F1. Il GP di Montecarlo si può spezzare in due tronconi: una prima parte di gara molto particolare (considerando le condizioni meteorologiche) e una seconda sezione contraddistinta da un trenino verificatori sino al traguardo. Il “capotreno” è stato Sergio Perez che si porta a casa la vittoria più prestigiosa della stagione. Su Ferrari c’è tanto da dire in una giornata nella quale hanno preso le decisioni giuste quando ormai non c’era quasi più nulla da fare. Detto ciò, partiamo dall’inizio e analizziamo ogni passaggio di questo Gran Premio di Monaco edizione 2022.
Traiettorie diverse da seguire sul bagnato. Le stradine del Principato diventano molto insidiose con la pioggia. Tombini e strisce pedonali divengono molto scivolosi. Per altro anche il manto stradale “giovane” rilasciare oli che riducono ulteriormente il grip in pista. I piloti sono quindi portati a dover imparare velocemente le giuste traiettorie.
Dal lato ingegneristico è estremamente complicato – ed al contempo delicato – scegliere il momento appropriato per effettuare un passaggio ai box montando un’altra mescola. Nella prima parte della gara, con la pista che andava asciugandosi, il passaggio all’intermedia era un’alternativa. Tuttavia, col meteo così incerto, poteva essere una scelta sbagliata fare subito questo switch se poi fosse ritornato a piovere.
I team, quindi, hanno dovuto monitorare l’evoluzione della pista per passare alle slick senza utilizzare le Pirelli a banda verde. Tale fattore, infatti, poteva evitare uno stop. Specialmente in virtù del fatto che le posizioni, in vetta al gruppo, erano essenzialmente congelate. A margine di questo, gli strateghi delle varie squadre hanno provato l’utilizzo della intermedia con i secondi piloti.
Hamilton, verso la quindicesima tornata, ha comunicato che stava esaurendo le posteriori. Ecco che la scuderia anglo-tedesca, pur non essendo convinta della decisione, ha richiamato l’inglese ai box per fornirgli un’intermedia. Considerando anche che Lewis partiva in posizione un po’ arretrata, una strategia alternativa avrebbe potuto fargli guadagnare qualche piazza.
Il valzer delle soste è cominciato con Perez al sedicesimo giro. Al rientro in pista era nettamente più veloce delle macchine che aveva davanti. Poco dopo, anche in Ferrari hanno deciso di reagire alla fermata del messicano fermando inspiegabilmente Leclerc che, oramai, non aveva già più il gap necessario per uscire davanti al secondo pilota Red Bull.
Basta osservare il live timing riportato qui sotto dove viene raffigurato l’esatto istante in cui la vettura numero 16 ha imboccato la corsia box. Il distacco da Perez è di 20s, mentre per effettuare lo stop ne servono almeno 25s. Ecco perché possiamo definire questo provvedimento come decisione fallimentare già in partenza. D’altronde era chiaro che il monegasco sarebbe tornato in pista alle spalle di Checo.
Il “padrone di casa” è quindi rientrato alle spalle della vettura numero 11. Essenzialmente un grave errore tattico quello commesso da Ferrari. Soprattutto considerando che tre giri più tardi tutte le vetture sono passate alla Hard. Conveniva aspettare e gestire al meglio ogni evento in pista. Non reagendo nell’immediato, benché Perez si sarebbe avvicinato, la sosta effettuata sarebbe stata una in meno e Charles avrebbe mantenuto la leadership.
F1. Gomma hard decisione adeguata per la Ferrari?
Perché il muretto italiano ha deciso si puntate proprio sulla Hard? L’intenzione era quella di arrivare sino in fondo con quella mescola, seppure tale compound faceva molta difficolta ad entrare in temperatura nei primi giri. Con il secondo pilota, invece, in casa Ferrari hanno deciso di rimanere fuori e passare direttamente allo pneumatico più duro a disposizione per il fine settimana.
Guarda caso è il solo ferrarista ad aver mantenuto la sua posizione. Il passo di Perez a quel punto era troppo elevato e all’uscita dei box la vettura numero 55 si è dovuta accodare.
