Le prime undici gare del mondiale F1 2022 hanno visto molta lotta in pista, sia tra quelle che sono le due maggiori forze che tra il resto delle scuderie. Come però accade praticamente ogni anno, gli scontri ruota a ruota non sono gli unici a cui i team sono chiamati. Le discussioni affrontate dentro e fuori dal paddock mettono infatti al centro sia la lotta politica tra le squadre che quella che sembra essere una battaglia per il potere con la FIA.
Dopo un 2021 particolarmente discusso, l’attuale campionato del mondo non è comunque rimasto immune a questi scontri. Dalla prima discussione in Arabia Saudita all’ultimo appuntamento che ha visto al centro dell’attenzione i track limits e il lavoro dei commissari. A tutto questo vanno inoltre sommate le decisioni prese in merito al budget cap e la tanto criticata Direttiva Tecnica 39, che ha suscitato non pochi dubbi sull’imparzialità del lavoro fatto dalla Federazione.
F1. I team si scontrano con la FIA?
Ogni mondiale di F1 ha le sue particolari caratteristiche, con team e piloti sempre pronti a dare il massimo per provare a raggiungere l’obiettivo mondiale. La lotta al titolo non avviene però solo tra le curve ed i rettilinei delle varie piste. Quello che accade “dietro alle quinte” è infatti una componente che non manca mai. Le discussioni tra i team fanno parte del gioco, così come gli attacchi che gli stessi riservano nei confronti della FIA.
Se il 2021 era iniziato con la battaglia, sia in pista che fuori, tra Red Bull e Mercedes per poi finire addosso alla Federazione, nel 2022 quest’ultima ha già ricevuto parecchi attacchi, non solo da chi il mondiale se lo gioca. La prima discussione risale, come detto, al secondo GP corso a Jeddah, all’attacco missilistico verificatosi e alle conseguenti riunioni che hanno comunque portato alla disputa della gara. Il tutto non senza dubbi riguardanti un’ipotetica “minaccia” nei confronti dei protagonisti, costretti di conseguenza a restare.
L’ultima grande faida riguarda invece la Direttiva Tecnica emanata in Canada; una nota non esplicativa, ma volta a cambiare una parte del regolamento a campionato già in corsa. Un aspetto che ha quindi fatto storcere il naso a molti. A questi due episodi, vanno inoltre aggiunti quelli legati al budget cap e quelli che riguardano la gestione delle gare. Un inizio di mondiale che non solo ha già creato precedenti per i quali in pista ci saranno discussioni, ma che ha anche fatto nascere il dubbio di una possibile imparzialità inesistente.
In particolare, il passaggio di Shaila-Ann Rao dalla Mercedes alla FIA per prendere il posto di Peter Bayer non è stato visto di buon occhio. Tra i tanti dubbiosi, Mattia Binotto aveva esposto le sue preoccupazioni con la speranza che fossero infondate; l’arrivo della DT039 ha però contribuito ad accrescere i dubbi, soprattutto perché dietro ci sarebbe una forte spinta da parte dell’ex avvocato Mercedes. Un aspetto non passato inosservato e che ha dato il via a quello che è stato pensato come un favore della FIA alla scuderia dominatrice dell’era turbo-ibrida.
F1. Imparzialità, il dubbio dei team sul lavoro della FIA
Le discussioni tra i team e la Federazione ci sono sempre state in F1, così come la forza politica ha sempre avuto un ruolo importante nel Circus. Vedere dunque le scuderie in continua discussione non è una novità, ma semplicemente uno dei tanti aspetti che contribuiscono a questo sport. Il passo dal disaccordo al possibile complotto è però breve, soprattuto se determinate questioni non sembrano avere una spiegazione razionale. Un passo che sembra essere già stato fatto nell’attuale mondiale.
Il passaggio della Rao dalla casa della Stella a Tre Punte alla FIA ha suscitato dubbi, non in merito alla persona, ma sulla semplice questione legata all’imparzialità. Un aspetto che Toto Wolff ha tenuto a sottolineare, definendo la Rao come una garanzia in fatto di integrità; un aspetto che, nonostante questo, ha trovato un ostacolo, soprattutto dopo quanto accaduto in Canada con l’arrivo della TD39 e del tanto discusso secondo tirante che il team di Brackley è riuscito a montare in una notte. Un lavoro non rimasto privo di dubbi.
L’imparzialità, quando si cambia ruolo, deve essere la caratteristica fondamentale di ogni persona che vive nel mondo della F1; proprio questo aspetto sembra però essere diventato impossibile. Non perché le persone dei team o della FIA non lo sono davvero, ma semplicemente perché negli ultimi anni in particolare si è arrivati a credere a questa possibilità.
Quanto successo lo scorso anno, con il finale licenziamento di Masi, sembra poi aver dato ragione al voler credere che dietro ad ogni scelta ci sia un qualcosa di nascosto. La forza politica ha da sempre un determinato peso a livello decisionale, ma basta questo per pensare ad un team implicato in un gioco poco pulito?
La Federazione di certo non si aiuta, continuando a creare confusione ed episodi che altro non fanno che alimentari i dubbi di un’imparzialità che resta solo a parole. Che sia un favore per uno o per tutti, quello che manca alla FIA è il controllo sulle proprie azioni e, soprattutto, la capacità di allontanare l’ombra di un complotto. Per la FIA è tempo di tornare ad essere quel legame forte che tiene le redini e non un semplice spettatore che sembra andare da una parte all’altra come fanno le bandiere al vento.
Autore: Chiara Zambelli
Foto: FIA, Mercedes AMG F1, Scuderia Ferrari
Credo che la FIA abbia dimostrato dal 2013 ad oggi di essere una succursale di Stoccarda. Partendo dai test gomme segreti passando per i motori a miscela, dai mozzi soffiati alle gomme ribassate senza citare il DAS (sistema di sviluppo a gettoni ecc)
Dopo Abu 21 non solo sono riusciti a far licenziare Masi, ma hanno inserito al ponte di comando una loro persona di fiducia. Si presentano in Canada con il doppio tirante e la TD ha lo scopo di azzoppare chi ha lavorato meglio piuttosto’ che controllare il porpoising. Questo sta diventando sempre piu’ il male della F1. La speranza e’ che LM si stufi, sollevi la FIA dal suo incarico e prenda in mano la situazione per garantire lo svolgimento dei campionati senza il continuo cambio delle regole in corsa, I tifosi sono stufi di essere presi in giro e il giocattolo rischia di rompersi…