È il duello che conta. È la calamita che sta tenendo incollati i tifosi della F1 agli schermi. Red Bull e Ferrari stanno dando vita ad una lotta sportiva entusiasmante condita da colpi di scena che si materializzano sovente in ritiri clamorosi. E’ così vero che l’interesse sia quasi esclusivamente settato su questa rivalità che, dopo l’abbandono da parte di entrambe le rosse, lo share televisivo è crollato a picco in una gara che ormai non aveva più nulla da offrire se non la comoda e tediosa passerella delle due RB18.
A partire da Imola, Max Verstappen e Sergio Perez hanno ingranato la marcia superiore e sono partiti in una rimonta che sembrava essere sin troppo ardua. I due alfieri della franchigia di Milton Keynes comandano ora le operazioni avendo scavalcato e distanziato gli esponenti della Ferrari.
A Maranello non sono latitate le performance pure: la velocità non manca alla F1-75. Ciò che sta nascondendosi con gran preoccupazione è l’aspetto che riporta all’affidabilità. L’aver spinto sulla chiusura del gap con gli altri motoristi ha indotto ad azzardare oltremodo. Se all’inizio le cose sono andate bene, all’aumentare dei chilometraggi dei V6 turbo-ibridi le difficoltà sono letteralmente deflagrate.
Mentre nel reparto corse modenese si postulano strategie di breve e di medio periodo per uscire dalle sabbie mobili (leggi qui), i rivali non stanno con le mani in mano poiché sono ben consapevoli che una Ferrari rinvigorita nell’affidabilità è una cliente piuttosto scomoda. La RB18 vince ma non domina. Il margine di vantaggio è spesso risicato e, in talune circostanze, non si attiva sebbene Adrian Newey abbia spinto forte sul dimagrimento che pare non essere del tutto compiuto.
F1. Red Bull: la RB18 come dottor Jekill e Mr. Hyde
Il titolo interno rende l’idea di cosa sia la vettura austriaca: critica al sabato, ossia quando c’è da essere efficace sulla tornata singola, concreta la domenica quando bisogna mettere in mostra doti da passista. È soprattutto Verstappen il pilota a cui resta indigesta la vettura nella versione “time attack”.
A serbatoi vuoti la monoposto palesa una certa tendenza ad avere un avantreno impreciso. Le gomme anteriori si attivano in maniera meno efficace di quelle posteriori. Da qui un comportamento sottosterzante che mal si addice allo stile dell’olandese che gradisce un muso preciso assecondato da un retrotreno un po’ più leggero ma comunque controllabile.
Una condizione che probabilmente deriva da una minor conoscenza delle coperture risetto alla Ferrari che, nel 2021, aveva effettuato più ore di test Pirelli. Nessuna anomalia: Milton Keynes, presa in una lotta punto su punto con Mercedes, non si era troppo concentrata sui compound sperimentali presentati dal gommista e questa cosa le ha fatto accumulare un ritardo conoscitivo che evidentemente sta pagando. Ci ritroviamo, quindi, con una RB18 insofferente alle elevate pressioni all’anteriore. Cosa che acuisce l’imprecisione dell’avantreno “sfavorendo” lo stile di Max.
In gara la prospettiva si ribalta. La stabilità dell’asse posteriore è un vantaggio sulle lunghe distanze poiché consente la perfetta gestione termica – e dunque dell’usura – delle coperture. A rimescolarsi sono anche i valori interni: Perez fatica di più alla domenica perché il suo driving è più settato a massimizzare il giro singolo nel quale non di bada troppo al management del compound. Materia nella quale Verstappen sta diventando un’autorità.
F1. La sfida tecnica con la Ferrari non è ancora finita
Le peculiarità su descritte impongono ai vicecampioni in carica una riflessione tecnica. La vettura, anche se guida entrambe le classifiche, deve effettuare uno scatto prestazionale. Anzi, più precisamente, deve entrare in una finestra di setup più consona ed efficace in ogni situazione: qualifica o gara che sia.
La battaglia degli sviluppi, ad oggi, non è vinta. La Ferrari, al netto dei problemi tecnici, dovrebbe avere molti più punti in carniere di quelli che effettivamente ha. A Milton Keynes lo sanno e non dormono tra comodi guanciali ben consoci che, nonostante le imitazioni del budget cap, bisogna ancora spingere sull’acceleratore.
A Maranello sono alle prese con la comprensione e le soluzioni di breve-medio termine circa le difficoltà ormai evidenti che la power unit sta palesando. Prima o poi i problemi saranno superati e la F1-75, che dovrebbe già essere nei limiti minimi di massa individuati dal regolamento, potrà essere pienamente dispiegare l’enorme potenziale. Adrian Newey e il suo staff, pertanto, stanno imbastando una nuova cura dimagrante dopo quella operata col pacchetto presentato a Imola.
Silverstone dovrebbe essere il GP in cui verranno presentate altre novità che mettono al centro la riduzione di peso. Otto sono i chilogrammi stimati di surplus che i tecnici anglo-austriaci contano di eliminare trovando oltre due decimi di prestazione. Il risparmio di massa, ancora, renderebbe la vettura più consona allo stile di guida di Max Verstappen che potrebbe riprendere la piena fiducia nella guida limando così alti preziosi centesimi. Dettagli che fanno la differenza.
F1 – Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Oracle Red Bull Racing