L’errore che Charles Leclerc ha commesso sul tracciato del Paul Ricard ha permesso a Max Verstappen e alla Red Bull di allungare nelle classifiche mondiali; un episodio che potrebbe rappresentare un punto di svolta per le sorti del campionato. Con l’ipotesi sempre più forte di una battaglia in pista che rischia di concludersi prima dell’ultima gara, i team di F1 hanno spostato la loro attenzione fuori dai tracciati.
La guerra politica sembra dunque essere tornata la vera protagonista, con le scuderie concentrate nel far valere le proprie ragioni. Dall’aumento del budget cap per far fronte all’inflazione al cambio del regolamento tecnico, ogni team principal è così chiamato a difendere i propri interessi. La scena è stata dunque catturata nuovamente da chi lo scorso anno ha dato spettacolo; sia Horner che Wolff non sono disposti a cedere, scatenando di conseguenza una battaglia di parole ben lontana dalle gare.
F1. TD39, tra lobbismo e illegalità: Wolff e Horner di nuovo in prima linea
La Direttiva Tecnica numero 39 sembra destinata ad avere un ruolo diverso da quello pensato dalla FIA. Il cambio dei regolamenti a stagione iniziata non è infatti visto come motivo di salvaguardia in termini di sicurezza, bensì come un aiuto nei confronti di chi ha un determinato peso politico all’interno del Circus. Le accuse lanciate da Red Bull a Mercedes non hanno lasciato indifferenza, dando il via al secondo atto della battaglia che ha accompagnato l’intero mondiale 2021.
Né Christian Horner né Toto Wolff hanno mai dato l’impressione di voler indorare la pilota l’uno nei confronti dell’altro. Se le discussioni sull’aumento del budget cap per coprire l’aumento dell’inflazione hanno trovato i due d’accordo, lo stesso non è avvenuto per la TD39. Il dubbio sollevato da Horner, e appoggiato anche da Binotto, nasce in merito al possibile aiuto nei confronti del team guidato da Wolff; come già analizzato, la TD39 attesa in Belgio non è attesa con gioia.
Il team principale della Mercedes riceve così l’accusa di lobbismo, oltre a quella di non essere in grado di trovare una soluzione per ridare alle W13 la competitività mancante. Il silenzio non è però contemplato di fronte a quanto detto sia da Horner che da Marko, con l’attenzione che viene così posta sulla presunta illegalità, legata alla flessibilità del fondo, della vettura di Milton Keynes. Una lotta infinita quella tra i due team, che non sembra destinata a poter giungere ad un compromesso.
F1. TD39: un aiuto a Mercedes o un gioco politico?
Il dilemma che Toto Wolff solleva per difendere le sue ragioni è in realtà semplice: se la TD39 cambia poco in pista, perché tutto questo impegno per non farla entrare in vigore? La discussa Direttiva è infatti attesa a Spa, dopo che la stessa ha subìto più di un rinvio. Cambiare gli aspetti tecnici potrebbe però avere ripercussioni in pista, anche se tale prospettiva resta improbabile. Un po’ come successo con le restrizioni sulle ali flessibili nel corso della passata stagione.
Il lavoro svolto da Red Bull o Ferrari non sembra infatti in pericolo, anche perché, per quanto visto finora, il porpoising è solo uno dei difetti che le W13 hanno mostrato. Pensare dunque ad una Mercedes in grado di tornare protagonista nella lotta al vertice solo grazie ad un piccolo cambiamento non pare possibile, soprattutto perché la TD39 permette di andare oltre i limiti per 3 volte. Un compromesso che sottolinea la volontà della FIA di voler salvaguardare i piloti senza stravolgere il lavoro svolto dai team.
Quello che forse la TD39 nasconde e il possibile motivo per cui i team discutono tanto, è il peso politico che essa comporta. Mercedes negli anni ha infatti assunto un potere importante a livello decisionale, quasi al pari del diritto di veto concesso alla storica Ferrari. Un gioco parallelo a quello in pista, che in F1 è sempre esistito. A fare eco al team che ha dominato l’era turbo ibrida è poi arrivata la Red Bull, in grado di fare sentire la propria voce, mentre Ferrari, nel tempo, sembra avere un po’ perso tale peso politico.
Ecco dunque che la TD39 diventa per Mercedes un’arma con la quale ricordare che le battaglie non si vincono solo in pista. Le W13 non sono infatti in grado di lottare con Red Bull e Ferrari e la Direttiva non cambierà questo aspetto. La sua approvazione sarebbe però una vittoria per Wolff, pronto a ricordare che il suo team ha ancora questo potere.
La battaglia assume così un significato diverso, lontano da quel possibile favore concesso al team di Brackley per risolvere un problema. Non sempre infatti vincere significa essere i più forti, motivo per cui in casa Mercedes sono pronti a prendersi la rivincita senza scontri ruota a ruota.
Autore: Chiara Zambelli
Foto: F1, Scuderia Ferrari F1, Alessandro Arcari