F1. Può un pilota sulla cresta dell’onda iniziare a pensare ad un futuro lontano da quel mondo che gli ha concesso fama e gloria? Può accadere che un conducente che reca il n°1 sulla sua vettura e che ha appena rinnovato (fino al 2028, nda) un contratto che lo premia con un ingaggio iperbolico pensare a cosa farà da “pensionato”? A quando, in parole semplici, si ritroverà lontano dal clamore del Circus?
Evidentemente sì se questo uomo si chiama Max Verstappen. Non è la prima volta che l’olandese ha fatto addensare nubi sul suo futuro in Formula Uno. Poco dopo essersi laureato campione del mondo, al culmine di un duello oggettivamente sfiancante, aveva alluso alla voglia di prendersi una pausa, alla necessità di riflettere sul proprio ruolo nel motorsport. Meditazioni durate poco visto che in questo 2022 lo ritroviamo più carico e vincete che mai.
Dubbi ad oggi allontanati ma che avevano fatto allarmare Helmut Marko che ebbe a riferirsi alla punta di diamante del team di Milton Keynes come ad una persona svuotata negli stimoli nonostante avesse battuto in maniera più che rocambolesca, quindi gaudente, il pilota più titolato di sempre.
F1. Max Verstappen punta le gare di durata
Ovviamente non bisogna lanciarsi in inutili allarmismi. Ci sono oltre trenta milioni di ragioni (a stagione) che tengono il talento di Hasselt con i piedi ben piantati in Formula Uno. Il contratto siglato con Red Bull è di quelli pesanti in termini di emolumenti ed ha una durata senza precedenti visto che, con quello in corso, crea una striscia davvero lunghissima sotto le insegne del toro che carica.
Quindi la questione non si pone nel breve-medio termine. Anche perché volerebbero carte bollate e penali svantaggiosissime che nessuno vuole pagare. “Non ho ancora deciso cosa farò dopo la scadenza del mio contratto nel 2028” ha detto Max. Che poi aggiunge: “Forse smetterò. Sono in Formula Uno da quando avevo 17 anni, è tanto tempo e sono qui già da molte stagioni. Potrei voler fare qualcosa di diverso, vorrei provare un altro tipo di corsa, soprattutto l’Endurance“.
F1. Max Verstappen: quando la vittoria diventa un’ossessione
Uno dei motivi alla base delle riflessioni del ventiquattrenne figlio d’arte è la sua perpetua smania di primeggiare in ogni sessione, in ogni duello, in ogni confronto che gli si para dinnanzi. “Forse sono stanco dopo aver viaggiato per così tanto tempo, potrei volere una vita più semplice e correre solo le gare che mi piacciono. Nel mio caso il problema è che ogni volta che partecipo a qualcosa voglio solo vincere“.
Una cosa sembra certa sino d’ora: Max Verstappen non si reinventerà come commentatore tv o come opinionista. Una carriera intrapresa da molti ex piloti e campioni del mondo che imperversano per le tv del globo con pareri che alcune volte superano il buon senso. Né immagina di trasformarsi in un mega-consulente di una squadra. Insomma, non ripercorrerà le orme del suo tutor Helmut Marko. L’olandese sostiene che ci sono molte cose interessanti da vivere lontano dal mondo delle corse ed è quello che farà quando si ritirerà.
“Non mi vedo come analista o con un ruolo diverso all’interno di un team. Non sono motivato a fare questo questo. Quando non guiderò più farò altri tipi di cose divertenti“.
Discorsi che riguardano un futuro lontano che nulla ha a che fare con il duello che Verstappen sta conducendo con Charles Leclerc. L’attualità ci riporta ad un GP, quello dell’Azerbaijan, in cui la Red Bull è chiamata a rispondere al ritorno della Ferrari che, seppur non capitalizzando per qualche evitabile errore strategico e delle difficoltà sul versante affidabilità, ha dimostrato di aver effettuato il controsorpasso prestazionale sulla Red Bull RB18.
Le elucubrazioni su un futuro certamente non prossimo saranno rinviate a data da destinarsi. Ora Max è concentrato esclusivamente su Baku, una pista sulla quale spesso ha dovuto fare i conti con la sfortuna.
F1 – Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Oracle Red Bull Racing