F1 – Un mezzo flop. Dopo un venerdì che aveva acceso la lampadina della speranza (leggi qui) il sabato della Mercedes ha avuto l’effetto della caduta fragorosa. Sin dal terzo turno di libere si erano avute le avvisaglie di una giornata potenzialmente ostica. Lewis Hamilton e George Russell, pur facendo un lavoro molto particolare nella ricerca del tempo (leggi per approfondire), avevano chiuso la sessione nelle retrovie. I commenti a caldo non erano incoraggianti ed andavano tutti nella medesima direzione: con qualche piccolo cambiamento d’assetto e delle condizioni della pista (Curva 17 riasfaltata in fretta e furia e alla bene e meglio, nda), la W13 ha reagito mutando drasticamente il suo comportamento.
Nelle qualifiche le cose sono andate leggermente meglio. Almeno per Lewis Hamilton che ha chiuso con un tutto sommato accettabile sesto posto con un gran margine su George Russell che per una serie di errori – suoi e del suo muretto – non ha passato la tagliola del Q2. Nonostante ciò, in tutto il turno di qualificazione, il talento di King’s Lynn non aveva mai dato la sensazione di poter stare davanti al compagno di garage.
F1 – Mercedes W13: una vettura troppo sensibile
Dopo le due sessioni di prove libere lo avevamo detto: attenzione a ritenere risorta la W13. Le condizioni particolari offerte da una nuova pista avevano messo il progetto di Mike Elliott in condizioni di adattarsi meglio e prima della concorrenza che, analizzando i dati nella notte tra venerdì e sabato, ha poi prodotto assetti efficaci che hanno riallargato la forbice prestazionale. Ancora, era parso abbastanza evidente che gli uomini Mercedes avessero spinto un po’ di più sulle mappature della power unit per testare “sotto stress” le modifiche aerodinamiche presentate a Miami.
“Abbiamo avuto un paio di sessioni difficili dopo l’ottimismo di venerdì– ha detto Andrew Shovlin, trackside engineer della Mercedes – Per qualche motivo ci è mancata l’aderenza al posteriore per tutto il giorno. La cosa ha prodotto un’auto molto imprevedibile per i piloti. Avevamo apportato alcune modifiche durante le qualifiche nel tentativo di migliorare sia l’equilibrio che il rimbalzo, ma è diventato un problema: il retrotreno ha iniziato a scivolare con susseguente surriscaldamento delle gomme“.
“Ora – ha proseguito il tecnico – dobbiamo sfruttare al meglio le nostre posizioni di partenza di sesta e dodicesima. Abbiamo pochissimi dati a lungo termine a causa delle bandiere rosse, ma è lo stesso per tutte le squadre. Se fa caldo come sabato il degrado e il surriscaldamento saranno significativi. Ciò può creare opportunità nella strategia ma alla fine i fattori principali saranno il ritmo di gara e la possibilità di sorpassare“.
Possibilità di sorpassare che potrebbero esservi grazie alle tre zone DRS e ad una ritrovata velocità di punta della W13 che è migliorata su questo fronte grazie al pacchetto “low drag” introdotto sin dal primo turno di libere.
F1 – Mercedes: “All-in” sulle strategie di gara
La terza fila era l’obiettivo che gli uomini della Stella a Tre Punte si erano dati per le qualifiche. Il sesto posto di Lewis ha centrato solo parzialmente l’obiettivo. Anche perché il gap dalla vetta è significativo (829 i millesimi da Leclerc, nda). Inoltre la mezza debacle di Russell non era messa in conto. Mercedes dimostra – e non è la prima volta in stagione – una certa disabitudine a lottare nelle zone mediane. Da qui la confusione che ha contribuito a non arrivare in Q3 con la vettura n°63 che, va sottolineato, non si era resa protagonista di buoni giri nei tentativi inziali.
