Anche quest’anno il Gran Premio di F1 canadese offre molti spunti di riflessione. La gara si è rivelata meno banale di quanto si potesse pensare, ma è mancata la battaglia finale per la vittoria. Ancora una volta Ferrari esce dal week end di gara con buone risposte. Tuttavia manca la concretizzazione del risultato. Partiamo con l’analisi dei primi giri e cerchiamo di capire le scelte strategiche delle scuderie legate alle dinamiche della corsa.
Sainz si è trovato come principale protagonista di questo appuntamento. Il vero passo dello spagnolo si è potuto vedere solo dal quarto giro in poi, quando ha sopravanzato Alonso e ha potuto spingere. Già nelle prime primissime tornate Carlos aveva cominciato ad accusare del graining all’anteriore, segno che l’asse anteriore stava perdendo temperatura uscendo dalla finestra ottimale.
Lo snodo iniziale della corsa arriva con la Virtual Safety Car scaturita dal ritiri prematuro del messicano Perez. Giustamente, utilizzando un tempismo perfetto, in Red Bull hanno fermato Verstappen per farlo passare alla Hard. Provvedimento che ha rispedito in pista l’olandese in terza posizione. I tecnici di Milton Keynes hanno coperto il papabile undercut che la Ferrari poteva “spendere” con Sainz.
La storia insegna che tale strategia può essere molto potente, per cui era necessario proteggersi da questa eventualità. Questa mossa “ha obbligato” l’iberico a restare in pista e sperare in un successivo evento similare durante la gara. In Red Bull hanno giocato molto bene le loro carte. Utilizzando la metà del tempo per la sosta, qualche giro più tardi Verstappen è rientrato nella finestra di pit stop del ferrarista.
Introducendo qualche numero analizziamo ora il grafico precedente che mette a confronto il passo dei piloti prima della sosta di Verstappen e nell’arco dei giri compresi tra la fermata dell’olandese e lo stop dello spagnolo. Dalla partenza sino alla fermata dell’attuale leader del mondiale, la vettura numero 1 godeva du un vantaggio medio al giro di oltre due decimi.
Nel lasso di tempo tra il cambio gomme Red Bull e quello Ferrari, Sainz ha comunque continuato a perdere due decimi per tornata. Possiamo quindi concludere che il team di Maranello, non chiamando ai box l’ex McLaren, ha perso molto di più rispetto a quanto avrebbe potuto perdere in condizioni normali senza l’entrata della VSC. La strategia del muretto anglo-austriaco ha chiuso ogni porta agli strateghi del Cavallino Rampante, perdendo un quantitativo di “race time” molto minore.
Stessa cosa ha fatto Hamilton che ha provato l’undercut su Fernando Alonso. In regime di doppia bandiera gialla l’inglese ha potuto attivare a dovere i compound Hard e, di conseguenza, ha sopravanzato agevolmente lo spagnolo alcuni giri più tardi. L’Alpine ha continuato a patire graining sull’anteriore sinistra, fattore che riduceva parecchio la rotazione della vettura. Gli pneumatici più duri avevano un degrado più contenuto rispetto a quanto stimato.
Con Alonso sono rimasti inutilmente fuori troppo a lungo sperando in una Safety Car che alla fine non è arrivata. Questo situazione ha fatto sì che molti piloti dietro Fernando entrassero nella sua finestra di pit stop. Un chiaro errore del muretto che ha complicato tremendamente la gara del due volte iridato che, dopo la sostituzione delle mescole, si è addirittura ritrovato alle spalle del compagno di squadra.
Carlos Sainz è stato fermato al ventesimo giro per passare alla Hard. Mentre Leclerc, partendo in penultima posizione, ha cominciato direttamente la sua rimonta col gli pneumatici in questione che, con il senno di poi, si sono dimostrati i migliori durante l’arco temporale della corsa. All’incirca al trentesimo passaggio il monegasco ha cominciato a perdere prestazione e si è bloccato dietro l’Alpine di Ocon.
