Il nuovo regolamento tecnico con il ritorno delle monoposto ad effetto suolo ha modificato i rapporti di forza consolidati nelle stagioni di F1 2020 e 2021 grazie soprattutto alla ritrovata competitività della power unit Ferrari. Se nel midfield i motorizzati dal Cavallino Rampante hanno effettuato un salto prestazionale ragguardevole, è corretto sottolineare che i tre top team hanno monopolizzato i piazzamenti a podio ad eccezione del terzo posto conquistato da Lando Norris su McLaren nella tappa di Imola.
A termine di paragone, nel 2021, dopo 13 round, la McLaren aveva conquistato tre podi, Alpha Tauri e Aston Martin uno mentre Alpine si era aggiudicata il rocambolesco gran premio di Ungheria. I numeri sono chiari, il desiderato livellamento prestazionale che potesse garantire chance di vittoria a tutti i team è miseramente fallito.
F1. Mercedes sorpresa negativa, Ferrari e Red Bull mattatrici tecniche
La sorpresa in negativo della prima parte della stagione è stata certamente lo stentato avvio del team Mercedes. Gli ingegneri di Brackley hanno intrapreso un indirizzo aerodinamico originale quanto complesso, che nel corso della prima parte della stagione non ha dimostrato in pista il potenziale evidenziato nelle simulazioni.
Dopo tredici appuntamenti del mondiale Red Bull e Ferrari hanno lasciando le briciole alla concorrenza. In quasi tutti i circuiti la F1-75 si è dimostrata la migliore monoposto del lotto, almeno nelle mani di Charles Leclerc. Un’incredibile sequenza di avarie all’unità turbo-ibrida e errate valutazioni strategiche hanno regalato ai rivali della Red Bull diversi vittorie di tappa su un piatto d’argento.
La F1-75 e Leclerc potrebbero essere comodamente in testa a entrambi i campionati mondiali, tuttavia il monegasco si ritrova a 80 punti da Max Verstappen, mentre la Ferrari insegue la Red Bull nella classifica costruttori con un distacco di 93 punti. Numeri che potrebbero far pensare a un netto dominio del team di Milton Keynes che tuttavia nella realtà dei fatti si è concretizzato attraverso suicidi sportivi dei rivali di Maranello, basti pensare al gran premio d’Ungheria.
F1. La contraddizione Leclerc
Un dato molto interessante riguarda i piazzamenti a podio di Charles. I soli 5 podi del pilota monegasco sono frutto di tre vittorie e due piazze d’onore, il che significa che quando le sue gare non sono state condizionate da problemi tecnici o strategici, ha sempre conteso la vittoria con Max Verstappen.
Inoltre, al netto dell’errore al Paul Ricard, imputabile al pilota, tutti i ritiri del campione monegasco sono avvenuti quando conduceva la gara. La RB18 si è dimostrata una monoposto complessivamente veloce ed affidabile ma non esente da punti deboli, come il sottosterzo che a volte ha afflitto Verstappen, specialmente sui circuiti più lenti e tortuosi.
La superiore gestione delle operazioni in pista ha permesso alla squadra angloaustriaca di costruire un importante vantaggio in entrambi i campionati, nonostante i propri problemi di affidabilità all’inizio della stagione con ben tre ritiri sui sei possibili arrivi al traguardo maturati nelle prime tre gare della stagione,
Dal punto di vista della guida Verstappen e Leclerc si sono dimostrati superiori ai rispettivi compagni di squadra. E’ molto interessante notare che le prestazioni di Perez e Sainz sono state inversamente proporzionali nel corso delle prime tredici tappe del mondiale. Il pilota spagnolo della storica scuderia italiana, ha vissuto un inizio di stagione da incubo condito da prematuri ritiri per indicenti di gara (Australia e Imola, nda) e da uno scarso feeling con la F1-75.
Nel corso della stagione Sainz ha raggiunto un livello di confidenza sempre più elevato rispetto al proprio mezzo che gli ha consentito di conquistare la prima pole position e la prima vittoria in Formula 1 nel gran premio d’Inghilterra.
Diametralmente opposto il rendimento del pilota messicano della Red Bull, che nelle prime gare ha guidato su ottimi livelli riuscendo in alcuni casi ad essere superiore al campione del mondo olandese, come nel caso della prestigiosa vittoria nel gran premio di Monaco. Il degrado prestazionale di Perez nel corso della stagione è da molti additato agli sviluppi apportati alla RB18 più consoni allo stile di guida di Max Verstappen.
F1. Cosa possiamo aspettarci dalle ultime nove gare del mondiale?
Se la Ferrari intende sfidare Red Bull almeno per la conquista del titolo costruttori, Carlos Sainz dovrà regolarmente arrivare al traguardo davanti a Max Verstappen. Circostanza accaduta solo tre volte nel 2022, a Monaco e in Bahrain (grazie al ritiro di Max, nda) e in Gran Bretagna dove Verstappen ha riportato danni sulla sua monoposto.
Il campionato del mondo costruttori è una possibilità non remota per il team di Maranello, a patto che gli alfieri della rossa ripongano nel cassetto improbabili obiettivi individuali, gareggiando in funzione del miglior risultato complessivo per la scuderia Ferrari nei prossimi nove round. Un bagno di umiltà a tutti i livelli che potrebbe consentire al Cavallino Rampante di rivaleggiare fino al termine della stagione con Red Bull.
Un effetto collaterale indesiderato delle nuove regole tecniche per il 2022 è stato il porpoising. Effetto generato dall’aerodinamica delle nuove monoposto, di scarsa entità sulla RB18, evidente sulla F1-75 senza tuttavia penalizzarne le prestazione, drammatico sulla Mercedes W13 “B”. L’oscillazione verticale è stata a volte violenta, come nel caso del Gran Premio dell’Azerbaigian in cui Lewis Hamilton è uscito malconcio dalla sua monoposto e Pierre Gasly è stato costretto ad effettuare una risonanza magnetica al termine della gara.
La FIA è intervenuta e ha imposto modifiche alle regole per combattere il pompaggio a tutela dell’integrità fisica dei piloti. Dal Gran Premio del Belgio, con l’entrata in vigore della Direttiva Tecnica TD039, ci saranno controlli più rigorosi sull’oscillazione delle monoposto e sull’usura del pattino centrale del fondo vettura. Con ogni probabilità il team Mercedes non vincerà nessuno dei due campionati dopo otto anni di dominio tecnologico.
L’obiettivo realistico per gli uomini capitanati da Toto Wolff è raggiungere Red Bull e Ferrari in termini prestazionali, potendo fungere anche da terzo incomodo in alcune delle prossime nove tappe del mondiale. Nonostante la W13 “B” sia il progetto tecnico meno valido dall’inizio dell’era turbo-ibrida è corretto sottolineare che il team Mercedes ha massimizzato il risultato complessivo dei weekend in ogni round della stagione.
Basti pensare che dopo tredici gare solo in un’occasione una delle due frecce d’argento non ha visto la bandiera a scacchi, a causa della terribile carambola in partenza in occasione del gran premio di Inghilterra in cui Russell fu costretto al ritiro. Consistenza di risultati impreziosita da 11 podi e appena 30 punti di distacco dalla Ferrari nella classifica costruttori. Se il Mercedes dopo la falsa partenza riuscisse a conquistare il secondo posto nella classifica costruttori sarebbe un successo, specie se corroborato da qualche vittoria di tappa…
Autore: Roberto Cecere – @robertofunoat
Foto: F1, Scuderia Ferrari F1, McLaren, Mercedes AMG F1 Team, Oracle Red Bull Racing