“Le qualifiche di certo non sono state soddisfacenti oggi – ha riferito un deluso Toto Wolff al sito ufficiale della scuderia anglo-tedesca – P6 e P12 non sono dove dovremmo essere e non dove pensavamo di stare dopo un solido venerdì. Anche se in alcune sessioni stiamo vedendo scorci di performance, non siamo ancora in grado di mettere tutto insieme. Abbiamo guadagnato buoni punti di riferimento da venerdì, dobbiamo solo continuare a capire e svilupparci ma è chiaro che abbiamo una traiettoria dolorosa da seguire in questo momento“.
Parole che riportano al titolo di questo articolo: la Mercedes W13 è una monoposto ingannevole. Basta veramente poco perché il suo comportamento muti – spesso al peggio – in maniera repentina. Questa, forse, l’unica speranza in chiave gara: ritrovare prestazione tornando alla configurazione del venerdì. Chiaramente nei limiti di ciò che è consentito dal regime di Parco Chiuso. Ma ad ora non è possibile fare previsioni tecniche, sembra che ci debba affidare al fato.
F1 – Gp Miami: parlano Hamilton e Russell
Lewis Hamilton si è mostrato abbastanza soddisfatto della qualifica nonostante il “downgrade prestazionale” rispetto al giorno precedente: “Oggi è stata una sessione di qualifiche molto molto migliore rispetto alle ultime tre gare; quindi sono grato per questo. Continuiamo a limare i problemi e continuiamo a lavorarci. Tanto lavoro straordinario è stato svolto in background e tutti stanno spingendo. Sfortunatamente non penso che stiamo esprimendo il ritmo che vorremmo: il divario è simile a quello di inizio anno“. Questo dato, in effetti, non è confortante perché sembra vanificare ogni sforzo fatto per chiudere il distacco con chi – vedasi Ferrari – non ha ancora iniziato a sviluppare le propria monoposto.
“Dobbiamo solo tenere la testa bassa, rimanere concentrati, continuare a lavorare, continuare a scavare e alla fine ci arriveremo – ha spiegato il sette volte iridato – È difficile dire come saremo sul passo gara. La macchina, generalmente, non è stata forte in questo fine settimana. Ma oggi, una volta che sono riuscito a mettere le gomme in una posizione migliore, è stato un po’ più promettente“.
In quest’altalena di difficoltà che nel team coglie prima un pilota e poi l’altro, George Russell non può che esprimere una pacata delusione per un turno di qualifiche su cui si riponevano ben altre speranze: “La macchina oggi rimbalzava molto di più e di conseguenza non potevo attaccare nessuna delle curve. È un peccato perché ieri abbiamo mostrato un buon potenziale, ma oggi è andato via in maniera massiccia da noi”.
“Pensavamo di essere stati piuttosto prudenti con l’assetto durante le qualifiche per evitare il porpoising che abbiamo riscontrato nelle FP3, ma ci è sembrato altrettanto brutto. Il rimbalzo ci ha colpiti in tutte le curve ed in particolare nella 4 e nella 5. Pertanto non potevo attaccare in frenata. Quando metti la macchina nella finestra giusta è veloce e venerdì sembravamo in lotta per la pole. Per me è stata la peggiore qualifica dell’anno, quindi è difficile darle un senso“.
Per l’ex Williams c’è una montagna da scalare anche se il layout del Miami International Autodrome e la velocità sciorinata nei giorni precedenti potrebbero permettere un buon recupero. Pista nuova, muretti vicini, potenziali safety car, assenza di prove sul passo: rischi che sia Russell che Hamilton vogliono trasformare in opportunità. Perché, al momento, le “zone dorate” della classifica sembrano essere irraggiungibili senza cataclismi sportivi.
Mercedes soffrirà ancora in attesa di vedere, tra due settimane, il pacchetto più o meno definitivo che dovrebbe dare un senso alla stagione che continua ad essere difficoltosa ed avara di soddisfazioni.
F1 – Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Mercedes AMG F1