venerdì, Settembre 20, 2024

Ferrari rischia di sprecare una stagione potenzialmente esaltante

F1. Indossare la divisa della Ferrari, indipendentemente dal ruolo, è in molti casi il coronamento di un percorso professionale di altissimo livello e al tempo stesso una responsabilità che in nessun altro team di Formula 1 si può percepire.

Il prestigio del brand e la continua ricerca della vittoria, come ambizione imprescindibile per la leggendaria scuderia italiana, genera da sempre un livello di attenzione mediatica a cui non sfuggono gli errori tecnici e strategici del team di Maranello.

Il momento storico della Scuderia Ferrari nella massima categoria del motorsport non è dei più felici. La distanza temporale dagli ultimi titoli mondiali è seconda solo alle ventuno stagioni di siccità iridata tra il mondiale di Jody Scheckter e il trionfo di Michael Schumacher di inizio millennio.

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il tedesco Michael Schumacher (Scuderia Ferrari) a bordo della sua F310 taglia il traguardo e vince il Gran Premio di Spagna edizione 1966, primo trionfo alla corte del Cavallino Rampante

F1. Ferrari: la F1-75 è una vettura che va strategicamente supportata

La ritrovata competitività della rossa grazie ad una originale quanto efficace interpretazione del regolamento tecnico delle nuove monoposto ad effetto suolo, ha inevitabilmente alzato l’asticella delle aspettative ad un livello probabilmente troppo elevato o almeno inatteso per gli uomini della storica scuderia italiana.

Gli errori strategici commessi durante il gran premio di Monaco sono figli di una mentalità purtroppo ancorata al livello di competizione del midfiled in cui piani tattici reattivi possono garantire il conseguimento di un ottimo risultato di squadra.

Quando nella contesa c’è in ballo la vittoria le strategie reattive prestano il fianco ad azioni di depistaggio della concorrenza, come l’undercut di Sergio Perez, evidenziando una scarsa confidenza nei propri piani tattici. L’errore isolato potrebbe essere serenamente accettato come episodica superiorità del rivale di turno.

Tuttavia, quando il medesimo gruppo di lavoro si rende protagonista di errori imbarazzanti e penalizzanti rispetto al potenziale del binomio pilota/monoposto, è evidente che esiste un problema umano ancor prima che tecnologico.

Durante la gestione di Iñaki Rueda, Race Strategist della Scuderia Ferrari dalla stagione 2015, si sono verificati tanti forse troppi errori che hanno compromesso lo sforzo complessivo del team.

Alcuni clamorosi errori strategici del team Ferrari dal 2018 ad oggi

F1. Ferrari ha un’attitudine all’errore troppo spiccata

E’ evidente che nessun team è esente da errori, come dimostrato dalla Mercedes durante il gran premio di Ungheria della scorsa stagione in cui il solo Hamilton partì dalla griglia di partenza. Il vero problema è nella ricorrenza delle errate letture tattiche.

I ciclici buoni propositi di miglioramento del team principal della Ferrari, a margine di orrori strategici iniziano ad essere difficilmente accettabili, specie in un team che ha mietuto tante “vittime” illustri di elevato profilo come James Allison e Aldo Costa.

In questo contesto non stupiscono le parole dell’ex boss della Mercedes Norbert Haug, il quale ha fornito il suo punto di vista:

Quello che la Ferrari ha fatto domenica a Monaco non passerà certamente alla storia del motorsport come un momento strategico, ma piuttosto come un colpo di genio tanto inutile. Dall’esterno sembra che ci sia così tanta pressione interna alla Ferrari, che vogliono prendere decisioni particolarmente buone, ma decisioni perfettamente normali sarebbero state decisamente migliori”.

La Ferrari ha sicuramente inciampato su se stessa a Monaco, trasformando una vittoria sicura del loro candidato al titolo Leclerc al quarto posto e facendo un regalo al suo rivale Verstappen. Sfortunatamente fa parte della storia della Ferrari che tali errori si ripetano ancora e ancora e quindi cancellino risultati brillanti. Con questo la pressione per la prossima gara non si ridurrà”.

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Norbert Haug, Mercedes Motorsport

La percezione di un uomo di campo come Haug conferma l’impressione di un’ansia da prestazione del tutto immotivata in casa Ferrari, figlia probabilmente della mancanza di esperienza nella lotta al vertice a tutti i livelli.

In quel di Monaco, così come in molte altre circostanze, sarebbe stato sufficiente prendere decisioni normali e soprattutto fidarsi del proprio istinto piuttosto che reagire alle scelte degli avversari che tradisce un senso di sudditanza psicologica.

Nell’incredibile equilibrio prestazionale dei binomi Verstappen/Red Bull – Leclerc/Ferrari la vittoria di ogni tappa potrebbe essere decisa sul filo di lana. Il livello di competizione raggiunto in questo primo scorcio di stagione è una piacevole novità per molte figure chiave nella struttura organizzativa del Reparto Corse della Scuderia Ferrari.

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Charles Leclerc e Max Verstappen

In tale senso è necessario ricordare che la Rossa non si gioca il mondiale dal 2012, anno in cui Sebastian Vettel vinse in modo rocambolesco il suo terzo titolo mondiale all’ultima gara nel diluvio di Interlagos.

Sarebbe davvero un peccato non sfruttare le eccellenti qualità del progetto aerodinamico della F1-75 cosi come la potenza della power unit 066/7, attuale termine di paragone tecnologico per tutta la categoria, in nome di un apprendistato a livelli di competitività mai raggiunti nel recente passato.

La Ferrari ha dimostrato che in una stagione è possibile passare dalla polvere all’altare e che la Formula 1 sa essere davvero cinica nei confronti di chi non sa cogliere le opportunità. Il 2022 può e deve essere la stagione del riscatto per il Cavallino Rampante


F1-Autore: Roberto Cecere@robertofunoat

Foto: F1, Scuderia Ferrari F1, Mercedes AMG F1

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