La numero 16 ha subito il “tappo” del francese perdendo parecchi secondi. Alla tornata 44 in Ferrari hanno quindi deciso di effettuare la sosta. Anche su questo punto vale la pena approfondire. L’impressione generale è supportata dai dati. La sostituzione delle “calzature” ha di fatto condizionato non poco la corsa di Leclerc. La problematica legata al carrello posteriore ha rimesso in pista la F1-75 dietro ad un trenino molto lento.
F1. Gp Canada 2022/Analisi prestazionale: visione troppo rosea della Ferrari
Al momento dello stop il gruppetto era distanziato di poco più di 18 secondi. Era quindi probabile che attraverso una “normale” sosta di 22 secondi il monegasco sarebbe finito dietro a questo gruppo. L’immagine a seguire mette in luce quanto detto. Errore a parte che avrebbe comunque vanificato l’operazione, pensare di uscire davanti a Stroll che in quel momento si trovava a 18 secondi è parso un tentativo decisamente ottimista.
Questo è il principale motivo per il quale Charles non ha potuto giocarsi il podio nel finale. C’è però un ulteriore considerazione da fare in merito. Restando in pista il blocco di Ocon avrebbe allargato in conteggio dei secondi persi, inibendo la rimonta su gomma più fresca. A posteriori effettuare lo stop sotto Safety Car avrebbe consentito di dimezzare i tempi e uscire direttamente davanti al trenino. La sottile linea tra errore ed occasione mancata, tuttavia viene rimarcata dall’errore fisico commesso ai box.
Per Verstappen le cose sono andate in maniera differente. Al ventiseiesimo giro la graduale perdita di grip ha compromesso la prestazione. I grattacapi al posteriore. di fatto, hanno concesso allo spagnolo della Ferrari di avvicinarsi. L’asse posteriore è molto delicato, in quanto è facile andare in overheating ed uscire dalla finestra di funzionamento ottimale. Ecco che il box ha deciso di richiamarlo per montare una nuova Hard.
Benché l’olandese si sia trovato alle spalle di Lewis Hamilton il britannico al passaggio successivo ha lasciato strada ibera per effettuare la sua seconda fermata. Nel contempo Sainz ha sputo sfruttare le gomme Hard per altri giri, sperando in una Safety Car che avrebbe dimezzato il tempo della sosta. Poco dopo, infatti, Adami ha comunicato che la finestra della SC era aperta. Tale eventualità sarebbe stata molto utile per montare un compound più fresco ritrovandosi, visto il ritardo di Hamilton, alle spalle di Max con il gruppo compatto.
F1. Gp Canada 2022/Analisi prestazionale: per Sainz non basta la fortuna
L’ultima fase di gara ha generato lo scenario appena descritto. Tsunoda ha messo la sua Alpha Tauri a muro in curva uno e la direzione gara si è vista costretta ad avvalersi di Bernd Mayländer. Carlos si è quindi trovato a ridosso di Verstappen con una gomma che, sulla F1-75, si è comportata meglio rispetto alla RB18.
Ci si potrebbe chiedere perché in Ferrari non abbiano montato una Medium per avere una prestazione superiore. Innanzitutto Sainz non disponeva di altre Pirelli a banda gialla nuove. Per di più il comportamento della media nel primo stint non era stato ottimale anche se, in quel frangente, la mescola funzionava sulla vettura a pieno carico di carburante.
La finestra prestazionale prodotta dalla Hard si è adattata meglio alle temperature del tracciato e nell’ultima parte della corsa lo spagnolo ha dimostrato di aver un passo leggermente superiore a quello Vertappen. Dal secondo settore in poi l’iberico riusciva a guadagnare sull’olandese. Tuttavia, l’efficienza aerodinamica della RB18 lungo le rette sommata al manico di Max hanno respinto gli attacchi della Ferrari.
Autore : Niccoló Arnerich – @niccoloarneric
Foto: Scuderia Ferrari