F1. La rabbia e l’orgoglio. Il titolo del famoso libro che Oriana Fallaci diede alle stampe dopo il vile attacco alle Torri Gemelle dell’undici settembre 2021 può essere utile per descrivere il momento che la Mercedes sta vivendo. Disappunto per la constatazione di non poter competere ai massimi livelli nel tentativo di difendere il titolo costruttori 2021 giunto al culmine di una scia senza precedenti di otto stagioni vincenti consecutive.
L’alterezza che deriva proprio dalla storia dell’azienda tedesca, dalla vocazione a gareggiare non per il gusto di farlo ma per la necessità quasi corporale di imporsi gli avversari. E proprio in virtù di questo sentimento, l’orgoglio, la franchigia della Stella a Tre Punte intende ritornare al centro della scena. Cosa che potrebbe non accadere a breve considerando i problemi che attanagliano la W13.
Non c’è tempo per la frustrazione: a Brackley ed a Brixworth si lavora per risalire la china. Forse non accadrà quest’anno, ma la volontà è quella di issarsi nuovamente in cima alla categoria ritornando ad essere punto di riferimento tecnico-sportivo.
Il passo di gambero della Mercedes è evidente. Nel confronto con l’anno scorso, a parità di numero di gare disputate, la compagine inglese perde ben 44 punti. Uno score negativo ma non disastroso se consideriamo che, ad esempio, la McLaren ne lascia sul selciato addirittura 51 come dimostra il grafico in basso. Fatto sta che “i grigi”, insieme a Woking, all’AlphaTauri e alla Aston Martin è una compagine che va all’indietro invece di progredire. Non un elemento di cui fregiarsi.
F1. Mercedes: situazione seria ma non drammatica
Considerando le prestazioni non brillanti offerte sinora dalla creatura concepita da Mike Elliott si potrebbe pensare che l’involuzione tecnica fosse più massiccia. Pur mancando ancora una vittoria, il punto di forza della W13 è stata l’affidabilità che ha latitato nella Red Bull e, in misura minore, si è assentata sulla Ferrari che ha mostrato l’aggravante di farsi male da sola con strategie sbilenche e qualche incidente di troppo in cui è stato protagonista un Carlos Sainz che deve ancora familiarizzare con le vetture di nuova generazione.
Dalla solidità del progetto provengono i 134 punti che valgono un comodo terzo posto in graduatoria. Una posizione che al momento pare sicura poiché la vetta è prestazionalmente lontana. Così come distanti appaiono gli inseguitori che non sembrano avere la forza e la costanza per battere con sistematicità il passista George Russell e un Lewis Hamilton leggermente sotto tono.
Toto Wolff, una persona decisamente ambiziosa che col concetto di sconfitta ha poca dimestichezza, ha ammesso che non trova troppo sollazzo nella maniera in cui i suoi alfieri hanno ottenuto i podi stagionali. Anche perché i 101 punti di distacco dalla Red Bull – che l’anno scorso è arrivata seconda nel costruttori – pesano come un macigno sull’ego del cinquantenne viennese a cui prudono le mani per l’incapacità di poter replicare nel breve a suon di vittorie.
F1. Mercedes, Wolff fissa gli obiettivi: “Vogliamo ritornare al vertice”.
“Abbiamo ottenuto alcuni podi – ha spiegato il manager ex Williams – ma questo è successo solo quando qualcosa è andato storto nella vetture che ci precedevano. Non voglio che ci venga regalato alcunché. La nostra squadra è la terza forza. Al momento la dimensione è quella di stare in quinta e sesta posizione. Ma non è qui che vogliamo essere“.
Quindici titoli in otto anni. Questo il bottino che ha fatto crescere a dismisura l’autostima di tutto un ambiente che non è più abituato a navigare senza obiettivi di prim’ordine. Momenti così difficili Mercedes non li viveva dall’inizio degli Anni Dieci, ossia da quando acquisì la Brawn GP. Ma parliamo di fasi storiche in cui l’assenza di vittorie era contemplabile in un cammino di crescita necessario e che ha condotto la scuderia ai vertici del motorsport.
Quella postazione privilegiata è ora l’obiettivo da ricercare. Il desiderio. L’impellenza fisica. L’ossessione mentale. E lo è per ambizioni ataviche ma anche per un ritorno di immagine necessario per chi, numeri alla mano, ha beneficiato sul mercato delle vendite che ha moltiplicato ed amplificato i conseguimenti sportivi.
“Ereditare un podio è bello – ha rimarcato Wolff – ma non voglio niente di tutto questo. Vogliamo ritornare alla vittoria. Stiamo apprendendo lezioni importanti che saranno alla base per le nostre prestazioni future“.
F1. Mercedes: si lavora per dare qualche punto di carico alla W13
Dopo che gli aerodinamici hanno operato incessantemente per ridurre il porpoising che ha pesantemente limitato le prestazioni della W13, è giunto il tempo di concentrarsi sugli sviluppi. Aver focalizzato ogni attenzione al fondo oltremisura flettente ha costretto gli ingegneri a non teorizzare ed a non mettere in opera upgrade la cui presenza doveva favorire la limatura di preziosi decimi di secondo sul giro.
Bisognava infatti capire se il design caratterizzato dai sidepod rastremati potesse funzionare anche in pista dopo che la galleria del vento e le analisi computazionali avevano offerto dati e numeri incoraggianti. In Spagna c’è stata una decisa inversione di tendenza non confermatasi a Monaco per via della particolare conformazione del budello rivierasco.
A Baku la corsa dovrebbe riprendere anche se non sono in cantiere sviluppi di rilievo che potrebbero invece vedersi nel GP casalingo di Silverstone che si disputerà tra meno di un mese. Ad oggi, in accordo con quanto riferito da George Russell, il problema della Freccia d’Argento si palesa nelle curve a bassa velocità. Montecarlo e il terzo settore del Montmelò lo hanno rivelato con chiarezza estrema.
La W13 gestisce bene le gomme ed è, come detto, affidabile. Ma ha bisogno di crescere nel setup sospensivo e nella ricerca di qualche ulteriore punto di carico aerodinamico. Da nostre informazioni ci risulta che saranno queste le aree di intervento prossime che serviranno a sbloccare un potenziale che a Brackley ritengono esserci. Ecco perché non si è contemplata ancora l’idea di stravolgere l’architettura concettuale della macchina che sarà sviluppata finché, eventualmente, la pista non la boccerà del tutto.
Il calendario, prima del GP di Ungheria in cui la chiave per il successo è la capacità di generare massicce quantità di spinta verticale, presenta in rapida sequenza Azerbaijan, Canada, Inghilterra, Austria e Francia. Piste che potrebbero dare una mano al progetto W13 che, risolto il pompaggio aerodinamico, ha preso ad esaltarsi laddove abbondano curve di raggio medio-ampio.
In Mercedes non c’è voglia di gettare la spugna. Pur di sembrare cocciuti si sente l’impellenza di dimostrare al mondo che il recupero è possibile. Perché, si sa, l’orgoglio è un propulsore molto potente. Se sarà anche efficace lo sapremo entro poche settimane.
F1 – Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Mercedes AMG F1 Team