Se il 2021 è stato un pericoloso cammino tra i lapilli di lava provenienti da un vulcano in eruzione, il campionato di F1 in corso è una piacevole passeggiata in collina con tra il cinguettio degli uccelli e il rassicurante fruscio di un rinfrescante ruscello. Con queste immagini potrebbero essere descritti i due mondiali.
Il livello di tensione osservato nell’anno in cui Max Verstappen si è laureato campione del mondo per la prima volta in carriera è totalmente insovrapponibile con la distensione mediatica nella quale viviamo oggi. Eppure motivi di frizione ci sarebbero ma – e qui la discriminante – troviamo i due protagonisti, Red Bull e Ferrari, dallo stesso lato della barricata.
Oltre la quale, per ragioni tecnico-politiche, osserviamo la Mercedes che non si è affatto rammaricata delle nuove regole imposte dalla FIA in materia di pompaggio aerodinamico che, di contro, sono parecchio invise ai due “belligeranti morbidi” che stanno animando la sfida al vertice.
F1. Ferrari – Red Bull: una sfida cavalleresca
Il fatto che Red Bull e Verstappen siano riusciti a spezzare il lungo dominio della Mercedes che durava dal 2014 ha probabilmente esacerbato gli animi in un’escalation di accuse mediatiche, azioni legali e duelli in pista che hanno superato la soglia minima del buon senso e delle regole.
Chirs Horner e Toto Wolff non hanno certo giocato il ruolo dei pompieri visto che sono stati i primi protagonisti si una poco ortodossa guerra di parole che, in alcuni momenti dell’annata, è parsa addirittura soverchiare la battaglia che si vedeva in pista
“Quest’anno le cose vanno molto diversamente – ha spiegato il numero uno della attività sportive della Oracle Red Bull Racing – Ci concentriamo si ciò che succede in pista piuttosto che fuori“. Una chiara inversione di tendenza che, mettendo da parte facili buonismi, è dipesa soprattutto da duelli sull’asfalto caratterizzati da nessun momento di tensione. I quattro alfieri delle due compagni che si stanno giocando il mondiale si sono rispettati ogni volta che hanno incrociato le ruote. Da qui un contesto di piena serenità che potrebbe essere spezzato in ogni momento.
La ratifica arriva da Horner in persona: “Penso che il duello tra Charles e Max finora sia stato eccezionale. E’ stato serrato e duro, ma giusto”. Un clima di pacificazione che si contrappone a quello che si viveva dodici mesi e che non dava particolari gioie al manager inglese.
“Era frustrante che dietro le quinte accadessero molte cose. Anche le discussioni sui propulsori fecero aumentare la tensione. Sembrava una lotta tra pesi massimi. La Mercedes non era stata sfidata in precedenza, non era mai stata battuta in otto anni e ovviamente non le piaceva perdere“.
F1. Red Bull – Mercedes: il duello è anche politico
Dal su riportato passaggio si evince chiaramente che al centro del contrasto tra i colossi della F1 non c’era il mero ambito sportivo. Le franchigie si stavano sfidando anche su questioni regolamentari. Cosa che accade tutt’oggi vista l’opposizione feroce che si è palesata intorno alle direttive anti-porpoising. Se sui propulsori Milton Keynes è uscita soddisfatta, la stessa cosa non può dirsi del regolamento aerodinamico per il 2023 che è andato maggiormente incontro ai desiderata di Brackley. Almeno sulla carta.
Alla luce di queste dichiarazioni – e di altre rese dai protagonisti in diverse circostanze – il 2021 andrebbe riletto in una chiave diversa e più ampia. In ballo c’era l’obiettivo primario, ossia il titolo piloti. Ma gli attori stavano giocando anche su piani tattici e politici che avrebbero sortito effetti di lungo periodo. Inevitabilmente, quindi, il livello della tensione aveva valicato i limiti di guardia.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Mercedes AMG F1, Oracle Red Bull Racing