F1. Continua l’avvicinamento al Gran Premio di Spagna, sesta tappa del mondiale 2022. I riflettori saranno ben puntati sulla pit lane quando, giovedì, sfileranno le vetture oggetto delle consuete verifiche tecniche che sveleranno i dettagli degli aggiornamenti che i team hanno studiato. Diverse le scuderie che hanno, più o meno direttamente, annunciato migliorie alle loro monoposto.
In primis la Mercedes chiamata ad imprimere una svolta al suo campionato con update che devono limitare il pompaggio aerodinamico per consentire alla W13 di lavorare nella corretta finestra di setup. Non solo i campioni del mondo in carica hanno lavorato in queste settimane: Aston Martin dovrebbe presentare una radicalmente modificata, una sorta di “piano B” per superare le tante difficoltà mostrate dalla AMR22.
E poi ci sono loro due, le protagoniste assolute della stagione: Ferrari e Red Bull. La prima che inizierà il suo cammino di evoluzione della F1-75, la seconda che andrà ulteriormente a limare peso dalla RB18 che nelle ultime due gare si è ripresa la scena dopo un avvio in leggero affanno.
F1. Ferrari/Red Bull: sfida totale
Nonostante un fair play di facciata, il rapporto tra le due compagini volge al rovente (leggi qui). A Maranello serpeggiano dei dubbi sulla quantità di budget già utilizzato dalla controparte. Una guerra che non ha portato a conseguenze fattuali (per ora) e sulla quale si sta forse un po’ troppo ricamando con presunti dossier pronti da spedire a Place de la Concorde. Vedremo. Fatto sta che Mattia Binotto ha fatto pubblica menzione alla capacità di migliorare ulteriormente la vettura blu dopo aver speso tempo e risorse che hanno rimesso Milton Keynes in cima al mondiale.
Poco dopo la velata accusa del team principal nativo di Losanna, è arrivata la replica di Horner che si è soffermato sul test Pirelli post Gp di Imola durante il quale la Ferrari avrebbe svolto prove comparative adoperando due fondi diversi.
Prove comparative inammissibili quando si tratta di test che investono gli pneumatici. Chris Horner non le ha mandate a dire ed ha alzato l’asticella della polemica stabilendo il primo spartiacque stagionale nel rapporto tra l’equipe anglo-austriaca e quella italiana.
“Le regole delle prove riservate agli pneumatici dicono che bisogna guidare con una specifica fissa di vettura – ha tuonato nei gironi scorsi il manager britannico – Se hai bisogno di sostituire un componente questo deve essere più vecchio di quello utilizzato in precedenza. Ferrari ha montato un fondo diverso nel pomeriggio che sembrava mostrare componenti nuovi rispetto al precedete usato al mattino. Vogliamo evitare che queste prove possano diventare occasione per testare sviluppi aerodinamici o per migliorare le prestazioni. Non è lo spirito di questo genere di test“.
F1. Ferrari troppo remissiva nei duelli con Red Bull
A questa crescente tensione mediatica che, va sottolineato, è ampiamente sotto controllo e non minimamente paragonabile a quella vissuta l’anno scorso, non corrisponde altrettanta “acidità” in pista. Ogni volta che i quattro alfieri delle due franchigie hanno incrociato le ruote ne sono usciti duelli puliti, cavallereschi e per qualcuno troppo morbidi.
Di questo avviso è Jolyon Palmer, ex pilota Renault con in carniere 35 GP nella massima categoria. Il britannico, ora molto attivo nel ruolo di opinionista e speaker, ha parlato al podcast ufficiale della F1 sottolineando come la Ferrari debba darsi una svegliata evitando un atteggiamento troppo signorile. Meno colpi di fioretto e più badilate sarebbero necessarie per l’ex Renault.
Palmer sostiene che Maranello, a Miami, poteva provare a vincere nonostante una Red Bull più efficace sul passo gara e nella gestione degli penumatici. Sia Sainz che Leclerc sarebbero stati troppo concessivi nei duelli ravvicinati con Verstappen. Lo spagnolo, in partenza, ha aperto la porta all’olandese senza provare a contenerne la foga; il monegasco ha alzato bandiera bianca senza nemmeno accennare ad una difesa.
Tante le attenuanti per Sainz che veniva da un doppio ritiro per incidente e non intendeva compromettere la terza gara consecutiva. Lo stesso Carlos che, quando ha dovuto tirar fuori gli artigli, è stato capace di tenere alle sue spalle piuttosto duramente un Sergio Perez con gomme più fresche anche se afflitto da problemi alla power unit che gli sottraevano circa 25 cavalli.
Palmer, e non solo lui, ha ancora negli occhi i duelli tra Verstappen e Lewis Hamilton e forse vorrebbe una riproposizione di quelle dinamiche visto che ha sottolineato che i due erano disposti ad usare ogni arma possibile per conquistare la testa della gara. “Quest’anno ci sono state belle battaglie tra di loro, ma Charles non si è difeso granché da Max. Pensavo che potesse fare qualcosa di più“.
L’ex Renault ha ammesso che la Red Bull fosse troppo veloce per la Ferrari, ma ha altresì sostenuto che sarebbe stato necessario provare a far qualcosa di più visto che la posta in palio è di quelle giganti.
F1. Non si può definire un modello vincente nella lotta al titolo
Facile a dirsi, meno a mettere in pratica. La differenza di passo ad Imola e a Miami è sembrata marcata. La verità è che la Ferrari non aveva la forza per resistere ai rivali inglesi. Un mondiale si vince anche riuscendo ad essere incudine alla bisogna. Leclerc, che veniva dall’errore del GP di Emilia Romagna giunto proprio per provare tenere il passo di Sergio Perez, ha saggiamente preferito gestire accontentandosi di 18 punti che, alla fine, potrebbero pesare nell’economia del campionato.
Non esiste linea di condotta univoca nel provare a vincere un titolo. Leclerc si trova a guidare le operazioni con un margine ancora importante. Non avrebbe senso esacerbare gli animi alla quinta gara trasformando la rivalità in una sorta di giungla che vorrebbe affrancarsi dalle più elementare regole sportive.
Che il clima si riscaldi più avanti è naturale, ma in Ferrari e in Red Bull vogliono evitare un’escalation che può anche fare bene alla spettacolo ma che di certo non porterebbe giovamento alla F1. Il campionato 2021 si ricorda più per le controversie che per i verdetti prodotti. E ci piacerebbe che i fattori, da qui in avanti, siano invertiti.
Quella della Ferrari, in conclusione, potrebbe semplicemente essere una strategia votata all’attendismo. Un approccio morbido che potrebbe mutare quando – e se – le circostanze lo richiederanno. Ad oggi forzare la mano sarebbe controproducente. Tra qualche mese potrebbe rappresentare la strategia più efficace.
F1 – Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Oracle Red Bull Racing, Scuderia Ferrari F1