie e tanti podi e negli ultimi anni ho dimostrato, anche a me stesso, che ogni volta che ho avuto l’opportunità di centrare un podio ce l’ho fatta. Ho avuto la possibilità di vincere una o due volte e ci sono quasi riuscito. Sono fiducioso, con la macchina giusta penso di riuscirci“.
Ora la vettura giusta ce l’ha. La F1-75 ha vinto in scioltezza in Bahrain e poteva bissare in Arabia Saudita se Leclerc avesse gestito un po’ meglio le fasi finali quando ha cercato di lavorare sul DRS per sorprendere Verstappen che non si è lasciato beffare. Nonostante la sconfitta il monegasco era lì a giocarsela. Sainz era invece attardato in maniera evidente. Se il distacco che sta pagando in qualifica dal compagno di squadra è minino, è sul passo gara che la forbice si allarga oltremisura. Su questo fronte Carlos deve agire e reagire. Altrimenti le sue parole resteranno dolci illusioni.
F1-Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Scuderia Ferrari