La F1 non è soltanto battaglia aperta in pista, curva dopo curva sino alla bandiera a scacchi: molto spesso la supremazia di un pilota è frutto anche di talento (quando c’è, e non è sempre detto che ci sia) e grande resistenza psicologica. Certo ci sono tantissime altre variabili da tenere in considerazione, quali ad esempio il team e la monoposto in sé, ma diciamo che in quel caso non è del tutto responsabilità/merito del pilota in primis.
Quando poi a tutta una serie di fattori si aggiunge anche l’ipotetica variabile di un compagno di scuderia ben propenso a svolgere il ruolo di seconda guida, il percorso diventa ancora più agevole. Beninteso, nessuno dei piloti in griglia aspirerebbe mai volontariamente allo svolgimento di un compito simile, ma non è di certo una novità il fatto che queste dinamiche tendano poi a verificarsi quando subentrano interessi più consistenti in ballo.
Questo è quanto si teme possa accadere quest’anno in casa Ferrari: la promettente (nonché vincente) F1-75 si sta dimostrando sempre più all’altezza delle aspettative che ha lasciato man mano si venissero a creare gara dopo gara, ragion per cui è lo stesso team che su questa stagione inizia a scommettere davvero tanto. Figuriamoci i tifosi.
Tuttavia al team principal rosso Mattia Binotto la questione è stata sollevata apertamente, e la sua opinione in merito è che attualmente l’ipotesi di designare una prima/seconda guida non è stata nemmeno lontanamente vagliata, e che anzi reputa entrambi i suoi piloti forti e solidi (tra l’altro aggiunge anche che spera in un guizzo di Carlos Sainz atto a mettere in difficoltà Charles Leclerc).
Dunque una gestione per il momento super partes, che forse rimanda i ricordi indietro nel tempo di qualche anno: quando cioè alla guida dell’allora SF90 insieme al monegasco c’era Sebastian Vettel.
Possiamo delineare un ricordo dolceamaro di quelle stagioni, alti e bassi continui in cui per il più spicciolo degli osservatori la risoluzione finale sarebbe stata semplicemente stabilire un primo pilota e lasciare che si corresse seguendo quella linea guida. Col senno di poi probabilmente in parte poteva anche esser così, ma allora c’erano ben altri problemi, ognuno dei quali meritava la giusta attenzione e soluzione. Quell’era si è conclusa con un burrascoso divorzio tra il cavallino rampante ed il quattro volte campione del mondo, quest’ultimo con l’amara consapevolezza di non essere riuscito a conquistare un agognato titolo mondiale con la Rossa.
Tuttavia nonostante l’epilogo drammatico, il tedesco (a mio avviso, uno dei migliori attualmente in griglia a prescindere dalle prestazioni e dai titoli mondiali, un gran signore proprio a livello umano) conserva un buon ricordo del suo compagno di squadra, ed anzi proprio durante lo scorso fine settimana australiano ha speso per lui parole lodevoli.
Difatti si dichiara per nulla sorpreso di quanto il monegasco stia concretizzando quest’anno, specialmente perché all’epoca delle loro corse insieme, è sempre stato battuto per suoi indiscutibili meriti (ricordiamo che Leclerc conquistò più vittorie e più podi, ma anche complessivamente più punti del suo compagno). Sostiene anche che le sue indubbie doti lo porteranno lontano, se dovesse continuare ad avere i mezzi per poterlo fare, e questa è una cosa di cui Vettel è certo da sempre: sin dal primo momento infatti, ricorda che al suo approdo in Ferrari tutti si accorsero che il suo era davvero un talento speciale.
Dunque un vero e proprio attestato di stima, che se redatto da un pilota di quella caratura, un quattro volte campione del mondo, credo guadagni ancora di più valore.
F1-Autore: Silvia Napoletano – @silviafunoat
Foto: F1, Scuderia Ferrari, Aston Martin