Il Gran Premio di Francia di F1 ha messo in evidenza luci ed ombre dei primi tre team. Mercedes, Ferrari e Red Bull, infatti, si sono mostrati con pregi e difetti durante l’arco dell’intero weekend. Mercedes (leggi qui) , nonostante gli aggiornamenti, era stata più lenta del previsto per tutto il weekend per poi apparire in forma smagliante in gara, dove ha conquistato il secondo e terzo posto, contando anche sulla grinta di entrambi i piloti.
Ferrari ha perso una vittoria preziosa per i punti di entrambi i Campionati per colpa di un errore di Leclerc mentre dall’altra parte ha limitato i danni grazie ad una prestazione straordinaria di Sainz.
Cosa dire, invece di Red Bull? Verstappen è stato ottimo come sempre. L’olandese ha diretto con maestria l’intera gara, senza correre rischi inutili e senza lasciarsi prendere dal nervosismo, portando a casa ancora una volta una meritatissima, senza incontrare tuttavia il supporto di Pérez. Il messicano ha, difatti, confermato la sua parabola discendente in termini prestazionali.
F1. Helmut Marko e le sue crudeli critiche a Pérez
Anche in F1, l’obiettività e la sincerità sono sempre un pregio nelle persone. Tuttavia, nel caso del famoso dirigente austriaco dell’Oracle Red Bull F1 Team Helmut Marko sarebbe necessario frapporre un filtro fra pensieri e parole. Il guru austriaco, infatti, è noto per la sua lingua tagliente, sia quando si trova a criticare gli avversari che quando lo fa con i suoi. La sua chiave di lettura della prestazione di Pérez, infatti, è molto forte.
“Sergio sembra essersi addormentato alla ripartenza dopo la Virtual Safety Car – ha affermato il dirigente austriaco, commentando la prestazione del messicano con diversi media tedeschi – forse ha bevuto tequila, ieri sera”.
Ha poi parlato dello stato di degrado delle gomme sulla monoposto di Verstappen. “Con Max, le gomme hanno retto meglio di quanto ci aspettassimo ma nello stesso tempo dobbiamo ammettere che pensavamo che sorpassare in pista sarebbe stato più facile”.
Il dirigente austriaco fa riferimento all’episodio che è costato al messicano e all’intero team un podio che avrebbe fatto certamente molto comodo per prendere il largo da Ferrari in Classifica Costruttori.
Pérez, infatti, ha perso il terzo posto nel momento in cui la gara è ripresa dopo la Virtual Safety Car. George Russell, che era quarto e stava spingendo da tutta la gara, è stato brillante e scattante ed è riuscito a superare il messicano della Red Bull in pista. Pérez si è limitato a subire il sorpasso senza battere ciglio, dopo una ripartenza in cui è risultato lento.
Dopo essersi ritrovato in quarta posizione, il pilota Red Bull ha provato diverse volte a riprendersi il podio sul rivale Mercedes ma i tentativi sono stati fallimentari. Alla fine, Red Bull ha dovuto accontentarsi di un risultato decisamente inferiore alle sue possibilità, festeggiando Verstappen ma incolpando Pérez di poca reattività.
F1. La parabola discendente di Pérez
La prestazione di Pérez in Francia è stata sicuramente deludente ma non si tratta di un caso isolato. Ad inizio della stagione 2022 di F1, il messicano ha inanellato successi e podi con scioltezza, dimostrando che, con la macchina giusta, la sua carriera era ancora molto lontana dalla fine. L’apice delle sue performance in pista è stata il GP di F1 di Monaco. In quella occasione, infatti, il secondo pilota Red Bull è riuscito a portare a casa una bellissima vittoria. La sua prima.
Da allora, tuttavia, quel barlume di energia si è spento, e un grigiore ha iniziato ad investire le sue gare. Ma a cosa si può attribuire questa parabola discendente?
In parte, si può “accusare” la Red Bull. I nuovi updates, infatti, sono stati montati sulla macchina di Verstappen, dando fiducia a lui e lasciando Pérez a cavarsela con la versione precedente. Un compito non semplicissimo, in quanto tutte le altre scuderie stanno procedendo con i vari aggiornamenti, lasciando quindi il secondo pilota del team di Milton Keynes svantaggiato rispetto agli altri due team. La mancanza di updates sulla vettura del messicano, inoltre, va ad aprire una forbice prestazionale che si può equiparare alle vetture old generation.
Tuttavia, sarebbe ingiusto incolpare solo la squadra. Pèrez, infatti, sembra mancare di quella grinta che lo ha contraddistinto in McLaren ai tempi del suo esordio ed anche in Red Bull durante la scorsa stagione e l’inizio di questa.
F1. “Secondi” a confronto: Pérez vs Sainz
Sarebbe possibile datare l’inizio della parabola discendente di Pérez su un avvenimento preciso: il rinnovo del suo contratto con Red Bull. Il pilota, infatti, nelle gare di F1 prima era energico, fantasioso, grintoso e aveva voglia di combattere. Ricordiamo anche la sua rabbia nel cedere il posto a Verstappen, il suo iconico team radio “Ne dobbiamo parlare dopo” contro il suo team. Un team radio che è stato in seguito codificato con un “Vedete di rinnovarmi il contratto, prima di chiedermi certi favori.”
Il contratto rinnovato con Red Bull, Pérez, lo ha meritato in pieno. Il problema è venuto però quando ha avuto conferma, perché di lì ha iniziato a calare in termini prestazionali. Niente più commenti, guizzi di lotta, niente più desiderio di arrivare primo. È come se si fosse rassegnato ad essere secondo e, in fondo, gli stesse bene così.
Appare questo la maggiore differenza fra lui e Carlos Sainz: l’atteggiamento. Sebbene siano entrambi piloti ispanici (il pilota Red Bull è di Guadalajara in Messico mentre quello Ferrari viene da Madrid, Spagna), e siano entrambi secondi nei due team più forti della F1, è facile vedere in dove differiscano.
Carlos Sainz, infatti, è tutto fuorché rassegnato a fare da seconda guida a Charles Leclerc. Anche Sainz è un uomo-squadra. Lo abbiamo visto cedere il posto a Leclerc, lo abbiamo visto cedergli la scia per farlo arrivare in pole proprio in Francia. Lo abbiamo, però, anche sentito.
Sentito lamentarsi in team radio con Binotto quando questi gli chiedeva di fare passare il monegasco senza che ci fosse una ragione specifica. Lo abbiamo visto mettercela davvero tutta per mettere in difficoltà il team principal italiano a delineare una prima ed una seconda guida, combattendo in pista, opponendosi a farsi “derubare” la sua prima vittoria dalla squadra del Cavallino Rampante e lo abbiamo visto anche ieri, forte e perfetto in pista, scalare l’intera griglia fino ad arrivare momentaneamente terzo. Sainz non ci sta a fare il secondo pilota. Pérez, forse, sì.
Scritto da : Silvia Giorgi – silvia_giorgi5
Fonte Immagicini: Oracle Red Bull F1 Team