Budget cap in F1: aumentarlo o non aumentarlo, questo è il dilemma. Non c’è che dire, se quest’anno si dovessero trovare dei protagonisti che non abbiano necessariamente un volante tra le mani, spiccherebbero immediatamente come candidate sia le controversie regolamentari che quelle legate al budget cap.
Una battaglia cominciata poco dopo l’inizio della stagione 2022, portata avanti principalmente dalle scuderie di punta per motivazioni che condivisibili o meno, sono pur sempre abbastanza comprensibili.
Allo stato attuale dei fatti, non è stato ancora raggiunto un punto d’incontro che mettesse d’accordo tutti, perché se in un primo momento erano soltanto i top team a richiedere un necessario aumento, da qualche tempo a questa parte anche le squadre “minori” sembrano aver cambiato idea.
F1. Budget cap: cambio di rotta per le scuderie minori
Proprio queste ultime, in principio erano quasi super partes alla questione, anzi, laddove necessario si schieravano quasi contro: molto probabilmente dalla loro avevano la consapevolezza di avere “conservato” il necessario per poter sopperire a qualche imprevisto, per cui tale aumento non rappresentava una questione strettamente indispensabile.
Ad oggi invece sembra non essere più così anche per loro: ne è un esempio il caso Alfa Romeo Racing ORLEN, il cui team principal Frédéric Vasseur ha dichiarato di aver avuto in programma degli aggiornamenti tecnici per la loro C42, che purtroppo però a ragion veduta hanno preferito scegliere di non portare fino in fondo.
Tali migliorie sono però solamente congelate per il momento, con la decisione di posticiparle in ottica 2023, anche perché i costi a cui sono sottoposti i team quest’anno a causa dell’inflazione stanno davvero diventando di difficile gestione.
F1. Red Bull: provocatoria portavoce degli altri top team
Stesso motivo per cui anche la scuderia leader di entrambe le classifiche, RedBull, reputava fondamentale un’ulteriore aggiunta al budget fissato: il team principal Christian Horner era addirittura arrivato a dichiarare che qualora tale situazione perdurasse immodificata, il suo team potrebbe persino non avere la facoltà di disputare gli ultimi 4 appuntamenti previsti da calendario.
Di recente ha rincarato la dose aggiungendo altro pepe, in perfetto stile Horner: proprio sulla base di quel precedente assunto, arriva quasi a minacciare la F1, poiché se realmente non riuscissero a prendere parte alle ultime gare, non esiterebbe un istante nel trascinare la questione direttamente in tribunale (leggi qui l’approfondimento).
Insomma, in un frangente in cui sembra quasi che tutti i team siano concordi nell’aver bisogno di tale incremento, Liberty Media subentra così, proponendo l’anticipo di una parte delle quote che ogni team riceve a fine stagione.
F1. L’efficace proposta di Liberty Media
Ciò significa che di fatto il limite del budget non sarà toccato, e che perciò teoricamente nessuno potrà più preoccuparsi di infrangerlo. Tuttavia seppur non sia ancora stata pattuita una cifra precisa, la stima parrebbe aggirarsi intorno a 3 milioni di dollari circa; altra supposizione invece, pare sia la soluzione dei 4,2 milioni di dollari (ovvero, il corrispondente 3% del budget totale di 140 milioni$).
Al momento sembrerebbe questa la soluzione ottimale per un problema oramai diventato sempre più ingombrante: inutile dire che sta già iniziando a raccogliere i primi consensi da parte dei team minori, trovando concordi i team principal Otmar Szafnauer (Aston Martin) e Günther Steiner (Haas).
Per il momento però, sebbene questa risulti l’ipotesi più accreditata, attualmente resta per l’appunto solamente un’eventuale possibilità: sarà necessario attendere perlomeno la decina di luglio (con l’approssimarsi della tappa austriaca), in cui avrà luogo una riunione della F1 Commission, le cui discussioni centrali verteranno proprio su tale questione.
F1 Autore: Silvia Napoletano – @silviafunoat
Foto: F1