E’ il tema dell’estate e potrebbe pesare anche in ottica mondiale di F1. Una guerra che riguarda i top team con Red Bull a fare scuola. Non qualcosa di nuovo visto che la RB18 pare essere la vettura in assoluto più estrema in pista quest’anno. Non tanto per il concetto generale della monoposto, bensì per le innumerevoli soluzioni innovative adottate.
Andiamo più a fondo e cerchiamo di capire meglio come i big gestiscono un particolare tipo d’effetto. Il comportamento è ormai piuttosto chiaro. Al di sotto di ogni vettura, da regolamento, trova ubicazione una piastra in legno, la cui usura viene controllata a fine gara dalla FIA per assicurare che l’altezza da terra non sia fuori i parametri imposti. La specifica dispone di alcuni fori appositamente piazzati in modo da facilitare la misura dello spessore.
I team giocano su questo fatto rendendo in parte “elastica” la zona, probabilmente inframezzando tra fondo e legno un materiale schiumoso flessibile. Tale provvedimento genera una sorta di corsa quando la piastra viene schiacciata attraverso la comprimibilità della schiuma, andando a guadagnare qualche prezioso millimetro. Le scuderie, pertanto, possono utilizzare altezze minori senza incorrere nel problema dell’eccessiva usure che andrebbe ad infrangere le regole. Attraverso l’immagine a seguire troviamo lo schema della parte in legno collocata al di sotto dell’auto.
Sin da inizio stagione, molti team si avvalgono di un sistema a molla-ammortizzatore per riuscire a far flettere maggiormente la parte iniziale del fondo e, allo stesso tempo, per tenersi all’interno del corpo normativo. Ricordiamo inoltre che, durante gli ultimi anni, sono state sviluppate grandi conoscenze nel produrre molle non lineari nella loro risposta, utilizzate originariamente per le sospensioni.
In questo modo si va a “settare” un pre-carico per superare le verifiche tecniche mentre poi, in gara, sopra certi carichi imposti sull’ammortizzatore, quest’ultimo risponde comprimendosi maggiormente per evitare che la piastra si usuri più del dovuto.
Utilizzando questa tecnica si rende possibile un uso più spinto dell’assetto rake, effetto che si ottiene alzando l’altezza della monoposto sull’asse posteriore che, di conseguenza, portando la parte anteriore più vicina al terreno, genera un livello di carico maggior. L’usura resta quindi contenuta grazie ai vari accorgimenti che i team stanno utilizzando.
F1: Mercedes studia i fondi Ferrari e Red Bull
In casa Mercedes stanno cercando in ogni modo di mettere i bastoni fra le ruote a Ferrari e Red Bull. Va specificato come anche a Brackley stiano provando a sfruttare al massimo questo loophole, anche se al momento non sembrano riuscirci. Il motivo è semplice: i tecnici “grigi” hanno ancora un certo limite in termini di altezza sotto al quale non possono accedere senza mitigare il pompaggio aerodinamico, problema principale del progetto W13.
La vettura tedesca, in questo senso, è molto più sensibile rispetto alle altre auto, fattore che appunto consente di sfruttare le zone grigie del regolamento. Rispetto a Ferrari e Red Bull il floor prodotto dai tedeschi risulta meno efficiente. Ecco perché togliere l’arma “fondo flessibile” agli avversari farebbe assai comodo.
Autore: Niccoló Arnerich – @niccoloarneric
Foto: Nicolas Carpentiers – Gary Anderson