Si vince e si perde insieme: fantastica ed inflazionata citazione in caso di successo quanto retorico aforisma a conforto di dolorose sconfitte. Le sorti del dodicesimo appuntamento del mondiale di F1, sul circuito del Paul Ricard, sono state decise al diciottesimo giro quando Charles Leclerc ha perso il posteriore della F1-75 andando in testacoda impattando rovinosamente nelle barriere di curva 11.
Fin dalla partenza il giovane alfiere della Ferrari aveva tenuto magistralmente a bada Max Verstappen che ha potuto utilizzare l’ala mobile in diversi giri senza avere ragione della rossa di Maranello. Il prevedibile undercut di Max ha sparigliato le carte.
Il pilota monegasco ha estratto da sé stesso e dal mezzo il 110% per rispondere alla mossa degli strateghi Red Bull. La necessità di contenere il distacco dal campione del mondo olandese nella finestra minima per poter rientrare in pista davanti alla RB18 di Max, una volta effettuato il primo pit stop, ha probabilmente indotto il pilota monegasco all’errore.
Le cause del testacoda potrebbero essere dovute a inserimento in curva 11 più aggressivo unitamente a pneumatici a fine vita che non hanno garantito il grip delle precedenti tornate. Tuttavia sin dai primi giri era apparso evidente che Leclerc guidasse in modalità overdrive, ovvero ai limiti dell’aderenza fornita dalla mescola media specie al posteriore, condizioni in cui Charles riesce solitamente ad esaltarsi.
F1. Ferrari: Leclerc dilapida il gran lavoro svolto a Maranello
L’ennesimo prematuro ritiro della monoposto numero 16 ha un peso specifico enorme perché anche in Francia la Ferrari aveva dimostrato di avere tutte le carte in regola per vincere.
A testimonianza dell’enorme lavoro compito dagli uomini di Maranello è necessario ricordare che appena 12 mesi fa le monoposto del Cavallino Rampante non riuscirono ad entrare in zona punti sul circuito del Le Castellet. Per la terza volta in questa stagione Leclerc si ritira quando è al comando della corsa.
L’errore è nella natura umana e nessun campione del passato, del presente e del futuro ne sarà esente, tuttavia nelle barriere del Paul Ricard Charles ha perso molto di più che una gara. A meno di improbabili ribaltoni, i 63 punti di distacco da Max Verstappen sono una seria ipoteca per il bis iridato del fuoriclasse olandese.
Basti pensare che nelle prossime dieci gare, il campione del mondo in carica potrebbe accontentarsi delle sole piazze d’onore e dei giri veloci nel GP per trionfare in campionato anche in caso di un filotto di dieci vittorie consecutive del monegasco.
Il ragionamento per assurdo rende evidente che almeno il titolo piloti è ormai una chimera per il talento del Principato di Monaco. Ma l’impatto nelle barriere di curva 11 Charles rischia di avere delle conseguenze all’interno del team Ferrari.
Le ricorrenti esternazioni al vetriolo via team radio e le dichiarazioni di frustrazione per le evidenti responsabilità del team di carattere tecnico e strategico non sono state certamente gradite ai piani alti di Via Abetone. Se a valle della controversa scelta strategica del gran premio di Inghilterra, che lo privò di una probabile vittoria, Charles dichiarò di non essere nessuno per poter chiedere chiarimenti alla Ferrari, con il crash di ieri ha perso quell’immunità da errore che lo poneva in una posizione di forza nei confronti del team.
Probabilmente l’unico uomo in casa Ferrari insieme ai progettisti della fantastica F1-75 ad aver rasentato la perfezione fino diciottesimo giro del dodicesimo round del mondiale. Da ragazzo scaltro ha immediatamente indicato una precisa linea di demarcazione nelle interviste a caldo.
Se il titolo piloti sarà perso con un gap pari o inferiore ai punti persi a Imola e in Francia si riterrà colpevole dell’eventuale fallimento in caso contrario… beh la conclusione è scontata. Dal punto di vista emotivo Charles è sempre stato molto severo con se stesso, tuttavia una tale lucidità nel definire il perimetro delle responsabilità è un chiaro messaggio al team in antitesi con la premessa del presente scritto.
Si vince e si perde insieme non è il mood di Leclerc, bensì ognuno si assuma le sue responsabilità. Nonostante l’immediata e onesta ammissione di colpa, in modo dissimulato ha lasciato intendere che l’errore in curva 11 non può compensare le tante volte in cui è stato tradito dal mezzo o da strategie discutibili in una ipotetica ripartizione delle responsabilità di una sconfitta finale.
E se fino a poco giorni fa il distacco dalla vetta non spaventava, per la prima volta si sussurra la parola sconfitta. Tra noie tecniche, errori strategici e di guida la Scuderia Ferrari sta dilapidando il potenziale di una monoposto fantastica che grazie a Carlos Sainz ha dimostrato che Charles avrebbe potuto giocarsela con Max anche su un tracciato in cui la storica scuderia italiana non ha mai brillato.
Anche la potenziale investitura a prima guida potrebbe non avere più alcun senso, con Carlos tornato a soli ventisei punti di distacco dal compagno di squadra anche se a distanza siderale da Max. In un weekend in cui il pilota spagnolo si è anche guadagnato un credito grazie all’eccezionale il supporto reso in qualifica nel gioco delle scie che ha regalato l’ennesima pole a Charles.
A meno di clamorose defaillance del binomio Verstappen/Red Bull sarebbe forse opportuno rendere giustizia al lavoro del comparto tecnico puntando con decisione al mondiale costruttori alla luce della grande competitività della F1-75 e del contestuale appannamento di Sergio Perez. Il back to back verso il gran premio di Ungheria del prossimo weekend potrebbe restituirci un Charles desideroso di cancellare la prima grande macchia in una stagione praticamente perfetta prima della pausa estiva.
Ormai conta solo vincere come unica possibilità per tenera accesa quella fiammella di speranza che nel cuore di Charles e dei tifosi della rossa rimarrà sempre viva finché la matematica consentirà di ambire anche al titolo piloti.
Autore: Roberto Cecere – @robertofunoat
Foto: F1, Scuderia Ferrari F1