Gli organizzatori del GP del Belgio non ci stanno e provano ad aggrapparsi con tutte le forze a quella F1 in cui è in atto un’evoluzione-rivoluzione che ne sta erodendo le fondamenta culturali. Un movimento che punta ad introdurre un paradigma diverso da quello che Spa Francorchamps ha da sempre offerto: pista dal grande contenuto tecnico e poco altro a margine dell’evento.
Oggi gli organizzatori della manifestazione provano a bilanciare questo mix che pendeva troppo, nella concezione di Liberty Media, sull’ambito tecnico snobbando quelli che sono i valori supremi di cui si fa portabandiera il colosso americano dell’intrattenimento: mondanità e la relativa capacità di produrre danaro.
La F1 è in fase di pieno riassetto concettuale da cui deriva una riorganizzazione geografica quasi obbligatoria che è frutto della necessità di spostarsi laddove vi siano realtà disposte ad investire in strutture ma anche in sponsorizzazioni salvifiche per l’intera categoria che negli anni addietro si reggeva sulle entrate dei grandi tabaccai che via via, a causa di leggi stringenti su fumo, hanno fatto mancare il loro apporto economico. L’Europa non è più il pivot intorno al quale la serie può girare.
F1. Il Gp del Belgio a rischio a causa della delocalizzazione
In un processo di delocalizzazione, che potrebbe non essere terminato perché altre realtà bussano alle porte di Liberty Media, è entrato anche il GP del Belgio. Ma Spa Francorchamps non molla e prova, anche snaturando alcune caratteristiche organizzative, ad aggrapparsi con le unghie e con i denti al treno della F1 che prova a scappar via velocemente.
Sin da giovedì prossimo, quando il weekend di gara partirà ufficialmente con le conferenze stampa dei piloti, si avvierà un fitto programma di attività correlate che va dalla presenza di 35 DJ che entreranno in scena tra le sessioni di una categoria e l’altra all’inaugurazione di un ristorante di lusso in cui opereranno chef stellati.
A ciò si affiancherà una piattaforma denominata “F1 Experience In The Sky” che offrirà la possibilità di assistere alla partenza del gran premio da un atollo privilegiato situato a 30 metri di altezza. A proposito di altezza, non potrà mancare uno spettacolo aereo condito dai rituali fuochi d’artificiali. Sì, sembrano scene tratte da Rocky IV, ma purtroppo questi sono i tempi che viviamo.
A corredo di questo sfondo circense è previsto – fatto assolutamente positivo – un nuovo piano traffico per evitare gli ingorghi indistricabili che caratterizzano il pre e il post gara. Questo è uno dei problemi atavici del circuito che sorge nei boschi delle Ardenne e si tratta di un difetto che Liberty Media ha chiesto più volte di correggere essendo un punto focale nell’agenda di riferimento dei circuiti che vogliono ambire ad ospitare la massima serie.
F1. Gp Belgio: futuro incerto, ma si aprono degli spiragli
Che gli organizzatori dell’evento le stiano provando tutte per non perdere lo storico gp di fine agosto è un dato di fatto. Alle summenzionate novità si aggiungono i lavori di messa in sicurezza dell’Eau Rouge – Radillon e di altri punti critici del lungo tracciato.
Inoltre, nonostante il governo centrale non sia mai entrato a palla di cannone nella vicenda, ha ricevuto lo stimolo ad agire dalle autorità politiche locali che si stanno spendendo molto attivamente presso la FIA e Liberty Media con azioni fattive che potrebbero ridare un futuro alla gara.
Ad oggi, con 24 gran premi in programma per il 2023, Spa è a rischio. Potrebbe entrare in un discorso di rotazioni con altre location europee e dunque fare capolino nel calendario ad intermittenza. Ancora, una Cina molto esigente sui protocolli Covid, potrebbe rinunziare all’evento, cosa che rimetterebbe il Belgio in pista. Così come gli accordi non ancora stipulati col Sudafrica potrebbero dare una chance all’iconico circuito. La partita non è chiusa. Lo sperano soprattutto i tifosi.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1