F1. Uno degli aspetti più affascinanti del mondo della Formula 1 è la perfetta simbiosi tra il talento dei cavalieri della velocità e l’ingegno di chi crea e gestisce i bolidi che sfrecciano nei circuiti di mezzo mondo.
Un binomio di abilità che deve rasentare l’eccellenza affinché si possano raggiungere successi in un contesto ipercompetitivo come la massima categoria del motorsport.
Il gran premio di Monaco ha mille storie da raccontare, in parte ampiamente sviluppate sia dal punto di vista tecnico che emozionale.
F1. Hannah Schmitz: il segreto dei successi Red Bull
Tuttavia in molti casi di successo esistono figure che operano nell’ombra ma che concorrono in maniera decisiva al conseguimento del risultato, senza essere celebrati in modo adeguato rispetto al contributo fornito.
E’ la storia di Hannah Schmitz, stratega della Red Bull che ha mandato in confusione i collegi della Ferrari durante il Gran Premio di Monaco.
Ingegnere meccanico, laureata a Cambridge, da poco più di un anno ha assunto la carica di Principal Strategy Engineer dopo una militanza di oltre dodici nella factory di Milton Keynes.
La scuderia del Cavallino Rampante nell’evento di Monaco è letteralmente naufragata (mai termine fu più adatto in relazione alle condizioni atmosferiche), perdendo l’occasione di una vittoria alla portata dopo le qualifiche del sabato.
Il cortocircuito tattico, per il quale Charles Leclerc ha dovuto procrastinare per l’ennesima volta i sogni di trionfo tra le mura amiche, è stato indotto dalla felice intuizione di Hannah Schmitz.
È stata lei a prendere la decisione di far anticipare il cambio gomme di Sergio Perez, al sedicesimo giro, per passare dai pneumatici full wet alle gomme intermedie.
Sottovalutando la potenza del crossover, la storica scuderia italiana ha vanificato la prima fila tutta rossa del sabato che a Monaco è “quasi” garanzia di vittoria in gara.
Le mutevoli condizioni meteo hanno sovvertito quel “quasi” in un’occasione irripetibile per il muretto Red Bull.
Schmitz ha “indovinato” l’attimo vincente leggendo i modelli matematici elaborati Operation Room di Milton Keynes, ma anche comprendendo in real time le condizioni del tracciato e il
comportamento di chi, come Gasly, aveva già effettuato questa scelta nei primi giri della corsa. La possibilità di poter analizzare nel dettaglio i dati dei “cugini” Alpha Tauri si è rivelato un fattore vincente.
F1. Hannah Schmitz: professione intuizioni geniali
Hannah Schmitz non è nuova a intuizioni genali, mirate a scardinare la superiore tecnica dei rivali di turno.
Nel 2019, nel corso del gran premio del Brasile, propose una strategia su tre soste che lasciò perplesso Max Verstappen ma che alla fine si rivelò vincente. Motivo per il quale il team decise di rendergli omaggio facendola salire sul podio per ricevere il trofeo riservato al trionfatore.
Anche in quella circostanza, l’ingegnere Red Bull si rese conto che allinearsi alla strategia dei rivali non avrebbe concesso alcuna chance di vittoria. Così come a Silverstone nel 2020 quando la Mercedes sembrava imbattibile.
In qualità di Principal Strategy Engineer per il team Red Bull Racing F1, Schmitz e la sua equipe analizzano i fattori chiave, testando miriadi di scenari e combinazioni utilizzando la piattaforma di simulazione Oracle Cloud Infrastructure (OCI). Il tutto per offrire a Max Verstappen e Sergio Pérez le migliori tattiche possibili.
Proprio alla vigilia del gran premio di Monaco, l’ingegnere britannico ha descritto il fondamentale supporto fornito dalle piattaforme software sul blog di Oracle (title sponsor Red Bull e colosso del settore software. nda):
“I dati sono alla base di ogni decisione che prendiamo. Prima ancora di arrivare in pista, le nostre simulazioni ci forniscono indicazioni sul comportamento delle gomme, sul nostro potenziale passo gara e quello dei nostri concorrenti. E poi, quando siamo in pista, possiamo usare i dati per stimare meglio tutte queste variabili. Fondamentalmente, utilizziamo costantemente i dati e perfezioniamo quei modelli”.
La tecnica del continuous improvement come metodologia di affinamento dei modelli matematici alla base delle simulazioni.
Tuttavia, la giovane stratega di Milton Keynes ha dimostrato nel corso della gara di Monaco che l’intuizione dell’uomo in un universo fatto di analisi predittive e modelli matematici, può fare ancora la differenza.
Una grande lezione soprattutto da chi per mission deve basare il proprio operato sui dati ma che, a differenza di colleghi di altri team, riesce ad abbinare alla lucida analisi dei modelli predittivi un sesto senso femminile che è alla base dei successi di Max Verstappen e Sergio Perez.
F1-Autore: Roberto Cecere – @robertofunoat
Foto: F1, Oracle Red Bull Racing