F1. L’Autodromo Nazionale di Monza è diventato una sorta di Area 51. È successo nella giornata di ieri quando, durante lo svolgimento del secondo ed ultimo filming day stagionale a disposizione di Ferrari, il tracciato brianzolo è stato blindato come non mai. La motivazione ufficiale è dettata dal rinnovato portafoglio di partner ufficiali rispetto al backdrop presente nelle foto della presentazione della F1-75.
Durante tale evento, secondo il corpo normativo, è possibile percorrere una distanza massima di 100 Km. Facendo due rapidi calcoli, considerando il layout della pista italiana, corrispondono circa a 17 tornate. Pneumatici dimostrativi forniti da Pirelli, queste le mescole utilizzate sulla monoposto modenese. La scelta di utilizzare il “tempio della velocità” come location delle “riprese”, congettura tecnica alla mano, risulta molto indicativa in tal senso.
Le discipline che si sviluppano in queste giornate, messe in atto attraverso la realizzazione di una serie di video promozionali, non consentono alcuna introduzione di parti della monoposto che non siano già state utilizzate nei precedenti round del mondiale in corso. Argomento molto spinoso questo, soprattutto in seguito alle “illazioni” dei rivali durante i test Pirelli successivi al Gran Premio di Imola, dove l’accusa di una presunta difformità sulla specifica del fondo utilizzato sulla F1-75 ha tenuto banco.
Adottando una visione di insieme sulla faccenda, l’immagine della monoposto italiana alla prima variante dopo il rettilineo, twittata dall’account ufficiale del Cavallino Rampante, è tanto inusuale quanto onomatopeica nel suo messaggio: la Scuderia Ferrari rispetta le regole.
Come dicevamo, la conformazione unica nel suo genere conferisce alla pista lombarda caratteristiche molto simili ad una vera e propria galleria del vento all’aperto. In assenza dei test collettivi pertanto, rappresenta, seppure con tutte le limitazioni del caso, un’occasione assai ghiotta per raccogliere dati preziosi nella pista in cui vengono utilizzati i set-up a più basso carico dell’intero mondiale.
Oltre ad aver testato l’ala posteriore inizialmente prevista per Miami, specifica che prevede una corda del profilo principale modificata per abbattere la resistenza all’avanzamento, le poche ma preziosissime tornate compiute da Charles Leclerc hanno consentito ai tecnici di Maranello di racimolare una miriade di informazioni, all’interno di uno scenario in grado di esaltare l’efficienza aerodinamica.
Fattore sul quale gli ingegneri Ferrari stanno lavorando per innalzare le prestazioni dell’ottima F1-75. Quella di ieri, quindi, ha rappresentato un’ottima opportunità per verificare la bontà della correlazione dei dati raccolti in pista con quelli della galleria del vento. Ecco perché, i pochi giri compiuti dal monegasco, possono diventare un punto di consistenza nell’evoluzione della monoposto, alla ricerca di un coefficiente di penetrazione aerodinamico che, a parità di spinta verticale, non vada a compromettere le velocità di punta generate sui rettilinei.
Grazie ad una delle pochissime immagini della vettura in azione, possiamo notare il colore argenteo del meccanismo di attivazione del DRS, dovuto alla mancanza dell’involucro in fibra di carbonio. Con la mente sempre di più rivolta al “peso forma”, sulla F1-75 dovrebbe scomparire il film di vernice trasparente garantendo un risparmio in termini di peso prossimo ai 700 grammi. In una lotta mondiale sul filo dei centesimi di secondo, il weight saving può certamente fare la differenza in termini di agilità nei cambi di direzione.
Durante il filming day, per di più, i tecnici di Maranello hanno utilizzato flow viz di colore giallo sull’ala posteriore. Questa speciale vernice è composta da una polvere fluorescente mescolata con un olio leggero (paraffina) che evaporando si espande sulle e disegna le strutture del flusso, provvedimento utilissimo per studiare il comportamento aerodinamico.
Gli uomini Ferrari, come detto, sono chiaramente alla ricerca del giusto equilibrio che possa garantire, senza rinunciare alla downforce, una migliore velocità di punta. Elemento cruciale nella lotta contro Red Bull che ha reso vani gli attacchi di Charles Leclerc negli ultimi giri del Gran Premio di Miami nonostante l’utilizzo continuativo dell’ala mobile.
L’analisi comparativa della telemetria tra Leclerc e Verstappen, relativa alle ultime tornate della gara statunitense (vedi illustrazione), parla moto chiaro: il vantaggio derivante dal triplice utilizzo del DRS, infatti, nella quasi totalità dei giri finali non ha determinato una superiorità velocistica tale da garantire al monegasco una realistica chance di sorpasso sulla RB18 numero 1 alla staccata di curva 17.
Il layout del prossimo circuito in calendario, in terra spagnola, non presenta segmenti ad alta velocità di percorrenza eccezion fatta per il rettilineo di partenza/arrivo. Al riguardo, gli up-date annunciati da Ferrari sulla F1-75 potranno rivelarsi come l’arma del contro sorpasso prestazionale su Red Bull? E magari, perché no, confermare il corretto allineamento tra i risultati ottenuti nelle simulazioni in galleria del vento e quelli della pista?
Domande alle quali resta difficile rispondere al momento, in considerazione del fatto che, la scuderia di Milton Keynes, ha messo in atto un piano piuttosto aggressivo sugli aggiornamenti, investendo tempo e capitali con una gestione oculata del budget cap con un chiaro obbiettivo: migliorare quanto più possibile la vettura nel breve e lungo termine dettando legge a livello prestazionale…
Autore e grafici: Roberto Cecere – @robertofunoat
Foto: Scuderia Ferrari