F1. Il primo terzo del mondiale 2022 di George Russell è contraddistinto da forti contrasti: un mix in cui si fondono esaltazione e delusione. Partiamo da quest’ultimo sentimento. Il pilota si sarebbe certamente aspettato un’altra Mercedes.
Reduce da anni duri in Williams, George sperava di avere subito tra le mani una vettura di livello superiore che gli consentisse di lottare sistematicamente per qualcosa di più esaltante di un podio sporadico. Da qua una sorta di avvilimento che di certo non scoraggia un ventiquattrenne entusiasta e determinato.
Dall’altro lato c’è la constatazione di aver avviato la sua esperienza a Brackley nel migliore del modi. Perché si sa che il primo vero riferimento per ogni pilota è il compagno di squadra. E se ti scontri col recordman della categoria battendolo con costanza, allora puoi essere soddisfatto del lavoro che stai svolgendo.
Dall’alto dei suoi 84 punti che valgono la quarta piazza in classifica, Russell distanzia di ben 34 lunghezze il sette volte iridato Hamilton. In qualifica osserviamo un 4-3 a suo favore. In gara, dopo essergli arrivato alle spalle nel GP inaugurale del Bahrain, l’ex Williams ha inanellato un serie di sei arrivi a traguardo davanti al collega di casacca.
Roba non da poco. Vero che Hamilton è stato afflitto da una sfortuna senza bende sugli occhi, ma la sistematicità con cui è arrivato negli scarichi del giovanotto di King’s Lynn è una tendenza che nessuno si aspettava.
F1, Mercedes: George l’ambizioso
Da un’intervista rilasciata ai colleghi di RN365 si desume quale sia l’approccio che Russell sta avendo alla nuova esperienza in Mercedes: “Se mi aveste detto, prima della stagione, che non sarei riuscito ad ottenere nemmeno una vittoria dopo le prime sette gare sarei stato un po’ deluso. Ma, considerando il ritmo mostrato ed i progressi fatti fino a questo punto, sono ragionevolmente soddisfatto del mio comportamento“.
In un percorso si crescita verso pianeti più gloriosi un anno di consolidamento è contemplabile, specie se si considera l’età relativamente tenera del protagonista. Ma l’obiettivo non celato di Russell è quello di puntare al titolo mondiale. Cosa che questa W13 dal potenziale alto ma inespresso e forse inesprimibile non gli permette di fare.
“Abbiamo massimizzato i risultati. Non vedo molte gare in cui avremmo potuto fare meglio di quanto abbiamo fatto. Cerchiamo di ottenere più di quanto potremmo dalla macchina e dalle gomme – ha riferito il campione della GP2 2017 – Vorrei essere in lotta per il titolo mondiale, mi piacerebbe essere a battagliare contro la Red Bull e contro la Ferrari“.
F1, Mercedes: Russell vuole imporsi in seno al team
L’inizio di 2022 ha fatto venire l’acquolina in bocca all’ex Williams che si gode la sua “posizione dominante” nella squadra. Uno status che vorrebbe consolidare per diventare fattivamente la colonna portante della franchigia anglo-tedesca anche dopo il 2023, ossia quando il contratto in corso di validità scadrà.
“Dobbiamo solo continuare a spingere. Cerco di restare concentrato su me stesso e fare il miglior lavoro possibile. Credo in me stesso e ho ancora molto da migliorare. Mi sento come se ancora non riuscissi ad ottimizzare completamente il pacchetto che ho a disposizione“.
E poi la chiusura che ha il sapore della bordata: “Rispetto a Lewis credo di avere ancora molto margine di miglioramento sotto diversi aspetti. Sono eccitato se penso al livello che riuscirò a raggiungere nelle prossime gare“.
L’ultima uscita, riferita con innocenza quasi puerile, nasconde un concetto più complesso. Quel che ammette Russell è vero perché Lewis è alla fine di un percorso mentre George non è che all’inizio di una carriera che potrebbe riservare molte soddisfazioni. La crescita del conducente è evidente. L’unico, vero, dubbio che si portava dall’esperienza in Williams era la sua capacità di essere efficace in gara.
Molte volte l’abbiamo visto disputare qualifiche quasi paranormali con una vettura ai limiti della decenza tecnica per poi smarrirsi durante il GP. Nei primi sette appuntamenti stagionali ha invece tenuto la barra dritta mostrando maggiore capacità di adattamento alle nuove monoposto e ad un contesto tecnico non proprio invidiabile.
Se Hamilton, complice anche un fato non proprio amico, si è un po’ smarrito, George è sempre sul pezzo: concentrato, affamato, consapevole dei propri mezzi.
Hamilton ha bisogno di invertire la rotta sin da Baku se non vuole che la figura del compagno di squadra si faccia tanto grande ed ingombrante da metterlo in un cono d’ombra. Il rapporto tra i due piloti è ottimo: entrambi lavorano per superare le difficoltà che affliggono la Freccia d’Argento; ma è evidente che prima o poi il team, specie se ritornerà a lottare per la vetta, dovrà operare una scelta. Russell sta lavorando per farsi trovare pronto per diventare il timoniere della scuderia.
F1 – Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Mercedes AMG F1 Team