Come spiegato, in Red Bull hanno seguito la strategia FW-I-H, facendo quindi due stop. Ma al muretto austriaco erano consapevoli di dover provare qualcosa di diverso. Se in Ferrari non avessero reagito senza guardare i dati, il tentativo Red Bull si sarebbe concluso lì. Nel momento in cui Sainz effettuava il suo pit stop, gli strateghi hanno inizialmente richiamato anche Leclerc. Poi, repentinamente, hanno deciso di cambiare idea. Ma la comunicazione tardiva non ha evitato la sosta.
Il “danno” era ormai fatto. A posteriori, rimanendo in pista, Leclerc avrebbe potuto riprendere il comando e passare alla slick nel momento in cui è uscita la Virtual Safety Car o la bandiera rossa. Tuttavia, gli incidenti sono avvenimenti non prevedibili. Nel complesso la storia insegna chiaramente che la posizione in pista a Montecarlo bisogna tenerla, reagendo cautamente a ciò che accade in pista.
Per di più, in Ferrari è arrivato il momento di gestire le gerarchie all’interno della squadra. Sainz, in casi estremi, poteva essere utilizzato per coprire il pit stop di Leclerc. Un sacrificio necessario per rallentare Perez. Ma questo è un altro discorso. L’esempio lampante è Russell, che dalla full wet è passato subito alla slick Hard. Ciò gli ha consentito di passare Norris, che, al contrario, ha montato la Pirelli a banda bianca passando per l’intermedia.
Dopo la bandiera rossa, dove ognuno poteva arbitrariamente cambiare le mescole, Ferrari ha scelto di tenere per entrambe le macchine la Hard usata da 10 giri. Per Red Bull una decisione diversa, con ambedue i piloti su gomma Media nuova. Un provvedimento basata sull’evoluzione incerta della gara. L’intento del Cavallino Rampante era quello di arrivare fino in fondo, ma, con i giri che mancavano, la Media sarebbe ugualmente andata bene.
Il muretto della Rossa, a quanto pare, ha valutato la Hard come una mescola in grado di non produrre graining. Una scelta contestata ma che ha pagato sul finire della gara. Ogni gomma ha un comportamento diverso e molto particolare. La scelta, quindi, non si basa solamente sulla prestazione che questa offre ma anche sulla temperatura del tracciato.
Il graining è effettivamente arrivato sulle anteriori della Red Bull di Perez in modo molto pesante. Attraverso gli on-board si notavano chiaramente due strisce nere nel mezzo del battistrada. Fattore non presente sulla vettura di Verstappen. La scelta della Hard è stata giusta ma il sorpasso in pista, a Montecarlo, restava comunque tremendamente complicato.
Osservando i passi gara non possiamo desumere buone indicazione, in quanto il trenino obbliga i piloti a mantenere lo stesso ritmo. Detto questo, il race pace di Russell è decisamente peggiorato sul finire della gara confermando quanto detto in precedenza. Il pilota inglese montava infatti la Media, esattamente come le due Red Bull. Ha tenuto un buon passo nella fase iniziale dello stint ma poi, con il passare delle tornate, ha perso poco a poco rendimento.
Con le anteriori che andavano a perdere aderenza la vettura ha assunto un atteggiamento front-limited e la scarsa rotazione della macchina è risultata deleteria nella percorrenza della curva. Molto sottosterzo si è tradotto in una monoposto mal posizionata in uscita dalle pieghe monegasche. Il fattore più importante contemplava uno scenario dove era necessario sprigionare a terra tutta la potenza.
La congettura finale non può non andare a sottolineare ancora una volta il brutto risultato Ferrari. Possedere una vettura molto competitiva e non sfruttarla in pista porta ad un chiaro risultato: perdere. Non solo una gara, ma il mondiale intero se d’ora in avanti l’atteggiamento non cambierà di netto…
Autore e grafici: Niccoló Arnerich – @niccoloarneric
Foto: Scuderia Ferrari