La capacità autodistruttiva di questa Ferrari non smette di sorprendermi. Solo gli uomini di Maranello potevano riuscire a trasformare una delle gare di F1 più belle degli ultimi anni in uno psicodramma nazionale, vissuto dai tifosi come una disfatta nonostante la vittoria. Qui la questione da analizzare è chiara: diceva Andreotti che “a pensar male degli altri si fa peccato, ma spesso ci si indovina”, in questo caso sorge il dubbio che la Ferrari si stia “impegnando” nel tentare di azzerare le speranze iridate di Charles Leclerc prima della pausa estiva.
Dobbiamo essere chiari, per onestà intellettuale. La Ferrari ha vinto, Sainz ha vinto. Ed è importante che lo spagnolo si sia sbloccato arrivando alla prima vittoria. Risulta però altrettanto chiaro che lo spagnolo ha vinto il suo primo Gran Premio dopo una gara in cui non è stato neanche tra i tre più veloci in pista. Nulla togliere al risultato, non è una questione di voler sottolineare che la vittoria sia frutto di circostanze.
Quanto piuttosto voler capire come sia possibile buttare un occasione del genere di rimontare in classifica generale, con Verstappen incolpevolmente relegato nelle retrovie. Quello che fa arrabbiare, ne abbiamo parlato anche all’interno di Spit Stop, è il modo di fare e le relative dichiarazioni del team principal Mattia Binotto. Intendiamoci: il lavoro difficile è il loro, in pista. Noi siamo qui soltanto come commentatori, giornalisti, opinionisti ed è facile fare gli “ingegneri della domenica”.
F1. Ferrari ha il dovere di produrre strategie efficienti
Ma così come il loro compito è quello di azzeccare le strategie, il nostro è quello di esprimere un’opinione e cercare – nei limiti del possibile – di non farci prendere in giro dagli “organi di partito”. La motivazione ufficiale data da Binotto sul mancato doppio pit stop, ovvero che non ci fosse fisicamente tempo per completarlo, risulta essere un’evidente e completa “balla”. Ed in quanto balla, ha perfettamente ragione Leclerc ad essere arrabbiato per una gestione di gara che lo ha visto totalmente messo in secondo piano fin dalle fasi iniziali di gara.
Fin dal primo stint però il monegasco, nonostante un danno all’ala anteriore, era nettamente più veloce del compagno di squadra. E dobbiamo dire chiaramente che il ritardo nell’ordine di scuderia è uno dei motivi che ha impedito a Leclerc di aprire un gap ancora più ampio con i diretti inseguitori, che probabilmente avrebbe consentito al team di non ritrovarsi in questa situazione.
F1. Impossibile vincere il mondiale per la Ferrari con questa forma mentis
Parliamo della quinta gara consecutiva per Leclerc lontano dal podio. Un ruolino di marcia chiaramente non da mondiale e che diventa doppiamente assurdo nella misura in cui la macchina continua ad essere incredibilmente competitiva, al punto da essere, se non il riferimento assoluto, comunque una seria contender al titolo costruttori. Onestamente sto aspettando il giorno in cui il monegasco farà una sfuriata alla Fernando Alonso, una di quelle in cui chiederà al suo muretto se sono “geni o scemi”.
Evenienza che mi appare sempre più probabile e vicina ad ogni gara che passa, laddove siamo arrivati al punto in cui la Ferrari sta diventando il più grande nemico di Leclerc. Il mantra degli ultimi anni è stato “date una macchina a questo ragazzo”, ma a quanto pare per il predestinato non basta avere finalmente un mezzo all’altezza, nella misura in cui non riesce più a passare un weekend di gara senza venire danneggiato da un problema di affidabilità o da un errore di strategia.
Mi domando: non dovremo mica aspettare per Leclerc il giorno in cui sarà costretto a cambiare squadra, come hanno fatto i suoi illustri predecessori, per poter sperare di ottenere un risultato importante nella propria vita… Vero?
Autore: Marco Santini – @santinifunoat
Foto: Twitter @ScuderiaFerrari