F1. Il livello percepito della Ferrari sembra essere davvero fuori controllo. Dopo anni passati ad attendere una monoposto competitiva, la squadra di Maranello è ora un meme vivente per i giovani e nuovi seguaci del pinnacolo del motorsport. In un’era di ritrovato splendore della Formula 1 in termini di popolarità, la scuderia più prestigiosa, antica e titolata di questo sport è riuscita, nel 2022, nell’ardua impresa di diventare lo zimbello di tutti, addetti ai lavori e non.
Persino i piloti rivali, nel retro podio, si sentono ormai in diritto di ridere pubblicamente delle decisioni strategiche prese dagli uomini di Binotto! Il malcontento generato dalle recenti situazioni, tra problemi di affidabilità, sviste strategiche ed errori dei piloti, è diffuso e generalizzato. Nel corso del Gran Premio ungherese, quando durante il secondo stint Leclerc ha passato Russell per la prima posizione, sono arrivato a pensare “cos’altro può succedere alla Ferrari per perdere la gara anche questa volta?”.
Il solo pensiero sarebbe sufficiente a far capire il “danno di immagine” che stanno generando gli uomini del Cavallino nelle menti degli appassionati. E ciò che è peggio e che sono riusciti davvero, anche stavolta, a rovinare tutto! Per la Ferrari non è diventata solo l’ennesima corsa persa, ma grazie all’importante recupero prestazionale della Mercedes è anche diventata la seconda tappa consecutiva senza piloti sul podio.
F1/Ferrari allo sbando: un podio nelle ultime otto gare per Leclerc
La ciliegina sulla torta è l’arrampicata sugli specchi di Binotto, evidentemente incapace di prendersi le proprie responsabilità nell’ammettere pubblicamente gli errori dei suoi uomini: capisco l’esigenza di difendere la squadra davanti a squali pronti a sbranarli, ma non si può neanche sperare ogni volta che gli stolti guardino il dito e non la luna. Sicuramente esiste un tema legato alla finestra di competitività di questa vettura, che nella sua performance ottimale sembra particolarmente limitata nel suo essere vincolata alle alte temperature.
Credo sia infatti fuori discussione che la competitività vista nell’afoso venerdì ungherese non ha nulla a che vedere con quella vista nella seconda parte del Gran Premio di domenica. Al contempo va detto che i primi due stint, su gomma gialla, avrebbero agilmente permesso alla Ferrari di vincere con Leclerc e piazzare entrambe le vetture a podio.
Di conseguenza non si può di certo dire che la Ferrari non fosse complessivamente competitiva nella domenica magiara, dunque sul banco degli imputati restano inevitabilmente i professionisti del muretto che hanno preferito marcare gli avversari piuttosto che attenersi ai piani.
Verrebbe da dire, parafrasando Aldo, Giovanni e Giacomo, che a volte i suddetti sembrano esser presi dalla strada. Tra incapacità nella gestione dei due piloti (anche stavolta Sainz, in assenza di ordini di scuderia, ha rallentato Leclerc nel primo stint), pit stop lenti (ahimè ormai è una costante) e scelte sbagliate nella scelta delle gomme (laddove non è bastata mezz’ora di difficoltà Alpine con le dure a dissuadere Rueda e soci), si è riusciti nell’impresa di finire soltanto quarti e sesti in una gara senza incidenti, safety car o pioggia di sorta.
Un suicidio perfetto degno di una sceneggiatura hollywoodiana, nel quale ogni domenica si pensa (o si spera) di aver toccato il fondo, riuscendo invece a stupire ogni volta lo spettatore con nuove e mirabolanti follie. Ormai pensando alla prossima gara non sappiamo più cosa aspettarci, mentre la delusione è sempre li a farci compagnia.
Autore: Marco Santini – @santinifunoat
Foto: ScuderiaFerrari