Alla vigilia della sua trecentesima gara in F1, Lewis Hamilton giunge in Francia fiducioso e con tanta voglia di dimostrare ancora una volta la sua indiscutibile caratura (come sempre, d’altronde).
Una stagione di certo non facile la sua, che senza dubbio sta procedendo in maniera poco lineare, ma che nel contempo gli sta regalando comunque delle soddisfazioni, nonostante i presupposti.
Sono state elaborate congetture su congetture rispetto a quanto la W13 sia stata specialmente all’inizio una monoposto capricciosa, pertanto questo Leitmotiv in un certo qual modo oramai non stupisce neanche più; come di contro è stato già detto anche che George Russell con i medesimi mezzi è riuscito ad essere leggermente più prestazionale e costante del suo compagno di squadra.
Anche in questo caso, è molto probabile che aver avuto un’iniziale formazione all’interno di un team minore lo abbia portato a crescere nella totale assenza di “privilegi”, accompagnata dalla possibilità pressoché nulla di potersi adagiare sulla consapevolezza di una squadra vincente: elementi che hanno sicuramente giocato un ruolo fondamentale nella riuscita ottimale della stagione 2022 per il numero 63 della F1.
F1. Toto Wolff: adesso bisogna tutelare Hamilton
Al contrario invece Lewis si è trovato spesso addirittura ad essere attaccato per le sue performances sottotono, presumibilmente deludenti agli occhi di molti, ragion per cui il suo team principal Toto Wolff sostiene che ora come ora sia strettamente necessario proteggerlo. D’altronde il Re Nero rappresenta un’enorme fetta della storia del Motorsport, oltre ad essere icona indiscussa della loro stessa scuderia, e di questo in casa Mercedes ne sono pienamente consapevoli.
Difatti è lo stesso Toto a precisare quanto la causa principale possa banalmente essere l’avergli propinato una vettura poco competitiva, e che proprio per questo è sua responsabilità progettare e costruire una macchina che possa rimetterlo concretamente in carreggiata per la conquista dell’ottavo titolo mondiale (sebbene le ferite di Abu Dhabi 2021 non si siano ancora rimarginate del tutto, poiché il suo avviso è ancora tuttora quello di titolo strappato via all’epoca).
La fame di vittoria quindi, ad oggi è pressoché immutata: anzi, forse la “combo” titolo perso per un soffio e conseguente stagione con macchina poco prestazionale, non hanno fatto altro che accrescere il senso di rivalsa che sicuramente tanto Sir Lewis quanto il suo lord protettore covano.
Non c’è dubbio che quindi l’intenzione sia ancora quella di imporre nuovamente la propria supremazia, o chissà forse a loro modo di vedere la situazione, ristabilire l’usuale ordine gerarchico della griglia.
F1. Lo sguardo lungimirante di Wolff
Anche perché in tal senso Toto non sembra darsi fretta: certo, l’urgenza di ritornare ai vertici immaginiamo possa indubbiamente esserci, ma d’altro canto specifica anche che il suo è uno sguardo che va oltre la singola stagione e/o semplicemente il suo ruolo di team principal.
In quanto comproprietario del team, si focalizza sul suo andamento a lungo termine, con una proiezione rivolta alle molte annate avvenire, specificando il suo scopo primario di vittoria basato su valori di spessore quali onestà ed integrità.
E proprio a tal proposito, con una vaga allusione pungente nei confronti di un team avversario che chiaramente non menziona apertamente, precisa anche qualora ci fosse qualcuno che vince, non lo fa nella maniera corretta, e che pertanto sicuramente non durerà.
Ora: considerando che i top team al momento in griglia sono all’incirca 3, eliminando la Mercedes perché chiaramente non avrebbe potuto far riferimento al suo stesso team in tali termini, escludendo la Ferrari perché è evidente che vince un titolo da parecchio (e non ha avuto granché modo di impensierirli se non quest’anno), provate un po’ ad indovinare a chi si stava riferendo il buon Totone…?!
F1 Autore: Silvia Napoletano – @silviafunoat
Foto: F1, Mercedes AMG F1