F1. Caos federale. Questo paga la Ferrari. Questo sconta, ancora una volta, la Formula Uno nella sua interezza. E succede nonostante il n°1 della FIA, Mohammed Ben Sulayeam, abbia provveduto, dopo il fatti di Abu Dhabi 2021, a rivoluzionare le procedure ed a rimuovere i protagonisti di una pagina certamente non rimarchevole di diritto sportivo. E non solo.
Il GP di Monaco ha avuto un epilogo controverso. La Ferrari non ha accettato le decisioni dei commissari di gara sulle presunte infrazioni commesse da Sergio Perez e da Max Verstappen che avrebbero superato, sfiorato o toccato (questo il punto focale della vicenda) la linea che demarca l’uscita dalla pit lane. Alla base dell’ennesimo episodio di cui si dibatterà molto a lungo c’è un errore sostanziale commesso da Eduardo Freitas, direttore di gara di lungo corso nel WEC ma novello per quanto riguarda le questioni afferenti la Formula Uno.
F1. Gp Monaco: Freitas paga lo scotto del noviziato
La questione ruota tutta intorno alle note pre-gara prodotte dal dirigente portoghese. Che sarebbe inciampato in una topica che col senno di poi non possiamo ritenere veniale. Freitas ha sottolineato che i piloti, in conformità con il Capitolo 4 (Sezione 5) dell’Appendice del regolamento sportivo, devono tenersi a destra della linea gialla continua all’uscita dai box e rimanere alla destra di tale “confine” fino al termine di Curva 1.
Scritta così, la nota è chiara ma non chiarissima perché non specifica se la linea la si può toccare o meno. Secondo la Ferrari, in ottemperanza ad una vecchia interpretazione riferibile al GP di Turchia 2022, “stare a destra” vuol dire che nessuna parte della vettura può “baciare” la riga di uscita dalla pit lane. Gli steward hanno rigettato questa interpretazione e nel farlo hanno messo “sotto accusa” il direttore di gara.
Il regolamento sportivo sulla materia è stato modificato proprio nel 2022 a seguito dei fatti di Yas Marina. Si è stabilito, infatti, che la linea di uscita dai box non deve essere attraversata da nessuna parte di un’auto. Si specifica che qualsiasi pneumatico di una monoposto in uscita dalla pit lane non deve attraversare la striscia gialla. La nuova linea guida, che ha valore di legge, specifica che per far scattare penalità una ruota intera deve essere a sinistra della linea in questione.
Freitas ha “dimenticato” questo dettame regolamentare e si è riferito alle note che l’anno passato produceva Michael Masi ma che oggi non hanno valore perché cozzano col nuovo corpus normativo. Le indicazioni di Freitas, dunque, erano in contraddizione con il regolamento. Da qui la sconfitta del ricorrente. Ossia della Ferrari.
F1. Gp Monaco: Ferrari e Red Bull hanno entrambe ragione
La questione è molto semplice: in questa diatriba hanno tutti ragione. Ne ha la Ferrari che si è attenuta alla prescrizioni del direttore di gara imponendo ai suoi piloti di non sfiorare il confine oggetto di controversia; ha ragione la Red Bull i cui driver hanno fattivamente rispettato il regolamento che, per natura, ha valore superiore alle osservazioni del direttore di gara.
Ad essere nel torto è ancora una volta la F1 che si espone ad un’altra figura non proprio edificante. Se Freitas ha commesso un errore riferendosi a note ormai vetuste e desuete va anche sottolineato non c’è stato un controllo successivo. Il sistema a più verifiche introdotto dalla FIA dopo il campionato 2021 non ha funzionato.
Ci troviamo, quindi, al punto di partenza. Abbiamo una squadra, le Ferrari, che si sente lesa. Ce n’è un’altra, la Red Bull, che pensa di aver operato nell’alveo della legalità. In mezzo ci sono i tifosi e gli appassionati che restano straniti dall’ennesimo guazzabuglio dopo che si era pesantemente rimesso mano alla governance del mortorsport.
Cambiano gli uomini, restano i problemi. Questa è la sensazione che scaturisce dopo l’appuntamento monegasco. L’anno scorso, quando buona parte degli osservatori cercò piuttosto maldestramente di giustificare le irrituali decisioni di Masi, sottolineammo la gravità di certe scelte.
Oggi che la superficialità ha penalizzato altri team si levano cori di disappunto che si sarebbero dovuti sentire anche in altre circostanze. La trasparenza decisionale è un concetto da preservare con forza, al di là dei protagonisti di volta in volta coinvolti.
Ci auguriamo che questo sia il primo e ultimo capitolo di un libro che non vorremmo diventasse troppo corposo. La Formula Uno è la grande narrazione di gesta sportive, non è né deve essere la storia di tediose vicende giuridiche.
F1 – Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Scuderia Ferrari F1, Oracle Red Bull Racing