Se dopo otto gare è concesso parlare di sorprese in griglia, diventa quasi obbligatorio puntare la lente di ingrandimento sul team campione del mondo. Mercedes ha iniziato il mondiale di F1 2022 con una W13 non all’altezza delle aspettative; i problemi visti ad inizio anno non sembrano infatti sulla via della risoluzione anche se il team guidato da Toto Word continua test e lavori per trovare la corretta soluzione.
Gli esperimenti sulle monoposto del team di Brackley non hanno portato a grossi passi in avanti, soprattutto nel GP d’Azerbaijan, dove il porpoising è tornato protagonista assoluto. Le Frecce d’Argento, più delle altre vetture, hanno sofferto in maniera particolare il fastidioso saltellamento, con un Hamilton decisamente più provato rispetto al compagno di squadra. Il sette volte campione del mondo ha infatti faticato a scendere della sua W13, con tanto di scuse da parte del team principal Toto Wolff.
F1 Mercedes: Hamilton e Russell a Baku con W13 diverse
Le prime gare del mondiale di F1 hanno mostrato una Mercedes che, per ora, non sembra essere in grado di lottare per il titolo mondiale; l’estrema strada intrapresa dal team di Brackley non ha infatti premiato, se non con un’affidabilità che ha permesso di approfittare dove altri hanno sbagliato. Quanto visto durante il GP d’Azerbaijan è poi l’ultima conferma di un lavoro che ancora non è giunto alla soluzione migliore.
Baku è stata infatti palcoscenico dell’importante ritorno del porpoising; le monoposto di Hamilton e Russell in particolare, hanno subìto più fastidi, aspetto che accade fin dalla prima uscita in pista di questa W13. L’immagine del sette volte iridato che fatica ad uscire dalla sua monoposto sembra essere il simbolo dell’attuale momento Mercedes. “Ci sono stati momenti in cui non ero sicuro di farcela; non sapevo se sarei riuscito a tenere la macchina in pista”. Sono queste le parole che Lewis Hamilton riserba al GP d’Azerbaijan, nonostante un quarto posto meritato e guadagnato con tanto sudore.
Il sette volte iridato di casa Mercedes, al termine della gara che lo ha visto arrivare ancora alle spalle di Russell, ha voluto mettere in luce un altro aspetto. Fin dall’inizio della stagione infatti i due piloti del team di Brackley usano assetti diversi, ma non solo; in alcune occasioni, come a Baku, anche alcune componenti erano differenti. Hamilton ha infatti spiegato che la sua W13 numero 44 montava sia un pezzo sperimentale che una sospensione posteriore diversa, parte, quest’ultima, che il pilota Mercedes ha ipotizzato come sbagliata. Un esperimento, dunque, quello che Hamilton ha condotto in terra azera.
Hamilton “penalizzato” dalla sua esperienza?
L’andamento dei due piloti Mercedes non è certo uno di quelli attesi ad inizio anno; il team campione del mondo e dominatore dell’era turbo ibrida, fatica infatti a tenere il passo dei primi due rivali. Nonostante gli errori di Red Bull e Ferrari abbiano permesso al team di Brackley di ottenere risultati importanti, l’attuale situazione della W13 non soddisfa. Fin dai primi GP sono infatti in corso dei test, degli esperimenti per provare a recuperare un progetto non nato sotto una buona stella.
L’evidente svantaggio di Hamilton nei confronti del neo compagno Russell potrebbe però avere motivazioni diverse dalle sole difficoltà. Senza nulla togliere al talento del giovane pilota inglese, la W13 numero 63 non subisce lo stesso trattamento della sorella. Come confermato sia dal sette volte iridato che dal suo team principal, in diverse occasioni Hamilton ha svolto il ruolo di “cavia”, montando soluzioni diverse da Russell, spesso solo penalizzanti.
Nell’ultimo weekend a Baku, il porpoising è stato più evidente sulla monoposto di Hamilton, fattore che gli ha causato non pochi disagi. La direzione attualmente presa dal team di Brackley sembra essere chiara; accantonato, per ora, il sogno mondiale, in Mercedes hanno bisogno di soluzioni ottimali per il futuro del loro progetto. E con la sua esperienza Hamilton è il pilota perfetto, “costretto” così ad un compito che negli ultimi anni ha svolto, ma da una posizione ben più privilegiata.
Gli anni maturati in F1 sono una risorsa importante, motivo per cui in Mercedes il sette volte iridato è chiamato a soffrire di più. L’obiettivo è infatti quello di testare parti diverse nella speranza di trovare presto la giusta direzione. Hamilton conosce la vettura, conosce il team e vive il Circus ormai da molto tempo, dunque chi meglio di lui può svolgere questo compito? Non appagante forse per chi insegue quel sogno dell’ottavo titolo mondiale per riscrivere la storia, ma un campione si vede anche nei sacrifici che è disposto a fare, anche se il risultato è quello di sembrare “il numero due” in pista.
F1 – Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Mercedes AMG F1 Team