F1: Il pagellone addolorato del Froldi
Soldati:
Si sta come
d’autunno
sugli alberi
le foglie.
“Bosco di Courton luglio 1918”
Giuseppe Ungaretti
Ora, non è che si voglia qui paragonare la vita dei soldati durante i massacri del primo evento bellico con le “disgrazie” sportive. Ogni guerra é terribile, figuriamoci quelle mondiali. E la prima fu particolarmente cruenta per i fanti. E’ evidente che lo sport non possa essere accostato agli eventi bellici. Ci sono cose ben più importanti nella vita, ci mancherebbe. La salute, diranno in molti, l’amore replicheranno altri.
Va bene, ci siamo capiti. Eppure anche lo sport dà senso alle nostre esistenze. E poi, si sa, il tifare Ferrari dà un senso di appartenenza che non si può avere per altri team (con tutto il rispetto parlando) per ciò che la Ferrari è, ha rappresentato, e rappresenta. Alla faccia dei “garagisti” o dei loro emuli contemporanei (tiè!). E scusate lo sfogo.
Inoltre, con un’analogia certamente forzata, e di questo chiedo scusa al maestro dell’Ermetismo (la scuola poetica “appendice” del decadentismo, in cui la parola diventa talmente rarefatta e scarna da essere quasi rivelazione del divino), al mio amato Ungaretti… dicevo, con un’analogia forzata, anche noi, seduti sul divano di casa, con le nostre anime protese in quella monoposto, come se insufflassimo noi benzina e aria e potenza nel sei cilindri Ferrari siamo, almeno metaforicamente, soldati.
E qui, ahimè, sappiamo sin troppo bene cosa significhi tifare la casa di Maranello. E’ un pò una malattia, di quelle croniche. Certo, paragone forte, capisco. Seguitemi. Non puoi dire: mo basta, da domani non la tifo più. E’ come quegli amori tossici che sai ti faranno male ma ti ci fiondi lo stesso, perché danno senso a tutto (o, perlomeno, ce ne convinciamo)…
Negli ultimi 30 anni, a parte il maestoso ciclo del Kaiser, di bocconi amari, sberleffi, battutacce, sorrisini da parte dei dominatori del momento, mondiali persi per un soffio con scene fantozziane… di tutte queste cose assortite ne abbiamo avuto così tante che talvolta ci viene quasi il pudore (e il timore) di festeggiare, perché quando sembra tutto perfetto ci aspettiamo che qualcosa ci metta lo zampino.
E… e difatti, mentre Leclerc se ne stava andando via d’autorità, ecco il guaio tecnico. E’ stata una coltellata a freddo, di quelle che fanno davvero male. Anche perché, per la prima volta da oltre un decennio, lo sviluppo della monoposto ha dato gli esiti sperati (segno che gli strumenti di Maranello ora lavorano come si deve), proprio nella pista dove se ci vai bene puoi andare bene ovunque.
Ecco, manco il tempo di gioire di questa “svolta” storica… che… puff, tutto in fumo, con il mesto ritiro. E questo, inevitabilmente, ti fa venire la luna storta la domenica… insomma, lo sapete di cosa sto parlando. Beato chi può riuscire a staccare, magari mettendosi a fare qualche lavoretto, tenendo impegnata la mente. Gli altri, fra i quali ci sono in parte anche io, hanno ancora gli incubi…
Per fortuna che domenica arriva Monaco. Fortuna per modo di dire. I bookmaker manco quotano Charles che va a muro (vedi la storia della sua complicata relazione d’amore con il Principato). Ma, magari, chissà questa volta al posto di una coltellata ci arriva una gioia. Non ci spero… ma (per citare James Bond): “Mai dire mai”.
F1. Gp Spagna 2022: voti
Leclerc. Voto: 10 honoris causa. E che gli vuoi dire? Prima ti stampa una pole da urlo, poi prende il largo… e poi vabbè, “anche i ricchi piangono”.
Ma non possiamo certo dire, lo ripeto, che Charles non sia fatto della materia delle stelle. I sogni.
Sainz. Voto: male, male, male. Non è che si voglia per forza “rimestare” il coltello nella piaga, però ieri un Bottas qualsiasi l’avrebbe portata a casa. Caro Carlos, qui nessuno mette in dubbio le tue qualità. Però devi darti una mossa. E’ il pane quotidiano dei piloti di F1 guidare monoposto che spesso a loro non calzano come un guanto. Immagino che se Vettel in red avesse avuto un inizio del genere, dalle parti di Maranello lo avrebbero crocifisso in sala mensa…
Power Unit Ferrari. Voto: è allarme “Rosso”? Battuta scontata. Però…La PU Ferrari è un capolavoro ed è nuova, non si tratta di evoluzione della sciagurata peto-marmitta 2020 (causa noto accordo segreto, sì ossimoro, Fia-Ferrari) modificata parzialmente nel 2021. Un’unità nuova e potente come quella sfornata dalla Ferrari ha, inevitabilmente, problemi di gioventù. Incrociamo le dita. D’altronde l’anno scorso, con sei PU, la Mercedes ha vinto il mondiale Costruttori e per il Piloti, vabbè, se ne discute ancora oggi (e se ne discuterà a lungo)…
Mercedes. Voto: PURTROPPO è migliorata. Insomma sì, eppur si muove. Ma forse, parafrasando Twain, la notizia della sua risurrezione è un pochino esagerata…
Red Bull. Voto: 10 e lode. Chi vince ha sempre ragione. Ahimè
Russel su Hamilton. Voto: recidivo.
Aston Martin-Ex Racing point. Voto: super recidivi.
La giornata di Binotto. Voto: incubo. Prima la debacle Ferrari, poi l’Inter che perde lo scudetto contro i cugini rossoneri…
Tre Pu per stagione. Voto: ubriachi al bar. A me torna sempre in testa la battuta al fulmicotone del compianto Marchionne sul regolamento con le parti contingentate dell’era turbo-ibrida. “Scritto da quattro ubriachi al bar”.
Se possibile, come sappiamo, dal 2014 ad oggi le cose sono pure peggiorate per il risicato numero di tutte le componenti. Lasciamo perdere la fantascientifica bufala che così tutti avrebbero risparmiato, il motivo principe per cui la Fia ha fatto passare di tutto.
Per far durare quelle componenti ne devi massacrare non so quante al banco, devi spendere una fortuna in studio dei materiali e progettazione e il costo per singola unità diventa proibitivo. Faccio qui una pubblica scommessa. Sono convinto, anzi sicuro, che nessuno, alla fine dell’anno, avrà usato solo tre PU. E questo dovrebbe far riflettere i man in black della FIA.
Ma no, non accadrà. Giammai ammettere di aver “toppato” clamorosamente. Che poi, sia chiaro, i team (tutti) hanno detto sissignore… quindi chi è causa del proprio mal…
Autore: Mariano Froldi – @MarianoFroldi