venerdì, Novembre 15, 2024

Calendario 2023: il passato non basta per avere un futuro

Con la F1 pronta ad affrontare la seconda parte stagionale che si chiuderà ad Abu Dhabi, giunge anche il momento di prendere altre decisioni. Il post pausa è infatti il consueto periodo in cui la prima bozza del calendario per il prossimo mondiale comincia a circolare. Un campionato 2023 che ha dato il suo bel lavoro da fare, non solo a livello regolamentare ma anche per il discorso inerente alle tappe che il Circus dovrà affrontare.

L’entrata in calendario di Qatar e Las Vegas, unita al possibile ritorno della Cina, hanno complicato alcune decisioni. Il limite da non oltrepassare è infatti quello di 24 corse, motivo per cui alcune tappe storiche, come Monaco e Belgio, sono state messe in discussione. La F1 ha visto aumentare l’interesse con conseguenti offerte da milioni di dollari a cui fa fatica a rinunciare. Decisioni che sembrano allontanare la classe regina del motorsport da quello scopo per cui è nata, trasformandosi in una potente macchina economica che ad oggi sfoggia un DNA diverso.


Calendario F1 2023: vince l’interesse economico?

La F1 si prepara ad affrontare le insidie del tracciato di Spa-Francorchamps (leggi qui l’analisi tecnica). Lo stesso circuito belga che nel corso dei mesi è stato al centro dell’attenzione per quanto riguarda il suo futuro. Non è infatti più un segreto che il Circus stia intraprendendo una direzione diversa, volta al successo economico e alla ricerca di una spettacolarità che non per forza deve arrivare dalla pista. L’ingresso delle piste cittadine ne è la conferma; eventi, questi ultimi, dove ciò che conta non sembra più la gara vera e propria, ma tutto quello che può aggiungere prestigio fuori dalle piste.

F1
la splendida cornice di Spa-Francorchamps

Una F1 che col tempo si è vista costretta ad allargare i propri orizzonti, abbracciando tutti quei mercati in espansione e disposti a sborsare onerose cifre pur di ospitare un weekend iridato. Una categoria che così facendo sembra aver preferito la strada economica rispetto a quella della pura competizione automobilistica. Ecco dunque che GP storici come quello di Monaco e quello del Belgio si vedono messi da parte, costretti a far fronte alle spropositate cifre che la concorrenza è disposta a pagare.

Durante le prossime settimane è attesa la prima bozza del calendario; un mondiale 2023 che, come già analizzato, vede crescere il numero di circuiti cittadini sempre più lontani dalla culla della F1, l’Europa. E se da un lato la scelta di riportare il Circus in Africa è apprezzabile, visto che è l’unico continente mancante in calendario, dall’altro ci si chiede se il bisogno di spettacolarità fuori dalle piste sia il giusto scopo da perseguire. La F1, d’altronde, non nasce tra finte piscine o luci al neon.


Calendario F1 2023: il futuro che scorda il passato

L’attesa per il calendario del mondiale 2023 di F1 cresce, non solo per scoprire il numero di gare da affrontare, ma anche per vedere quali luoghi faranno parte del prossimo campionato. Una scelta che, come detto dallo stesso Domenicali, non è più presa in base alla storicità che hanno alcuni circuiti. Se quest’anno il tracciato cittadino di Monte Carlo e quello iconico di Spa-Francorchamps sono stati messi in dubbio, nei prossimi anni anche gli altri GP storici rischiano di affrontare lo stesso destino.

L’equilibrio che la F1 sta attualmente cercando non è infatti più lo stesso per cui è nato questo sport. Alle curve degli autodromi vengono preferite le strette vite cittadine, così come ai prati si prediligono tribune che offrono determinati servizi ma forse poco spettacolo. Prezzi e costi che aumentano trasformando il Circus in una folle macchina economica fatta di un pubblico nuovo che, un domani, potrebbe stancarsi in fretta del nuovo giochino. Al cosiddetto dio denaro è però sempre difficile rifilare un rifiuto. 

F1
Stefano Domenicali, presidente e amministratore delegato della F1

Ecco dunque che la tanto discussa intoccabilità del DNA della F1 inizia a suonare come una scusa. Il cambiamento d’altronde è già stato avviato e non riesce a restare nascosto. L’ingresso in calendario di GP come quello di Jeddah, Miami e Las Vegas non fanno altro che confermare questa nuova direzione intrapresa. L’espansione dello sport è corretta, ma forse sono i modi e le motivazioni ad essere sbagliate. E se Monaco e Spa ad oggi sembrano salvi, non è da escludere che un domani possa arrivare il turno per altri come Monza o Silverstone

Gli anni di stori, infatti, non sembrano più essere sufficienti per questa F1 che vuole un futuro a più zeri. Dunque ben venga il ritorno in Africa e ben vengano anche le luci di Las Vegas, se sono queste che il pubblico vuole. Questo folle interesse da milioni di dollari potrebbe però svanire in fretta, lasciando al vero pubblico una F1 fatta di lucine e strette curve che farebbero rimpiangere quella storia messa da parte.

E non solo a quel pubblico che vuole solo vedere le lotte in pista, ma anche alla stessa F1, oggi non in grado di riuscire a tenersi stretto quel DNA che ha da sempre caratterizzato questo sport.


Autore: Chiara Zambelli

foto: F1Spa-Francorchamps

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