La Ferrari F1-75 è un gioiello della tecnica. Una vettura che potremmo descrivere con un termine: compromissoria. Una parola che sovente viene immaginata con un’accezione non proprio positiva. Ma non è questo il caso. La creatura di David Sanchez possiede la virtù dell’adattabilità. Che è pressoché totale.
Si esalta laddove c’è da sciorinare trazione. E’ efficace nei cambi di direzione. Riesce a generare massicce quantità di downforce. Cosa che, specie dopo l’introduzione della nuova ala posteriore avvenuta a Silverstone, non limita la facoltà di essere veloce sul dritto. Questo uno dei segreti del recupero sulla Red Bull RB18. Ma è anche una vettura che riesce a gestire bene le gomme. Il recente Gran Premio d’Austria la ha raccontato.
Chiaramente, è un mezzo che ha palesato anche dei lati oscuri. Ci riferiamo – e non poteva essere altrimenti – all’affidabilità che ha azzoppato la rimonta di Charles Leclerc che è rimasto appiedato, in Spagna e a Baku, mentre guidava le operazioni. Stesso destino occorso a Carlos Sainz che, in Stiria, ha dovuto salutare un secondo posto che stava per concretizzarsi stante la difficoltà di Max Verstappen nel management delle Pirelli hard.
La power unit 2022 è frutto di una filosofia ben chiara: necessità di massimizzare le prestazioni a scapito dell’affidabilità. Frangente sul quale il regolamento tecnico prevede delle deroghe operative che, seppur complesse e non troppo lineari, possono permettere di superare quei difetti che esistono e che non possono essere più nascosti o derubricati a sventure. I numeri, crudi ed impietosi, dicono che i motorizzati dal Cavallino Rampante sono quelli che in stagione hanno percorso il minor numero di chilometri. Fatti.
F1. Ferrari: la partenza è un fondamentale da migliorare
La sensazione generale è che la storica scuderia italiana mostri, alle porte del dodicesimo GP stagionale, una classifica che sottostima il reale valore della F1-75. Oltre alle difficoltà relative alla power unit altri preziosi punti sono andati in fumo – è il caso di dirlo – a causa di strategie discutibili che hanno raggiunto l’apice dell’inefficienza a Montecarlo e a Silverstone. Circostanze nelle quali Charles Leclerc è scalato da una saldissima prima posizione alla quarta finale.
Quindi c’è ancora qualcosa da perfezionare nelle gestione del team e sulla stessa vettura che presenterebbe un altro problema forse sottovalutato ma che Sainz ritiene essere stato condizionante: la fase della partenza.
La rossa monoposto sta faticando nello spunto. In realtà è tutto il primo giro a creare qualche grattacapo alla Ferrari che palesa delle difficoltà a mantenere la posizione di partenza. È successo Sainz, è capitato a Leclerc. A Maranello, durante l’inverno, hanno perfezionato il sistema e le procedure per cercare di massimizzare l’efficacia dello start. In effetti non pare siano stati riscontrati dei difetti particolari, anche se in alcune circostanze qualcosa pare si sia “inceppato”.
F1. Ferrari, Sainz allude a problematiche nella procedure dello start
Interrogato da AS, Sainz ha sollevato la problematica: “Le partenze non stanno andando abbastanza bene. Abbiamo un piccolo problema con la macchina, sappiamo cos’è. E’ una cosa che ci limita: sopravviviamo nei primi metri e poi attaccano alle prime curve“.
La teoria di posizioni perse al via è lunga. Arabia Saudita, Miami, Spagna, Imola, Austria, Gran Bretagna le tappe in cui la F1-75 si è vista sfilare dalla concorrenza allo spegnimento dei semafori. La sensazione è che manchi qualcosa nell’abbrivio iniziale. Ma anche che la vettura abbia bisogno di un warm-up delle gomme più lungo e delicato rispetto, ad esempio, alla Red Bull che sulla materia è più avanti.
La Sprint Race austriaca lo ha raccontato molto chiaramente: dopo il via, Max Verstappen ha guadagnato, nei primissimi giri, un prezioso margine che, ben gestito, gli ha permesso di controllare il ritorno di Leclerc che aveva perso ulteriore tempo nel duello interno con Sainz.
Tornando alle parole dello spagnolo, c’è comunque fiducia visto che l’ex McLaren ha parlato di situazione sotto controllo, risolvibile nel breve periodo. La Ferrari, già in Francia, potrebbe adoperare procedure di partenza leggermente diverse per massimizzare ciò che di buono riesce a fare al sabato in qualifica. Infatti la F1-75 è fin qui risultata la monoposto più efficace nell’attacco al cronometro.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Scuderia Ferrari F1