venerdì, Novembre 22, 2024

Volkswagen 2026: rischio nuovo blocco di potere in F1

F1 – Ora lo si può affermare con certezza: il gruppo Volkswagen entrerà in Formula 1 attraverso i suoi “luxury brand” più prestigiosi del motorsport, Audi e Porsche.

A darne notizia è il CEO dell’azienda tedesca Herbert Diess nell’ambito di uno speech, trasmesso in diretta anche su youtube, con la popolazione di Wolfsburg, sede centrale del colosso tedesco, in cui il manager tedesco ha parlato dei piani di transformation, dei progetti futuri e della Formula 1.

Il numero uno del gruppo tedesco durante il meeting odierno ha ufficializzato l’impegno nella massima categoria: “Volkswagen non entra in F1. Non è un marchio adatto e non parteciperà. Posso però dire questo: i marchi premium hanno deciso di entrare in Formula 1 con il nostro sostegno. Per quanto riguarda Porsche, il progetto è già relativamente concreto. Per quanto riguarda Audi, invece, non ancora così tanto“.

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Tweet dell’account ufficiale del gruppo Volkswagen in merito allo speech odierno.

La notizia era nell’aria e le decisioni condivise nel meeting della F1 Commission, tenutasi a Londra martedì scorso, hanno sciolto le ultime riserve del top management del gigante tedesco dell’automotive (clicca qui per approfondire). La commissione ha fondamentalmente accettato tutte le istanze tecniche ed economiche del gruppo Volkswagen, affinché il suo ingresso possa garantire un’immediata competitività delle future power unit di Audi e Porsche.

Il sistema Formula 1, nel suo insieme, non poteva permettersi di rinunciare all’occasione di condividere il proprio destino con brand di enorme prestigio e soprattutto rinunciare al faraonico investimento del colosso tedesco a supporto del proprio programma nella massima serie automobilistica.

E’ verosimile che la tentazione di questa nuova sfida sia stata infusa da Stefano Domenicali che dal 2014 al 2016 ha ricoperto il ruolo di Vicepresidente New Business Initiatives di Audi e che oggi è l’amministratore delegato di Liberty Media Formula One Group.

Secondo la BBC proprio a Stefano Domenicali fu affidato uno studio di fattibilità del progetto F1 a pochi mesi dall’ingresso del gruppo Volkswagen che mise in evidenza il ROI (Return on investment) della Mercedes nella stagione 2014 pari a circa 2,8 miliardi di dollari, mentre l’insieme delle entrate relative alle attività sportive del gruppo Volkswagen non superavano i 30 milioni di dollari, senza contare l’enorme ritorno d’immagine del brand. 

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Stefano Domenicali, presidente e CEO della Formula Uno

All’epoca non se ne fece nulla anche a causa del pessimo rapporto tra Ferdinand Piech, nipote di Ferdinand Porsche nonchè boss del gruppo Volkswagen, e Bernie Ecclestone, deus ex machina della Formula 1 pre Liberty Media.

Volkswagen ha ceduto al lungo corteggiamento della F1 solo dopo aver ricevuto le garanzie di poter operare in un quadro normativo che valorizzasse il proprio background tecnologico maturato in altre discipline del motorsport, senza dover scontare un noviziato troppo lungo prima di poter competere ai massimi livelli.

Il congelamento del programma Audi nella classe LMDh ha di fatto lanciato un inequivocabile segnale di ammiccamento verso la Formula 1 e ha inviato un chiaro messaggio in merito al perimetro del proprio know-how , oltre il quale non si era disposti ad investire.

La consistenza economica dell’impegno del gruppo Volkswagen in Formula Uno sarà massiccio (clicca qui per approfondire), tuttavia c’è molta curiosità in merito alla natura del programma sportivo dei brand Audi e Porsche. Da tempo si vocifera del supporto ufficiale a Red Bull e McLaren a partire dal 2026, tuttavia i marchi del colosso di Wolfsburg sono stati accostati anche ad altri team come Sauber secondo la suggestiva ipotesi del team principal di Woking Andreas Seidl.

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Rendering Red Bull – Porsche

Sarà interessante capire se le future unità turbo-ibride di Audi e Porsche avranno una paternità differente oppure si tratterà del medesimo propulsore distinguibile solo dal marchio apposto sulle rispettive testate

La questione della distinta proprietà intellettuale è un argomento molto delicato che già desta preoccupazione in relazione alla possibile knowledge transfer da Red Bull Powertrains verso il futuro fornitore delle unità turo-ibride della scuderia di Milton Keynes.

Un altro punto di attenzione è la concreta possibilità che a partire dal 2026 due team motorizzati da marchi facenti capo alla medesima entità industriale, possano lottare per il titolo costruttori.

I potenziali binomi Red Bull/Porsche e McLaren/Audi hanno tutte le carte in regola per ambire al titolo mondiale, tuttavia in F1 raramente si è verificato che due team lottassero per la massima posta in palio utilizzando il medesimo propulsore, inoltre il blasone dei team in ballo non consente di ragionare secondo una logica di A-Team e B-Team (clicca qui per approfondire).

Il precedente più recente risale al triennio 1995-97 quando Williams e Benetton erano entrambe motorizzate dal V10 Renault RS7 e in quella circostanza non mancarono polemiche e dissapori su eventuali favoritismi del costruttore transalpino.

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La collisione tra la Benetton Renault di Michael Schumacher e la Williams Renault di Damon Hill durante il gran premio di Inghilterra del 1995

In un potenziale contesto di egemonia tecnologica Audi-Porsche si potrebbero creare tutte le condizioni di un grave conflitto di interesse, nella misura in cui la società capogruppo di Wolfsburg intendesse valorizzare ed investire su uno dei suoi “luxury brand” piuttosto che sull’altro in relazione a mere necessità dettate dal mercato automobilistico.

Un ulteriore preoccupazione di alcuni team è il crescente interessamento dei cosiddetti B-Team verso i futuri propulsori tedeschi. Se anche Sauber unisse i futuri destini sportivi ad uno dei due marchi del gruppo Volkswagen ci sarebbero ben quattro scuderie su dieci motorizzate Audi o Posche, considerando certe le partnership con Red Bull, Alpha Tauri e McLaren.

Se dal punto di vista sportivo le future collaborazioni potrebbero indebolire il contributo dei B-Team Ferrari e Mercedes, e altrettanto importante considerare l’enorme peso politico che sarebbe accentrato nelle mani del colosso di Wolfsburg.

I padroni del vapore della Formula 1, accolgono con soddisfazione il sospirato si del gruppo Volkswagen, ma dovranno dimostrare di poter gestire una nuova dimensione sportiva e politica che non ha precedenti nella storia della massima seria automobilistica a ruote scoperte.


F1-Autore: Roberto Cecere – @robertofunoat

Foto: F1, Volkswagen

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