Quello di Silverstone, per la Red Bull, è stato un weekend in chiaroscuro. Emozioni contrastanti nei 52, entusiasmanti, giri che hanno caratterizzato quello che possiamo definire il gran premio più inteso dell’intero mondiale di F1 2022. Da un lato la delusione per la possibile vittoria di Max Verstappen vanificata da un detrito che ha portato via prestazioni e punti; dall’altro la gioia per una rimonta solidissima operata da un Sergio Perez in ombra per due giorni e che poi è stato in grado di tirar fuori le unghie nel momento decisivo.
Ma qualche ulteriore motivo di soddisfazione nel clan anglo-austriaco è arrivato dal comportamento della Ferrari che, “suicidandosi” sportivamente, ha costretto Charles Leclerc a perdere una gara che oramai aveva in pugno. Col quarto posto finale il monegasco recupera una miseria di punti nei confronti del rivale olandese e segna il quinto GP consecutivo senza agguantare un podio.
Dopo Montecarlo è la Ferrari, con un altro evidente ed ingiustificabile errore strategico (al di là di poco credibili difese d’ufficio di Mattia Binotto che sono state smentite dai dati GPS), a “scippare” un trionfo che sembrava saldamente nelle mani del n°16 che dopo la gara è parso pacato nelle dichiarazioni ma piuttosto infastidito negli atteggiamenti e nella mimica corporea. Tanto che il team principal della Rossa, come dimostra l’immagine ormai virale, l’ha dovuto arringare in pubblica piazza. Tensione piuttosto alta in seno al Cavallino Rampante. Che è inutile minimizzare.
F1. Horner “bacchetta” la Ferrari
Per come s’erano messe le cose, dunque, Red Bull non può proprio del tutto dirsi scontenta dell’epilogo inglese. Christian Horner è rimasto perplesso di fronte ad alcune chiamate strategiche fatte dai rivali Ferrari. Ma anche della Mercedes. Doni confezionati, gentili concessioni che i vicecampioni del mondo in carica hanno accolto con gaudio e che hanno consentito di portare preziosi punti in chiave Costruttori.
“La chiamata che ho capito meno è stata quella di non far rientrare entrambe le loro vetture o sicuramente Charles per le gomme morbide“. Vero Chris. Anche noi non l’abbiamo capita. E soprattutto non comprendiamo ancora le maldestre e sbilenche giustificazioni che arrivano dall’interno del team per una chiamata sciagurata che doveva essere evitata soprattutto in virtù della mole di dati a disposizione di ogni scuderia che spiegavano, con infallibile chiarezza, che c’era tutto il tempo per fermare prima Leclerc per poi provvedere al “pit” di Sainz. Così facendo le due F1-75 avrebbero completato una pesantissima doppietta.
Ma la cosa avrebbe avrebbe significato il ritorno alla vittoria di Charles Leclerc e, di conseguenza, l’ulteriore procrastinazione del successo di Sainz. La Ferrari ha agito di semplicità credendo di azzardare. Invece la giocata più elementare era un comodissimo doppio pit stop. Ma ormai è inutile piangere sul latte versato.
Tra tre giorni le F1 ritornano in pista e Maranello, complice un tracciato che esalta le vetture generose in trazione, è chiamata a fare uno sgambetto al team di casa se vuole riprendere seriamente la corsa verso il mondiale che è il vero obiettivo stagionale al di là di cambi di direzione mediatici che stridono con le dichiarazioni rese il 17 febbraio, quando la F1-75 fu mostrata al mondo.
F1. Mercedes vanifica la vittoria a causa di una strategia troppo conservativa
Il “professor Horner” non ne ha avute solo per la Ferrari. Ma anche per la Mercedes che, per un errore ai box e per una safety car non proprio fortunata (quest’anno a Lewis le cose non vanno bene quando c’è la vettura di sicurezza di mezzo), non ha concretizzato il miglior passo gara del lotto (leggi qui).
Secondo il manager inglese i contendenti di Brackley hanno perso un’opportunità per mettere Hamilton su una strategia più aggressiva. Dopo lo stint mostruosamente lungo ed efficace con gomma media, la Mercedes avrebbe dovuto azzardare con penumatici soft invece di montare le hard che necessitavano di un warm-up oltre modo lungo.
“Sono rimasto sorpreso dal fatto che Lewis, con quella quantità di giri da percorrere con il degrado mostrato qui, non abbia preso la morbida. È andato con la gomma dura al giro 33 – ha spiegato Horner – ma in realtà pensavo che sarebbe passato con la morbida perché ciò gli avrebbe reso molto più facile fare il riscaldamento della gomma“.
A freddo è chiaramente tutto più semplice, ma le indicazioni offerte da Horner raccontano di come in Red Bull sappiano leggere i momenti. La rimonta di Perez è anche frutto della sagacia strategica del muretto che, anche se resa sterile dall’incidente di Zhou che ha determinato bandiera rossa, aveva deciso di far partire Max Verstappen con coperture morbide.
Un azzardo che non abbiamo potuto valutare ma che, considerando il basso degrado mostrato anche grazie a condizioni meteo non troppo estreme, poteva essere la chiave vincente della gara. Tenendo anche presenti le difficoltà incontrate della Ferrari col compound medio.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Oracle Red Bull Racing, Mercedes AMG F1 Team