F1 – Un debutto da incubo per Max Verstappen per effetto dei numerosi problemi tecnici accusati dalla RB18 sia durante le prove libere del mattino che nelle FP2 pomeridiane nella prima giornata del weekend nel nuovo circuito di Miami.
Nel corso delle FP1, il campione del mondo olandese è riuscito a collezionare solamente 14 tornate. Ciò nella sessione in cui tutti i piloti hanno iniziato a calibrare il proprio stile di guida rispetto alle peculiarità di un tracciato inedito apprezzato sinora solamente al simulatore.
Dopo solo nove giri Verstappen è stato richiamato ai box per un problema di surriscaldamento della RB18 esternando la sua frustrazione con un team radio eloquente quanto garbato in linea con la versione più consapevole e meno impulsiva del Max 2.0, limitandosi a comunicare la necessità di imparare la pista (clicca qui per approfondire).
La chiamata ai box non era mirata ad un rapido controllo della monoposto, in quanto i meccanici del team austriaco hanno dovuto rimuovere il cofano motore ed effettuare un check invasivo sotto il vigile sguardo di Adrian Newey.
Le successive verifiche sulla monoposto del campione del mondo hanno indotto alla sostituzione del cambio alla fine del primo turno di sessione di libere a scopo precauzionale.
F1 – GP Miami: la RB18 si conferma regina delle velocità
Nonostante i soli 36 giri complessivi portati a termine nella sessione mattutina dai due alfieri del team di Milton Keynes, la RB18 ha confermato la sua competitività soprattutto nel segmento più veloce del circuito caratterizzato dal rettilineo di 1,1 Km che porta alla violenta staccata di curva 17 tratto in cui la monoposto ha fatto subito registrare le velocità di punta più elevate.
Anche il turno pomeridiano è stato tormentato da problemi tecnici sulla monoposto di Verstappen, che appena sceso in pista ha lamentato problemi di guidabilità dovuti all’indurimento dello sterzo a causa di un’avaria al sistema idraulico Brake-By-Wire che ha causato anche un principio di incendio all’impianto frenante della gomma posteriore destra.
Nel tentativo di riportare la monoposto ai box ad andatura molto ridotta, il campione del mondo ha creato diverse situazioni di potenziale pericolo costringendo Lance Stroll a schiavarlo in curva 16, azione notata dalla federazione, e successivamente rallentando Fernando Alonso con il quale sì subito scusato.
F1 – Red Bull: parlano i protagonisti
Il mesto rientro ai box ha sancito la definitiva conclusione della giornata di passione del pilota olandese molto deluso e preoccupato per lo sviluppo del suo weekend come dichiarato ai microfoni di Sky Sport:
“Non una buona giornata, dolorosa su una pista come questa in cui vuoi girare per imparare e prendere il ritmo. Ho fatto solo 4-5 giri veloci, non l’ideale. Non riuscivo a sterzare, poi i freni hanno preso fuoco. Abbiamo avuto tanti problemi. Dovrò cercare di recuperare, non abbiamo informazioni e non sappiamo cosa fare. Non mi interessa quello che succede in pista con le bandiere rosse, dobbiamo pensare a noi stessi. Bisogna lavorare meglio al venerdì, dobbiamo parlarne con la squadra“.
L’ultimo passaggio dell’intervista tradisce una sensazione di insofferenza verso la scarsa preparazione del team austriaco al pronti via, probabilmente già riscontrata nei precedenti round del mondiale e che rischia di condizionare seriamente l’esito della tappa in Florida.
Sergio Perez ha potuto svolgere il programma pianificato senza problemi di affidabilità, completando 19 giri in cui è riuscito ad effettuare un mini long run nonostante la duplice esposizione della bandiera rossa.
Proprio il tempo di inattività in pista è stato un alleato della Red Bull in quanto ha ridotto il tempo effettivo di attività in pista per tutti i competitors come confermato da Christian Horner:
“È stata una giornata orribile, Max ha avuto un piccolo problema che ci ha convinti a sostituire il cambio, e successivamente ne ha avuto un altro che purtroppo ha causato qualche danno ai freni posteriori. Abbiamo compiuto un totale di cinque giri cronometrati, ma grazie al cielo con le bandiere rosse non abbiamo perso troppo tempo. In ogni caso, è comunque frustrante perdere così tanto tempo in pista”.
In merito al potenziale della monoposto, il team principal inglese ha trovato conforto nelle prestazioni fornite dalla RB18 di Checo Perez:
“È stato veloce sia sul giro secco che sul passo gara, sfrutteremo i suoi dati anche per l’assetto da impostare sulla macchina di Verstappen. Domani contiamo di farlo girare tanto nelle PL3, su queste piste il segreto è prendere confidenza e oggi non lo abbiamo messo nelle condizioni di farlo”.
Il pilota messicano nonostante una giornata non afflitta da problemi tecnici non è parso molto soddisfatto della sua prima giornata di lavoro nel Miami International Autodrome:
“Oggi è stata una giornata difficile per tutti quanti, molto caotica. In totale ho fatto un giro veloce con le medie e due con le morbide, per le varie bandiere rosse non abbiamo potuto fare molto per raccogliere dati con il pieno di benzina. Sinceramente stiamo andando verso la gara alla cieca, e credo che sarà così per la maggior parte degli avversari che sono nella nostra stessa situazione. Per le qualifiche abbiamo qualche idea in più, ma le cose possono cambiare molto rapidamente con il meteo. Sorpassi? Fuori traiettoria c’è poco grip ed è un peccato, questo renderà tutto più difficile. Mi aspetto comunque una gara pazza, i long run sono stati troppo brevi per tutti“.
Dal punto di vista tecnico, la giornata di ieri potrebbe aver evidenziato una potenziale idiosincrasia tra la raffinata RB18 e condizioni climatiche torride, con temperature ambientali e della pista molto più elevate rispetto ai precedenti quattro round del mondiale.
In casa Red Bull sperano che l’ultima creatura di Adrian Newey, storicamente incline a filosofie aerodinamiche estreme che richiedono un elevata miniaturizzazione della componentistica interna delle sue monoposto, non si insofferente al solleone della Florida e delle prossime tappe del mondiale.
F1-Autore: Roberto Cecere – @robertofunoat
Foto: F1, Oracle Red Bull Racing